La trama del matrimonio
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 6
Un lungo viaggio insulso
Tipico romanzo americano contemporaneo che racconta la storia e gli amori di una giovane donna, Madeleine, appassionata di letteratura inglese. Il libro è infarcito di riferimenti letterari, che hanno forse l’intento di impreziosirlo, ma che lo rendono anche estremamente noioso e lento nei ritmi. Sono frequenti anche incursioni volgari, disseminate forse per risvegliare gli assopimenti del lettore. La storia, di per sé, non è né originale, né significativa. Con il rischio forse di banalizzarlo troppo, lo descriverei di fatto come un pot pourri con poco senso e con poco sale.
Indicazioni utili
L’AMORE SMONTATO
Condivido brevemente la mia opinione su “la trama del matrimonio “ che ho letto molti anni fa ma che mi è ben rimasto impresso.
Sono di parte, a me Eugenides piace moltissimo come scrittore.
Posso comprendere che non piaccia a tutti perché secondo me lui è un analista della natura umana. Gli piace smontare e osservare un personaggio e descrivere gli sviluppi interiori.
Quindi per questo la trama nella maggior parte dei suoi romanzi passa leggermente in secondo piano.
In questo in particolare l’autore racconta la vita di tre ragazzi giovani: Madeleine, una studiosa amante dei romanzi d’amore, Leonard, un ragazzo intelligente e brillante ma con delle tendenze depressive , e Mitchell, eterno innamorato di Madeleine, timido e riflessivo.
La ragazza si invaghisce di Leonard e si sposano seppur molto giovani e dovrà convivere con la malattia di lui che lo porta ad avere fasi di esaltazione alternate a momenti di buio.
Con il matrimonio lei sacrifica in parte le sue probabilità di carriera e di crescita personale per essere sempre a fianco del marito.
Mitchell parte in una spedizione spirituale e quando torna scombina l’equilibrio precario della coppia.
Quindi la trama del matrimonio che romanzo è? È un racconto di amore in tre forme diverse ma nessuna delle tre a mio parere sana.
A me ha intrigato come lettura perché propone il matrimonio in un’ottica diversa dal solito e lo consiglio agli amanti dell’autore.
Indicazioni utili
- sì
- no
Tre giovani esistenze in parallelo
Dopo tre opinionisti scettici e negativi più qualche anno di distanza, giusto per contrastare e rinvigorire lo scambio tra i lettori di questa sede, inserisco due personali righe sufficientemente positive sull'ultimo romanzo di Eugenides (titolo originale 'The marriage plot', uscito in Italia per Mondadori nel 2011), specificando un'importante premessa e cioè che, nel caso le attese fossero per il classico triangolo amoroso con esplicita e passionale narrazione così come suggerisce la copertina con i tre corpi, uno femminile e due maschili, avvinti e sospesi in una languida ed espressiva carezza, si resterebbe alquanto delusi e disattesi.
Madeleine, Leonard e Mitchell, le principali voci del testo, si muovono in una scoppiettante America di inizio anni 80 cercando il proprio tassello nel mondo dopo la fine del percorso universitario.
Le loro giovani esistenze, descritte sostanzialmente nell'arco temporale di un anno o poco più, sono fisici prestanti e menti colte fatte di sogni, speranze, ormoni, ideali e spiritualità, che si intrecciano di continuo in una narrazione tra spazi territoriali e persino tempi diversi (sono frequenti le rievocazioni al passato).
E' il matrimonio, tema principale della letteratura tradizionale Ottocentesca e indiscusso protagonista dei maggiori capolavori femminili dell'epoca, che in questo corposo romanzo ritroviamo, sebbene rivisitato in chiave contemporanea cioè con un nuovo senso dopo la comparsa di termini quali, 'divorzio', 'parità dei sessi' ed emancipazione femminile.
Ultimamente è difficile trovare un libro che parli solo di matrimonio, altri e ben più variegati sono gli argomenti attuali anche se, il tema in questione (per alcuni ormai scavalcato a beneficio di generi più futuristici tipo fantasy e Cyberpunk) resta pur sempre una parte importante della vita intima di ciascuno di noi, che lo si desideri e sogni ad occhi aperti così come il contrario, di conseguenza leggerne è un po' come ragionare sui nostri stati interiori o sulle nostre aspettative più intime.
E si può dire che “La trama del matrimonio” sia una lettura erudita perché pullula di riferimenti e citazioni letterarie – in particolare su Roland Barthes e il suo 'Frammenti di un discorso amoroso' - nonché di ampi tratti filosofici e psicologici che si addentrano nelle personalità e nelle realtà di provenienza assai differenti dei tre protagonisti, così come un testo ricco di fascinose descrizioni territoriali in quanto uno dei tre neo-laureati, Mitchell, parte per un anno sabbatico in Europa e in Asia alla ricerca del proprio sé o forse in fuga dall'amore idealizzato e non corrisposto (o almeno, non concretizzato), quello per Madeleine, studentessa avvenente e 'perfettina' che si innamora invece di Leonard. Ecco, tra l'altro quest'ultimo personaggio permette all'autore l'approfondimento sullo spinoso tema della depressione e dei vari sotto-generi molto chiacchierati e sempre più frequenti negli ultimi decenni, la bipolarità e le attitudini maniaco-depressive, in quanto oltre alla bellezza esteriore, all'intelligenza e a un ottimo livello di cultura, mostra e si impantana sempre più in eccessi comportamentali e gravi squilibri nervosi.
A questo punto non aggiungo altro altrimenti potrei 'spoilerare', e non è mia abitudine.
Ma un'ultimissima cosa la dico, è un avvertimento per quella lieve pecca nella trama iniziale: perseverate sul principio della lettura, perché l'articolazione di certe pagine non aiuta e la storia, lì per lì, pare non decollare mai. Ma una volta preso il volo, soprattutto quando lo farà anche Mitchell recandosi a Parigi, vi ripagherà a sufficienza.
Indicazioni utili
Il triangolo no, non l’avevo desiderato
Mi è davvero difficile scrivere un commento a questo testo perché, nel tentativo di chiamare a raccolta le mie sensazioni ed emozioni di lettore, mi rendo conto di non trovarle. Trovo un aggettivo: cerebrale.
Il tema non è, come potrebbe sembrare inizialmente, un triangolo amoroso, quanto più un’argomentazione delle effettive possibilità di amare in un contesto in cui la vera conoscenza di sé e degli altri sembra preclusa e in cui i legami sono divenuti precari e instabili. Il matrimonio non è più il coronamento dell’amore come per le eroine dell’Ottocento inglese. Come è possibile allora scrivere un romanzo d’amore? Eugenides costruisce di fatto un romanzo di “scomposizione dell’amore”.
Tre protagonisti. Tre voci. Tre rappresentazioni della cultura universitaria statunitense dei primi anni Ottanta: l’arte e il fascino dei grandi classici, la logica dissacrante dello strutturalismo e della semiotica, la spiritualità della teologia. Tre incarnazioni diverse dell'americano medio: la ragazza che sacrifica le possibilità di carriera sull’altare di un matrimonio precoce, il ragazzo geniale cresciuto in un contesto familiare nocivo che deve convivere con le proprie manie depressive e il ragazzo timido, sempre in ombra, che cerca nella religione la sublimazione di sé. Tre fragilità che cercano inutilmente nell’altro la propria salvezza.
I personaggi vengono denudati, pezzo dopo pezzo, pagina dopo pagina, in una narrazione complessa che procede lentamente tra spazi e tempi diversi. Il tutto infarcito con innumerevoli citazioni e riferimenti filosofici, a tratti anche difficili da seguire per i non addetti ai lavori, come me. Non si può dire che il libro sia mal scritto o che l’autore non abbia cercato di addentrarsi nelle profondità interiori dei protagonisti, e magari sono io a non avere tutti gli strumenti per capirlo o apprezzarlo fino in fondo, ma la sensazione complessiva è che questo discorso sull’amore non prenda vita dalla forza emotiva del racconto ma sia frutto di scelte di testa, di una volontà autorale che si impone sulla storia stessa. Per questo mi trovo a non consigliarlo.
Indicazioni utili
"La (inconsistente) trama del matrimonio"
Una copertina attraente, una presentazione invitante, un autore che già ti ha lasciato un’impressione più che positiva. Questo romanzo aveva tutto e dico tutto, per farmi credere di essere uno di quelli che mi avrebbe inchiodata sul divano a leggerlo per ore.
E per ore mi ha sì intrappolata, pure per un mese buono potrei dire, di noia però, perché dopo due pagine avevo già voglia di chiuderlo. La lettura si è trascinata così a lungo che stavo meditando di trasformarlo in un reggi porta, o in un simpatico soprammobile o, soluzione più drastica, farlo volare giù dal balcone.
Perché “La trama del matrimonio” non è assolutamente il libro che mi aspettavo, né uno che volessi leggere.
Le premesse sono molto buone.
Anni ’80, America. Ci sono tre ragazzi appena diplomati che si affacciano al futuro.
Madeleine è di buona famiglia, una ragazza moderna ma comunque legata alle formalità impartitele sin dall’infanzia. Controcorrente rispetto all’epoca, ama autrici dell’ ‘800 e la sua tesina, che tratta proprio quel periodo, si intitola “La trama del matrimonio”.
Leonard, che proviene da un contesto familiare turbolento, è dolce e brillante, alto e affascinante, ma soffre di un disturbo maniaco-depressivo che dopo parentesi di normalità, lo fiacca e lo abbatte.
C’è infine Mitchell, appassionato di religioni, timido e poco appariscente.
Cosa unisce i tre?
Ovviamente un triangolo amoroso. Madeleine si innamora e si fidanza con Leonard - Mitchell si convince che Madeleine sia la donna che sposerà – Madeleine e Mitchell sono “forse amici-forse possibili amanti-ma senza concludere”.
A questo punto ci si aspetta che lo svolgimento sia una moderna versione dei romanzi del ‘800, dove tutta la storia era incentrata sul matrimonio, dal corteggiamento, agli equivoci fino alla realizzazione.
Forse l’intento di Eugenides era proprio questo, ma credo che si sia perso per strada.
Innanzitutto troppa carne al fuoco, troppe citazioni, troppi spunti che non portano a niente.
Perché dedicare tante pagine alla semiotica, per poi abbandonarla all’improvviso senza che abbia portato contributi evidenti alla storia?
Perché decidere di scrivere di un triangolo amoroso, peccando assolutamente in passione e amore e mettendo come collante, giusto qualche scena di sesso qua e là?
Perché non approfondire meglio i personaggi, a cui si rimane indifferenti, che non coinvolgono mai fino in fondo nelle loro vicende, paure e sofferenze?
Perché non sviluppare una trama coerente all’intento e imbastire invece un polpettone sfilacciato che imbocca solo vicoli ciechi?
Unica nota positiva allo stile, che tranne nella prima parte dove Jeffrey si è dilungato in digressioni noiose, inutili e col solo risultato di rallentare la lettura, è piacevole, colto, intriso di riferimenti ad altri testi.
Stile nel complesso sprecato però, perché è la sostanza che manca, è lo sviluppo dei personaggi che pecca, il coinvolgimento emotivo è nullo, puramente cerebrale … e neanche tanto visto il forte desiderio di “uccidere” il libro defenestrandolo.
Non posso consigliarlo, se non per la sua piuttosto consistente mole che può risultare utile a tante altre occupazioni che non siano la lettura.
Indicazioni utili
Esasperante!
Ho intrappreso la lettura di questo libro armata delle migliori intenzioni. L'autore mi sembrava quasi una garanzia. Eugenides non è un autore seriale, uno di quelli che sforna un libro o più all'anno, no. Lui in un ventennio ne ha pubblicati 3, incluso questo. Un autore che dedica così tanto tempo alla creazione delle sue opere mi fa ben sperare che tali opere siano frutto di un lavoro accurato, di studi e/o ricerche approfondite e migliori rispetto a chi per contratto deve scrivere con le ore contate per riuscire a pubblicare nei tempi imposti dal mercato editoriale. Devo ammettere che attendevo con ansia di leggere questo suo terzo libro. Se la lettura di "Le vergini suicide" mi aveva convinta a metà, ma era indiscutibilmente un buon libro e dalla tematica originale (e non a caso ne hanno pure tratto un film), la lettura di "Middlesex" mi aveva convinta totalmente. Anche qui storia originalissima ma sviluppata e narrata meglio del precedente romanzo. Con "La trama del matrimonio" mi aspettavo quasi i fuochi d'artificio. Ma, ahimé, più che fuoco d'artificio, si è rivelato un fuoco di paglia. La trama del libro mi ispirava moltissimo, e, in particolare, ero rimasta folgorata da questa frase recata sulla quarta di copertina: "Con intelligenza, ironia e straordinario calore, Eugenides riprende la grande tradizione letteraria ottocentesca legata al tema del matrimonio e la riscrive completamente alla luce dell'oggi". Ora che ho terminato il libro posso affermare con assoluta certezza che nel romanzo non c'è nulla di ciò che promette quella frase! Nulla di nulla, zero assoluto! Sembra incredibile, ma sia titolo del libro e sia i richiami alla tematica del matrimonio sono totalmente fuorvianti, perché il libro narra del matrimonio non più di un 5%, nulla di tutto ciò è ripreso dalla tradizione letteraria ottocentesca, e inoltre, di acuta ironia neanche l'ombra.
La storia si svolge nell'arco di un anno circa, dal momento in cui la protagonista si laurea, all'anno dopo. Ma in questo frangente ci sono dei continui ritorni al passato, soprattutto al periodo del college, tanto che più di una volta ho avuto il dubbio che avessi sbagliato libro e che sotto la sovracopertina fosse nascosto uno di quei superinflazionati libri adolescenziali sui festini alcolici delle confraternite collegiali, in cui sesso e linguaggio sboccato padroneggia alla grande. A causa di tutte queste reminescenze la storia sembra non avanzare mai! Per centinaia di pagine rimane ferma ancorata allo stesso punto da cui è partita. E lo stile di scrittura non aiuta a mandarla giù. Descrizioni lunghissime quanto inutili occupano intere facciate. Per non parlare delle continue divagazioni su qualsiasi tematica passi per la testa all'autore. Sembra quasi che l'unico scopo del libro fosse raggiungere le 500 pagine. In che modo? Non ha importanza, basta scrivere di qualsiasi cosa, sproloquiare su saggi di autori sconosciuti (ci saranno almeno 30 pagine sullo studio della teologia!), filosofeggiare su alcuni concetti da intelletualodi post rivoluzione studentesca. E, ovviamente, nel mezzo buttarci dentro qualche storiella di sesso assurda. Sono stata tentata più e più volte di abbandonare la lettura, perché sembrava non portare da nessuna parte. La storia principale non decollava mai. A pagina 300 mi sono chiesta se una storia principale ESISTESSE sul serio o la mia era solo una vana speranza. Bisogna arrivare a pagina 330 per ritrovare un minimo senso logico, e da lì, anche se con un po' di fatica, la storia inizia ad avere un minimo senso. Ma non aspettatevi grandi cose. Lo stile scrittura rimane di una lentezza esasperante. Le frasi brevi e coincise in questo libro ve le potete scordare, la frase più corta conta almeno 10 righe. Se poi avete la sfortuna di imbattervi in una parentesi potreste rimanere bloccati per altre 10 righe. E, purtroppo, il testo è disseminato di parentesi manco fosse un campo minato.
Alla fine ce l'ho fatta a terminare la lettura, ormai me l'ero imposto, anche perché altrimenti come facevo a scrivere una recensione su un romanzo che ho letto solo parzialmente? Bisogna conoscere per intero prima di giudicare. E ora che l'ho fatto posso permettermi di criticare spietatamente questo romanzo, la cui storia, in definitiva, può sì considerarsi piuttosto originale (anche se il termine "strampalata" calza meglio), ma, oltre ad non mantenere assolutamente le promesse che si prefiggono titolo e sinossi, poteva tranquillamente essere raccontata in 100 pagine. Inutile dire che ne sono rimasta delusissima, "La trama del matrimonio" è un romanzo eccessivamente prolisso, esasperatamente divagante e a tratti di cattivo gusto. Da un autore come Eugenides non me l'aspettavo proprio.