La voce delle onde
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Un'incessante sensazione d'ebbrezza
"Il ragazzo sentì che esisteva un perfetto accordo fra lui e quell'opulenza della natura circostante. Trasse un profondo respiro e fu come se una parte di quell'invisibile che costituisce la natura avesse permeato l'intimità del suo essere. Sentiva il fragore delle onde che si frangevano sulla spiaggia ed era come se il battito del suo sangue giovane fosse sincronizzato col movimento delle grandi maree. Indubbiamente la natura stessa soddisfaceva le sue necessità, perché Shinji non sentiva particolarmente la mancanza di musica nella propria vita quotidiana". A Uta-jima, piccola isola di pescatori nel Pacifico giapponese, nota come l'isola del canto, il tempo è scandito dell'incedere delle onde che, con la loro melodia, regolano ogni aspetto della vita dei suoi abitanti. Sono loro che stabiliscono quando le imbarcazioni possono spingersi al largo per pescare, quando le navi da carico riescono ad entrare sicure nel porto, quando le donne hanno la possibilità di dedicarsi alla pesca delle perle. A volte, al suono della loro voce, può anche sbocciare un grande amore. È questo che avviene un pomeriggio, all'ultima luce del giorno, sotto uno sferzante vento fresco di ponente, quando Shinji e Hatsue incrociano per la prima volta i loro sguardi sulla spiaggia accarezzata dalle onde. Pochi secondi bastano a far nascere un sentimento che, continuando a nutrirsi di attese, speranze, sogni, incontri casuali, convegni clandestini, cresce ogni giorno che passa pretendendo sempre più appagamento, consacrazione. Un amore che invece trova resistenza, opposizione, contrasto, perché lui è un povero pescatore dipendente, orfano di padre e con madre e fratello a carico, mentre lei è l'unica figlia dell'uomo più ricco dell'isola, già promessa sposa di un suo pari nel più classico dei matrimoni di interesse. Il loro legame dovrà quindi lottare contro i pregiudizi, il tornaconto, le convenzioni e, come ogni aspetto della vita a Uta-jima, con la forza incontrastabile del mare. Uno schema sicuramente già visto e rivisto, tuttavia se questa delicatissima opera del maestro Mishima non spicca per originalità o colpi di scena, lo fa senza dubbio, invece, da un punto di vista prettamente letterario. Lo stile dell'autore sfiora la poesia, la sua potenza descrittiva, la sua forza empatica riescono a creare atmosfere dolci e suggestive, capaci di ammaliare il lettore e trasportarlo in un mondo in cui uomo ed elementi naturali sono un tutt'uno, riuscendo quasi a materializzare forme, odori, suoni. Un libro semplice che regala però una lettura intensa, un mondo lontano in cui tuttavia è facile sentirsi a proprio agio, un sentimento, l'amore, che resta sempre l'elemento imprescindibile della vita. "Le braccia di lui stringevano ancora la ragazza. Entrambi potevano sentire il fremito dei loro corpi nudi. Un lungo bacio torturò il ragazzo insoddisfatto, ma poi a un certo istante quella sofferenza si tramutò in una strana esaltazione. Di tanto in tanto il fuoco morente crepitava. I due giovani sentivano quel rumore e il sibilo della tempesta mescolati ai battiti dei loro cuori. A Shinji sembrava che quell'incessante sensazione d'ebbrezza, il confuso fragore del mare all'esterno e lo strepito della bufera sulle cime degli alberi, scandissero assieme il ritmo violento della natura. E un senso di felicità pura e completa integrò, allora e per sempre, la sua emozione."
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Le onde di Uto-Jima
E' stata una lettura molto piacevole, una poetica storia d'amore in un villaggio di pescatori, ma continuando a leggere, mi sono resa conto che la storia d'amore è stata quasi uno "stratagemma" per farci conoscere Uto-Jima. Il libro è come se fosse stato dedicato ai suoni e alla natura dell'isola, senza però tralasciare, anche se li ho trovati un po' in secondo piano, i suoi abitanti; forti, leali (anche chi di primo acchito non è sembrato) e un po' ruvidi nella loro semplicità, ma non banali.
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La voce delle onde di Yukio Mishima
Libro essenziale, scorrevole e poetico, che consiglierei come lettura per adolescenti. Una storia d'amore semplice, ambientata in un villaggio di pescatori di un'isola giapponese, sulla quale vivono persone semplici, che hanno per ideali il lavoro e la famiglia.
Il mare e onde sono coprotagonisti della storia, visto che fanno da sottofondo a tutte le vicende, soprattutto alla storia d'amore fra Hatsue e Shinji. Le onde, anche se tempestose, sono la voce assidua dello spirito dei protagonisti e il mare è il canto che serve per celebrare i giovani e ingenui amanti. In questo libro vediamo un mondo simbolico, dove uomo e natura si fondono. Mondo anelato dal protagonista, quanto il suo amore per le tradizioni, visto il suo disagio esistenziale rispetto alla società industriale in cui viveva.
Bimbo cresciuto da una nonna troppo presente e assillante, che l'ha instradato alla tradizione giapponese. Ragazzo con una debole e fragile costituzione fisica: cosa inaccettabile per un giapponese nato nel culto dei samurai. Per questo si dedica alla cura del corpo, attraverso arti marziali e rafforzamento dello stesso con body building ed allenamenti di ogni tipo.
Nonostante il suo masochismo, il sadismo e la sua omosessualità si sposa e fa due figli: un modo come un altro di tuffarsi nella tradizione e perpetuare la specie.
La sua solitudine e il suo edonismo ci permettono di tracciare similitudini con il nostro Gabriele D'Annunzio e anche con Oscar Wilde.
In Mishima batte un cuore da samurai, pronto come i nobili guerrieri dell’antico Giappone a dare la vita per il proprio Signore. E come i samurai, in diretta televisiva, si auto infligge il seppuku, che non equivale in nessun modo al suicidio da noi concepito in Occidente. Per noi è una sconfitta, un sintomo di debolezza e volubilità, un crimine. In Giappone l’harakiri è l’ultima vittoria, il solo modo di salvare la propria integrità in caso di insuccesso, era la vivificazione incessante di un Giappone protettore di valori più alti e nobili della vita, rispettabili a costo della vita stessa che rimane, senza di essi, vuota ed incompiuta. La tradizione giapponese lo vedeva come unico modo per recuperare l'onore perduto.
Ho dovuto informarmi sulla vita dell'autore per apprezzare questo primo libro, che altrimenti mi sarebbe sembrato un po' banale e semplice. Comunque è una lettura carina, a mio avviso niente di più.
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UTA – JIMA
La Voce delle Onde e’ il canto del mare.
E’ l’Oceano Pacifico, che con increspatura costante simula il respiro di un sonno addormentato.
E’ il mare in tempesta, che grida la passione amorosa di un ragazzo.
E’ il canto della natura, che intona deliziose armonie.
E’ una distesa infinita che nutre i pescatori, il bianco boccheggiare delle onde come l’oro del grano mosso dal vento.
E’ un fondale ricco di ostriche, che offre alle donne tuffatrici piccoli gioielli di perla, come i frutti della terra per l’agricoltore.
Uta-Jima e’ una minuscola isola giapponese nel Pacifico.
L’unica attivita’ e’ la pesca ed i grattacieli, i cinematografi, le rotaie di Tokjo sono cose di un altro mondo.
Qui la gente e’ semplice, si nutre e commercia i frutti del mare. Vive in piccole casupole.
Non si chiudono le porte a chiave a Uta – Jima, non ci sono ladri in questa piccola comunita’.
Donne pescatrici di perle che si radunano davanti ad un falo’ per riscaldarsi.
Uomini di mare induriti dal sole e dalla salsedine, ma con il cuore lucido di onore.
Ragazzi che si incontrano la sera al lume delle lampade di carta, per leggere o chiacchierare.
E una bella storia d’amore, baci di alghe e sale in un tempio sulla vetta della montagna.
Penna tipicamente giapponese anni ’50, essenziale fluida e piacevolmente lenta , di un luogo e un tempo che non ci appartengono piu’.
Passeggiando tra sabbia e oceano, un semplice kimono a proteggerci dal sole.
Buona lettura