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La tela di ragno La tela di ragno

La tela di ragno

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Il romanzo "La tela di ragno" uscì a puntate dal 7 ottobre al 6 novembre 1923 sul quotidiano socialista viennese "Arbeiterzeitung". Soltanto due giorni dopo la sua interruzione Adolf Hitler tentava il suo primo, fallito colpo di stato, e questo può spiegare il quadro storico da cui scaturisce la figura del protagonista di questa straordinaria narrazione, Theodor Lhose, un mediocre ufficiale tedesco della grande guerra assetato di potere che percorre tutte le tappe dell'abiezione personale e politica. Accanto a lui sfilano uomini devastati dalla loro stessa pochezza umana, frutti famelici di un'epoca che sta sempre più sprofondando nella violenza cieca. Un romanzo davvero impressionante per lucidità e intensità, e - insieme un'agghiacciante preconizzazione degli orrori del nazismo.



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La tela di ragno 2023-01-15 14:14:58 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    15 Gennaio, 2023
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Una testa piena di fumo

Aveva notato le mosse di un ragno : "i brevi attimi dell'agguato (...), che era un avventarsi, un saltare e un cadere al tempo stesso".

Quanto vento gelido sulla giovane repubblica tedesca fin dai primi anni '20!
J. Roth ce ne offre una rappresentazione da brividi in questo libro del 1923.
Protagonista è Theodor, un giovane taciturno, in una Germania in cui l'antisemitismo si diffonde quasi come contrappeso dell'evidenza con cui esponenti ebrei eccellono nelle varie carriere.
Lui doveva constatarlo ogni giorno alle dipendenze del ricco gioielliere Efrussi in qualità di precettore del dotatissimo figlio.
Tutto gli era poco chiaro. Brancolava nel buio. A volte si sentiva una nullità. Era impellente il suo bisogno di riscatto, del riconoscimento da parte degli altri. Bramava autorità e fama.
Diventa membro di un'associazione segreta, in quel marasma sociale in cui si confondevano rivoluzionari e spie, opposti estremismi, approfittatori e doppiogiochisti.

Romanzo terribilmente premonitore per il futuro della Germania e non solo.
Il protagonista, inquieto e inquietante, può risultare figura emblematica di quel torbido periodo. In confronto, Bel-Ami di Maupassant potrebbe sembrare quasi rassicurante; il che è tutto dire.
Qui si traffica col delitto!

Un breve romanzo interessante, in cui analisi psicologica e condizione storica formano un tutt'uno.
la prosa asciutta, scattante è in continua tensione.
Ciò che però mi è mancato è stato il piacere della lettura.
Nelle scene particolarmente cruenti si nota una specie di enfasi per eccesso di dettagli raccapriccianti.
L'autore imparerà presto che il troppo non giova alla qualità letteraria.

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letteratura mitteleuropea
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La tela di ragno 2018-06-04 20:26:56 siti
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siti Opinione inserita da siti    04 Giugno, 2018
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RAPSODIA ANTICIPATORIA

L’ex sottotenente Theodor Lohse terminata la grande guerra torna ai ranghi: è ora uno studente di legge e un precettore inadeguato presso la ricca famiglia ebrea Efrussi. Fuori dalle gerarchie militari perde la sua identità, non c’è una regola cui riferirsi e la disciplina è un derivato della miseria di chi non può ambire a posizioni migliori. L’anonimato lo schiaccia e si nutre di sogni grandiosi di rivalsa. La stessa che anima chi non può soggiacere ai trattati di Versailles, la stessa che non può veder soccombere l’impero, la stessa che agogna la Repubblica, la stessa che vorrebbe la rivoluzione, la stessa che imputa ogni scacco agli ebrei. Odia e diventa violento. Si insinua negli ambienti che cospirano e tramano, cospira, trama, sospetta, tradisce e supera qualsiasi ideologia, fa sue certe posizioni, le impara perfino a memoria, con esse attira le folle ma lui lavora solo per se stesso. E l’odio cresce, si autoalimenta, straripa. Lui vuole la gloria, il suo nome sui giornali, il nazionalsocialismo è d’altronde solo un’idea, lui vuole il denaro, lui vuole essere come l’ebreo e comprarsi perfino uno come lui. Lui vuole il potere…
Tremendo affresco rapsodico di una scalata individuale alla ricerca di un ordine nuovo, terribilmente individualista e senza morale.
Romanzo storico-politico del 1923, tratteggia un’epoca, tutta vissuta da Roth, in una Berlino ben rappresentata, e anticipa un altro sogno tramutatosi in tragedia. Incompiuto, lascia il lettore in un crescendo di intrighi, complotti, attentati, fughe, invischiato e intrappolato come un insetto in attesa del ragno. Lui Roth, presentendo il fallimento della Repubblica di Weimer, vide lungo lasciando Berlino per Parigi.

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La tela di ragno 2013-11-11 21:25:15 paola melegari
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    11 Novembre, 2013
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theodor lohose, il piccolo uomo

La tela di ragno. Mi scuso, ma a causa mia è stato inserito un titolo non propriamente esatto ( di ragno e non del)

La tela di ragno, uno dei primi romanzi di Roth, pubblicato a puntate sul quotidiano del partito socialista austriaco, ci offre una lucida analisi della formazione dell’ideologia e del gerarca nazista.

Theodor , studente di legge, e precettore per una ricchissima famiglia ebrea, non è soddisfatto , ma soprattutto gli rode che fin dai tempi della scuola i primi della classe erano sempre ebrei, sempre, sul suo percorso lo superavano, li invidiava.
Persino la bellissima moglie di Efrussi, madre dei suoi studenti, era il suo ideale di donna, irraggiungibile.

Inizia così il cammino di Theodor, che passo passo migliora la sua posizione sociale alimentando l’ arrivismo, soprassedendo ad ogni regola morale , diventando assassino , spia, degradandosi sempre più
per la carriera, per emergere e far parlare di se’

La sua figura meschina ci rende l’idea di chi fossero effettivamente le SS e gli altri corpi militari nazisti.
Emblematica la fine, che ci insinua nella mente come dovesse essere vivere spiando e denunciando, rendendosi conto che chi spiava e denunciavo era lui stesso oggetto delle stesse azioni .

Pazzi in preda a follia collettiva , questo erano i nazisti, e il loro leader ne era la prova .

Lo consiglio per chi desidera approfondire la nascita del nazismo , in particolare lo consiglio a nadia.



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e vuole conoscere sulla formazione dei gerarchi nazisti
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