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Quando vede la luce in un'imprecisata località dell'Europa sudorientale, un furioso temporale manda in frantumi i vetri, fa roteare crocifissi e quadri, spegne lampade e candele – sinché un lampo gigantesco illumina il neonato e tutte le pendole impazziscono. Quel lampo sarà il segno distintivo di Gregor. Il quale si rivela ben presto non solo fragile, ombroso, sprezzante, ma eccezionalmente dotato per le scienze: pare quasi che sia capace di raffigu­rar­si le cose prima ancora che esistano, con precisione tridimensionale, senza bisogno di schizzi, schemi o bozzetti. Sarà dunque un inventore, e un inventore visionario, profetico, megalomane, sempre in bilico tra scienza e magia, meccanica e ciarlataneria, genialità e delirio, sogno e bluff. E sarà un uomo disperatamente solo, tanto avvenente e brillante quanto inavvicinabile, insofferente di ogni relazione con i suoi simili, cui del resto preferisce gli uccelli. Alle sue fantasmagoriche avventure parteciperemo con lo stesso incantato stupore di quando, bambini, sfogliavamo un libro illustrato di Jules Verne: dai primi, duri anni in America al servizio di Edison al­l'immensa popolarità conquistata grazie alla corrente alternata e ai rapinosi spettacoli in cui si esibisce tramutandosi in un lungo diluvio di fuoco, sino agli ultimi, sempre più temerari progetti e al crudele declino: perché Gregor inventa senza tregua ma dissipando tutto come se solo il puro atto di creare contasse.



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Lampi 2013-02-17 17:39:45 Marghe Cri
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Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    17 Febbraio, 2013
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Che scoperta!

Il romanzo descrive in forma romanzata, sotto lo pseudonimo di Gregor, la vita di Nikola Tesla, un inventore coevo di Edison, che con lui lavorò nei primi anni per poi affrancarsene quando il celebra inventore non comprese la grandezza delle idee del suo assistente, cui si deve ad esempio lo sfruttamento della corrente alternata come la conosciamo e la utilizziamo oggi per tutti gli usi industriali e domestici.
Ma molti altri sono i brevetti depositati da Tesla e poi sfruttati da altri che legarono il proprio nome all’invenzione: la radio, i raggi X, i missili, il radar, il neon, l’aereo a decollo verticale.
Uomo vulcanico e solitario, affascinante ma refrattario alla compagnia persino degli amici più affezionati, è una delle figure più misteriose della scienza del primo Novecento (fa buona compagnia a Majorana, di qualche decennio successivo).
Ora non si pensi a un libro basato su concetti scientifici e per questo poco comprensibile ai profani, anzi.
Si tratta di biografia romanzata, dicevo, e scritta con verve raffinata, elegante e divertita.
Una prosa trainante e lieve che sembra trasportare il lettore come su un tapis roulant, senza sforzo e senza inciampi, attraverso la vita, i pensieri, le grandezze e le idiosincrasie di un uomo di grande ingegno ma incapace di difendere il suo lavoro e di organizzare la sua vita e le sue finanze.
Così assistiamo all’intero arco della sua vita: da quando entra in questo mondo accompagnato da un temporale epocale e sconvolgente, fino ai suoi ultimi giorni, sempre solo, tristemente ed orgogliosamente solo.
Andando poi a curiosare su questa stupefacente e sconosciuta (almeno per me) figura di scienziato, scopro che i testi che ha lasciato alla sua morte pare siano stati secretati dai servizi segreti degli Stati Uniti d’America e che il segreto andrebbe a decadere proprio quest’anno.
Che cosa tirerà fuori dal cilindro Nikola Tesla a un secolo dalla sua morte?
Questa volta il brano che riporto non proviene dal libro, ma è una dichiarazione dello stesso Tesla:

[…] Mi chiamarono pazzo nel 1896 quando annunciai la scoperta dei raggi cosmici.
Ripetutamente si presero gioco di me e poi, anni dopo, hanno visto che avevo ragione.
Ora presumo che la storia si ripeterà quando affermo che ho scoperto una fonte di energia finora sconosciuta, un’energia senza limiti, che può essere incanalata” […]

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