Narrativa straniera Romanzi La vita invisibile di Euridice Gusmao
 

La vita invisibile di Euridice Gusmao La vita invisibile di Euridice Gusmao

La vita invisibile di Euridice Gusmao

Letteratura straniera

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Rio de Janeiro, anni quaranta. Nel quartiere di Tijuca, tutti conoscono le stranezze di Eurídice e Guida Gusmão. Bellissima e ribelle, Guida è fuggita di casa per coronare il proprio sogno d'amore con il rampollo di una famiglia che si opponeva al fidanzamento. Mentre Eurídice, figlia modello rimasta a consolare i genitori, è una moglie devota e attenta, salvo poi, di tanto in tanto, lanciarsi in qualche bizzarro progetto per passare il tempo. Ma che sperimenti fantasiose ricette a base di curcuma e latte di cocco, avvolgendo la cucina in una nuvola seducente di aromi che mai si erano sentiti in una casa rispettabile, o trasformi il salotto in un atelier di sartoria all'ultima moda, ogni sua iniziativa è destinata al fallimento. La società carioca non è ancora pronta per dare spazio alle donne intraprendenti e nessun uomo è interessato ad avere una moglie che pensa, meglio accontentarsi di una vita tranquilla e senza scossoni. E Antenor, il marito di Eurídice, non è da meno. Finché, un giorno, Guida si presenta alla porta della sorella. Infelice e sventurata, è disposta a tutto per sopravvivere. Con o senza un marito al proprio fianco. Sullo sfondo di una città che brulica di passione e di vita, si dipana il rocambolesco percorso di emancipazione delle due sorelle e il loro tentativo di scendere a patti con il ruolo imposto dalla società dell'epoca. Perché ogni grande rivoluzione comincia tra le mura domestiche.



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La vita invisibile di Euridice Gusmao 2020-10-01 12:27:33 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    01 Ottobre, 2020
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Euridice di Rio

Essere invisibile non è un potere magico, è oppressione, è soppressione, è sparizione coercitiva.

Euridice Gusmao, la moglie modello, accumula sconfitte e, nella sua bella casa borghese di Rio de Janeiro, consuma la poltrona accatastando ore vuote a fissare la libreria.
Guida Gusmao, bellissima, attira gli sguardi maschili ma si ritrova ripudiata dai suoi uomini più importanti. Separatesi da ragazze per colpa dei giochi della vita, le due sorelle si ritroveranno da adulte, perché la casa risuoni una volta ancora delle loro risate carioca.

Ho pensato spesso a Stoner di John Edward Williams, percorrendo queste pagine, in particolare a quel meccanismo che divide nettamente i lettori in chi trova il protagonista un vincente e chi uno sconfitto. Così, immagino, ci sara’ chi riterrà questo libro un manuale della disfatta ode indecente al femminismo annichilito e chi, come me, l’esatto contrario.

Io vedo in Euridice Gusmao un talento sfavillante, anche se offuscato da montagne di fango.
Fiuto una fine intelligenza, anche se zavorrata dai cliché più infimi; io capto la resilienza di chi ha il coraggio di alimentare le proprie doti, anche se affamato dell’accanimento di un destino avverso.
Chi le ha fatto le carte l’ha chiamata perdente, ma io quelle stesse carte le voglio osservare capovolte.

Narrativa leggera, scorrevole ma non banale, Martha Batalha scrive briosa e muove le frasi con un estro particolare, quasi irridendo attraverso la forma – non solo il contenuto- una società maligna, sprezzante ed invidiosa di chi non si allinea all’ordine costituito.

Parla solo il portoghese Euridice Gusmao, sulla via di Ipanema si stringe il turbante verde acqua in testa, nella sacca l’opera completa di Shakespeare e un dizionario Oxford, perché il poeta merita di essere letto in lingua originale.

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