La straniera La straniera

La straniera

Letteratura straniera

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Nel 1945 Claire Randall, un'infermiera militare, si riunisce al marito alla fine della guerra in una sorta di seconda luna di miele nelle Highland scozzesi. Durante una passeggiata la giovane donna attraversa uno dei cerchi di pietre antiche che si trovano in quelle zone. All'improvviso si trova proiettata indietro nel tempo, di colpo straniera in una Scozia dilaniata dalla guerra e dai conflitti tra i clan nell'anno del Signore 1743. Catapultata nel passato da forze che non capisce, Claire si trova coinvolta in intrighi e pericoli che mettono a rischio la sua stessa vita e il suo cuore.



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La straniera 2018-12-25 22:50:58 BettiB
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BettiB Opinione inserita da BettiB    26 Dicembre, 2018
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Harmony ma con perfetta ricostruzione storica

Nutro sentimenti profondamente contrastanti verso questo libro e in generale verso questa saga.
Il mio lato irrazionale e "di pancia" si è profondamente affezionato a tutti i personaggi e alle loro vicende, fantasticandoci sopra e rileggendo spesso alcuni capitoli sparsi qua e là. La mia parte razionale e più critica nutre invece diverse riserve proprio sugli elementi portanti del libro: i personaggi, la trama, lo stile (mi chiedo ancora perché ho letto tutti i libri e non mi sono fermata a quando ha iniziato a degenerare in modo esagerato...)
Ma andiamo con ordine.

Outlander - La straniera, primo libro di questa immane saga, racconta di Claire, giovane neosposina e infermiera reduce dalla Seconda Guerra Mondiale che può finalmente ricongiungersi con il marito, storico di professione. I due tentano di rivivere una sorta di seconda luna di miele a Inverness, nelle Highlands scozzesi. Durante una delle sue passeggiate in solitaria alla ricerca di specie di piante e fiori curativi (passione di Claire), la ragazza capita in un antico luogo sacro, Craigh na Dun, e viene catapultata indietro di 200 anni. Totalmente spaesata comincia la sua avventura tra i clan scozzesi: prima tentando di fuggire disperatamente per tornare nella sua epoca e da suo marito Frank, poi iniziando a nutrire un'ardente passione che sfocia in amore verso Jaime, un giovane scozzese parte del clan che si trova costretta a sposare per sfuggire all'arresto da parte del generale inglese Randall che è 1. antenato di suo marito e 2. particolarmente accanito contro Jamie. A tutto ciò si intrecciano le vicende storiche di una Scozia in subbuglio, seguace di Bonnie Prince Charls, con i giacobiti che iniziano a far sentire la propria voce e che porterà poi al massacro di Culloden.

Questo il riassunto estremamente spicciolo della trama di questo primo libro. In realtà le vicende sono tantissime (davvero tantissime!), sembrano delle vere e proprie puntata di una serie tv - come se la scrittrice ben sapesse che il materiale poteva trasformarsi facilmente in un telefilm. E forse proprio qui cominciano le note dolenti.
Le vicende sono appunto degne di una serie tv... in modo esagerato. Succede di tutto, estremi pericoli e rischi di morte ad ogni angolo, una pagina dietro l'altra. Posso capire le difficoltà e gli ostacoli della vita del '700 nelle highlands, ma Claire e Jamie sono particolarmente sfortunati! Perseguitati, perennemente in viaggio, imprigionati più e più volte, torturati... ad ogni pagina! E' tutto un po' "too much" da credere, persino per quell'epoca.

Poi, i personaggi. Per quanto il mio inconscio perdutamente romantico adori il tipo alla Jamie Fraser - bellissimo, coraggioso, impavido, sempre giusto e rispettoso, aperto e comprensivo, sensibile, eccetera eccetera - avrete capito da voi da questa breve descrizione che è il tipico uomo perfetto in stile harmony. E Claire... la più bella di tutte, pure lei coraggiosissima, non si piega davanti a niente, passa sopra a tutto pur di averla vinta... altro personaggio TROPPO perfetto, troppo stereotipato, i cui "difetti" sono in realtà unanimemente apprezzabili. Per quanto riguarda la costruzione dei protagonisti direi che non ci siamo troppo. Decisamente troppo harmony.
Un pochino meglio forse i personaggi secondari, forse perché la Gabaldon ha potuto sbizzarrirsi un po' più con la fantasia, ma qui l'approfondimento è talmente lieve che non si può davvero dire.

Lo stile dell'autrice, Diana Gabaldon. Di lavoro la Gabaldon studia, e in questo caso la ricerca storica che ha fatto per la saga di Outlander è a dir poco impeccabile: descrive l'epoca con un senso di vicinanza incredibile, tanto da portarti a credere di conoscere a menadito usi e costumi delle Highlands (prima) e delle prime colonie americane (poi). Storicamente ineccepibile. Sia per quanto riguarda il lato storico quindi vicende, fatti, date, personaggi, risvolti storici ecc., che, soprattutto, per il modo di vivere e la quotidianità di uomini e donne della metà del '700. Come mangiavano e cosa, come si lavavano, vivevano, cucivano, dormivano...ma anche come si curavano (Claire è un medico) che è forse uno degli aspetti che mi è più piaciuto e mi ha più incuriosito dell'intero libro. Quindi questo ottimo!
Lo stile, d'altro canto, è molto semplice, elementare. Scorrevole, fluido, certo, ma veramente molto elementare. Dialoghi stereotipati quanto i personaggi (a volte decisamente fuori da ogni grazia: frasi che pure negli harmony suonerebbero non credibili, melense, esagerate!), nessuna grande perla - nemmeno quando si capisce benissimo che l'intento primario dell'autrice era proprio quello di piazzarti la perla di saggezza. Su questo a mio parere non ci siamo.

Capite quindi perché sono così combattuta. La mia "pancia" ha letto con piacere i primi libri, ha seguito le vicende dei piccioncini e soprattutto ha imparato un sacco di cose sulla storia scozzese e inglese. Ma la mia parte razionale da lettrice critica riconosce le falle evidenti che ci sono.

E soprattutto, come già detto prima di me: LA SAGA NO. Le vicende di molti personaggi potevano concludersi in modo lineare molti molti libri prima! Non capisco il senso di continuare a sfornare un libro dietro l'altro, quando diventa sempre più palesemente evidente il carattere "forzatamente seriale" delle vicende, che perdono ogni credibilità e diventano al pari di Beautiful!!! Bastavano i primi due, esageriamo, tre libri. Volendo strafare: ok fino all'America perché chiude una sorta di cerchio (SPOILER: si riuniscono, Jamie conosce la figlia, eccetera). Ma poi BASTA. Si è perso completamente il senso e ripeto: Beautiful versione scozzese, con dialoghi ancora più pessimi, scene originali ridotte a meno di zero. Peccato.

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Consiglio solo i primi libri, NON la saga!
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La straniera 2017-07-01 16:36:19 Vivix
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Vivix Opinione inserita da Vivix    01 Luglio, 2017
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La straniera

Mi sono innamorata dell’omonima serie tv che stanno girando da questa saga e, dal momento che molti fan che la seguono stravedono anche per i libri, ho deciso di comprare questo volume. Pensavo di andare sul sicuro, tanto è vero che non ho neanche controllato le recensioni, come faccio di solito prima di acquistare un libro. Sono rimasta amaramente delusa.
Il libro è quasi perfettamente identico alla serie tv (o meglio è quest’ultima ad imitare il libro) perciò non c’è stato quasi nulla di inaspettato, niente suspance né sorprese ed ovviamente già questo influenza una lettura, ma, anche così, se un libro è bello resta tale, invece qui non è successo.
I paesaggi e i personaggi mi sono piaciuti tutti ma ogniqualvolta la scrittrice descriveva uno di questi elementi si dilungava troppo, a tal punto che la mia mente evocava all’istante la rispettiva versione del telefilm e, sebbene continuassi la lettura, era come se in realtà il mio cervello avesse staccato la spina.
La scrittura, come ho detto, l’ho trovata un po’ lenta, ma mi è molto piaciuto il lavoro del traduttore/trice: ho apprezzato la scelta dei termini, non tutti comuni, come di solito si trovano nei libri degli ultimi anni.
La ricostruzione storica è magistrale ma c’è una pecca: a differenza del telefilm, dove indumenti ed oggetti possono essere visti, con un libro questo non può accadere perciò sarebbe stato positivo se la Gabaldon avesse descritto gli oggetti dell’epoca, cosa che invece fa raramente, al contrario di solito si limita ad usare solo il loro nome, ma così per gli estranei del settore la lettura diventa difficile. Lo stesso vale per le frasi in gaelico: anche se si conosce bene l’inglese quasi mai si riesce a capire la lingua usata dagli Highlanders e, anche in questo caso, la scrittrice non aiuta. Ad esempio, gli scozzesi per dire “sì” usano l’espressione “aye”, che non viene mai tradotta; se non avessi visto il telefilm sarei stata costretta a cercarla sul dizionario. Credo che la Gabaldon avrebbe dovuto inserire un vocabolario storico ed uno gaelico a fine libro per aiutare i lettori.
Infine, quello che davvero non mi è piaciuto: l’approfondimento psicologico che, a mio parere, è del tutto assente. Vivendo avventure (e disavventure!) come quelle di Claire, ce ne sono di pensieri a sentimenti a cui dar voce, invece l’autrice si limita a descrivere, dettagliatamente ma freddamente, ciò che accade. Sicuramente ad acuire questa mia sensazione è stato il ricordo delle interpretazioni dei protagonisti nel telefilm (che invece erano talmente espressive da far contorcere le budella), ma si tratta di una pecca che avrei avvertito ugualmente.
Infine, la trama, per me è quasi inesistente, voglio dire, succedono tantissime cose ma è come se si trattasse di piccoli episodi separati tra loro, in un telefilm va bene ma in un libro no.

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La straniera 2015-09-29 18:47:46 martaquick
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martaquick Opinione inserita da martaquick    29 Settembre, 2015
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Outlander- La saga di Claire Randall

Premetto che non amo i romanzi che trattano di romanticismo e prediligo thriller horror e opere di tutt'altro genere, ma La straniera di Diana Gabaldon è una mia grande eccezione. C'è chi dice che è noioso, c'è chi è fan sfegatato, c'è chi ha letto il primo libro e non ha proseguito. Io odio lasciare le cose a metà soprattutto quando si tratta di libri quindi ho quasi finito tutta la saga della Gabaldon mi mancano gli ultimi 4 libri (sono 15 in totale in Italia se non erro). A me la saga piace, sì ci sono dei libri che sono un po' pesanti ma tutto sommato credo che la finirò ormai che ci sono quasi. Mi sento di dire a tutti non fermatevi al primo libro ma arrivate almeno fino al quarto ossia Il cerchio di pietre perchè meritano davvero!
Ma torniamo alla Straniera. L'ambientazione storica è fantastica soprattutto a chi piace un tuffo nel passato dettagliato e preciso. La storia può piacere oppure no, il ritorno nel passato della protagonista Claire non è un'idea tanto originale per i lettori di oggi abituati ad aver visto di tutto ormai ma credo che comunque possa attirare l'interesse per chi ama romanzi diversi dalle solite storie d'amore semplici.
L'abbandono da parte di Claire del suo marito del "presente" per un nuovo amore nel passato può risultare antipatico ma essenziale per la sopravvivenza in un epoca che non è sua. Anche questo è un aspetto da considerare nella storia, non solo l'infatuazione della protagonista per un uomo del passato ma anche della sua abilità e del suo spirito di adattamento e il suo coraggio.
Il protagonista maschile, Jamie Fraser, scozzese e highlander doc, è un esempio di uomo d'onore e di parola, è descritto davvero bene, è coraggioso, rispettoso e forte, forse è anche troppo enfatizzato il suo lato da macho man ma infine gli uomini del 1700 non erano forse costretti ad essere forti per le loro donne e per la loro famiglia e sopratutto per difendersi? Io sono di parte ma credo che Jamie come figura maschile sia ben più accattivante della sua controparte femminile Claire.
Devo dire che aimè il personaggio che a me è piaciuto quasi di più dei protagonisti è Black Jack Randall, il "cattivo" della storia. Una giubba rossa che perseguita Jamie e di conseguenza farà del male anche a Claire. é una persona perversa e maligna e le scene in cui compare sono sempre cariche di tensione e tormento.
Tutti gli altri personaggi sono ben descritti e non sono solo un elemento decorativo ma sono determinanti per la storia. Da buon romanzo anche un po' fantastico ci sono anche elementi magici e anche miti e leggende popolari della Scozia. Bellissimo l'ampio uso della lingua gaelica nel corso del libro e anche le descrizioni dei paesaggi e ambienti scozzesi.
Io consiglio questo libro sopratutto al pubblico femminile perchè credo che per gli uomini potrebbe risultare un romanzo troppo mieloso. Non so se io sono rimasta colpita da questo libro perchè non leggo spesso storie d'amore ma per me è un bellissimo romanzo.

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La straniera 2015-08-02 15:12:31 ALI77
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    02 Agosto, 2015
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UN VIAGGIO ATTRAVERSO I SECOLI

Un romanzo veramente intenso con protagonisti Claire e Jamie che con la loro storia d’amore ci fanno capire che l’amore può superare ogni cosa.
Claire, è un’infermiera e dopo la seconda guerra mondiale ritrova il marito Frank e fanno una sorta di seconda luna di miele in Scozia, un giorno visitando la collina di Craigh Na Dun dove ci sono delle pietre antiche, la donna viene catapultata duecento anni prima nel 1743.
Dopo un periodo di smarrimento la donna si dovrà ambientare nella nuova epoca e cercare di sopravvivere e capire come mai si trova lì e se riuscirà a tornare indietro.
Mi fermo qui perché la trama è arcinota ed è un romanzo di enorme successo tornato in voga in questo periodo grazie al telefilm ispirato al libro, che però ancora non abbiamo avuto il piacere di vedere in Italia.
Questo romanzo è stato scritto in maniera molto dettagliata a livello storico, con una ricostruzione veritiera degli eventi accaduti.
Claire è una donna forte che non si abbatte, che riesce sempre a trovare una via per riuscire a sopravvivere ed è un personaggio che risulta subito simpatico al lettore.
Jamie non è il ragazzo perfetto, non è ricco ne ha una buona posizione, ma è sicuramente bello e prestante colpisce molto Claire ma poi scopriamo nel corso della storia essere anche una persona di buon cuore e leale.
Una storia d’amore tra una donna Claire che ha qualche anno in più di Jamie che lo guida, un po’ mi è sembrato avere con lui un senso materno, forse per la differenza di’epoca o forse solamente per le esperienze che lei aveva fatto.
Ho avuto delle sensazioni contrastanti leggendo il libro, mi è piaciuto moltissimo, mi ha coinvolto e appassionato ma potrò continuare la serie?
Qualcosa attualmente mi blocca forse non voglio rovinare l’idea che mi sono fatta dell’amore tra Claire e Jamie, non voglio andare avanti e magari scoprire delle cose spiacevoli che rovinino tutto.
Come tutti i veri amori la loro storia verrà ostacolata, non c’era nemmeno il tempo di fermarsi un attimo a godersi il momento che succedeva qualcosa.
Un libro che consiglio perché l’autrice ha creato un romanzo, sì molto lungo, ma che non annoia mai il lettore, pieno di colpi di scena e ricco di una storia d’amore unica che forse esiste solamente tra le pagine stampate di un libro.

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Il libro lo consiglio vivamente, continuare la saga direi proprio di no..........
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La straniera 2015-04-30 19:33:11 RansieLaStrega
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RansieLaStrega Opinione inserita da RansieLaStrega    30 Aprile, 2015
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Un ottimo romanzo storico. Ma la saga no!!

E' un bellissimo libro, peccato averlo scoperto solo ora che la serie Tv impazza sui canali Sky. In libreria lo trovate nascosto tra i fantasy, ma a mio parere è anche un romanzo storico nonché un libro d'avventura. La protagonista Claire, infermiera di guerra, alla fine del secondo conflitto mondiale ha modo insieme a suo marito Frank Randall, di godersi una seconda luna di miele. Come meta sceglieranno le affascinanti Highlands scozzesi. Dopo un paio di giorni nella zona, Frank deciderà di visitare i vari luoghi circostanti e ciò che li legava in passato con un suo antico antenato Jack Randall, ufficiale delle giubbe rosse nella metà del 700 vissuto durante il dominio inglese sulle terre Scozzesi. Alla vigilia di un evento di festa legato a molte leggende del luogo, Claire decide di fare una scampagnata in solitudine e si avventurerà nelle valli delle Highlands fino ad incontrare un luogo dove dimorano delle pietre (Chang na Dun), senza saperlo, al solo tocco con esse quasi attratta come una calamità,si ritroverà catapultata nel passato. Da qui ha inizio un'altra avventura per Claire, l'incontro con Jack Randall, l'antenato di Frank(suo marito nel 1945) e del clan McKenzie che la salverà dalle grinfie di quest'ultimo. Le avventure mozzafiato che s'intrecciano in questo romanzo, sono pazzesche e sempre piene di colpi di scena (forse anche troppi, Claire sempre nei guai e qualcuno sempre pronta a salvarla!). Claire sfrutterà le sue doti d'infermiera per curare i membri del clan, fino ad innamorarsi di uno di loro James Freser, affascinante ragazzo scozzese, diverso dal resto del clan per gentilezza, modi di fare e protezione verso quest'ultima. La storia è molto avvincente, molto ricca di passione e merita di essere letta, voglio dire...c'è di peggio, ci sono sempre gli harmony (MIO DIO!!). Senza saperlo, ho poi appreso che la storia si sviluppa in una saga ad oggi ancora non conclusa, composta da circa 13 libri (in Italia) e che, non sò se vale la pena leggere.
Sono molto severa su questi giudizi, a mio parere uno scrittore di successo non può da una storia (nata e sviluppata anche molto bene), tirarne fuori una saga di 10 libri ed oltre...diventa una mancanza di serietà unica...per queste cose c'è BEAUTIFUL su canale 5 insomma!!
Io vedo questo libro a se stante, non voglio leggere l'intera saga inconclusa e... al massimo potrò optare per 2 o 3 libri, ma nulla di più.
Per come è scritto, "La Straniera" è un romanzo che ha un inizio e una sua fine, bhè si qualcosa viene tralasciato, ma il giochino della scrittrice di trascurarlo è proprio per scrivere l'altra enormità di libri. Scusatemi ma io tutta questa pazienza non ce l'ho, ho altri romanzi da leggere.. ;)
Lo consiglio vivamente, soprattutto agli amanti della Scozia come la sottoscritta.

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La straniera 2014-05-01 14:14:01 LittleDorrit
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LittleDorrit Opinione inserita da LittleDorrit    01 Mag, 2014
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Precipitevolissimevolmente...sempre più giù.

Inverness, Scozia 1945.
Al termine della seconda Guerra mondiale una coppia di sposini si riunisce dopo la lunga separazione dovuta al conflitto e decide di godersi una seconda luna di miele.
Lei, Claire, è un'infermiera militare inglese, donna energica, pratica, dai modi poco raffinati; lui, Frank Randall, è un dotto professorino di Oxford tutto d'un pezzo.
Provano a ritrovarsi e a godere appieno di siti storici, di antiche leggende, di panorami da brughiera e di ricerche per l'albero genealogico dei Randall.
Una mattina come tante, Claire, in un'uscita solitaria alla ricerca di campioni per il suo erbario, raggiunge un luogo carico di mistero, la collina di Craigh Na Dun.
Qui, dove sorge un circolo di pietre in stile Stonehenge, qualche giorno prima lei e il marito avevano assistito ad una sorta di "sabba moderno" compiuto da donne del luogo.
Avvicinatasi a due enormi massi, viene letteralmente risucchiata da quello che sembra essere un vero e proprio passaggio temporale e si ritroverà nel medesimo luogo ma nel passato...precisamente nel XVIII sec. nel bel mezzo degli scontri fra inglesi e scozzesi.
Rapita (o anche salvata se vogliamo) da un gruppo di rudi scozzesi in kilt, farà la conoscenza di uno degli highlander rimasto ferito: l'aitante Jamie Fraser, bamboccio/belloccio (come da migliore tradizione) con cui raggiungerà il castello di Leoch e instaurerà una relazione di amicizia, prima, di mutua assistenza, dopo, e, dulcis in fundo, d'amore.
Tra trappole, intrighi, ambigui personaggi, storie di famiglia, leggende, streghe e inquisitori (il tutto servito in modo sempre poco spettacolare), Claire, sarà chiamata a fare la sua scelta definitiva:
tornare dal marito o restare col bamboccio dalle ehmmm..."accattivanti virtù"?
Indovinate un po' come va a finire?
Diana Gabaldon, non sembrava affatto una sprovveduta; una laurea in zoologia, un master in biologia marina, docente universitaria, una laurea honoris causa in scienze umanistiche, scrittrice di articoli e di recensioni, fondatrice di una rivista scientifica ecc.
Con questo romanzo, primo di una lunga serie, avrebbe potuto avere una resa enorme senza rinunciare allo spessore, invece, tutto crolla miseramente sotto il peso della solita trama scialba, di scene passionali senza passione, di dialoghi deboli, di un iter narrativo mal organizzato, di punti di vista troppo femminili e senza contrappesi e storie di confine noiose da morire.
Unico punto a favore, la ricostruzione storica del periodo, che risulta essere precisa e dettagliata ma che perde credibilità a contatto con una trama così debole.
Tutto questo mi conferma una sola cosa: la preparazione da sola non basta. Il talento della narrazione, l'inventiva, il fascino della parola scritta è solo per pochi eletti. Ho avuto la netta sensazione di essere al cospetto della classica "prima della classe" che vuol dimostrare a tutti i costi di poter arrivare dappertutto. Magari fosse tutto così semplice. Dappertutto non è un luogo. È un'utopia. E quando si cade dall'alto delle grandi utopie, si fa rumore. Un tonfo incredibile con tanto di eco.
Questo suo primo scritto ha avuto una risonanza enorme sul web; un successo che si è esteso a macchia d'olio raggiungendo (ahimè) anche la sottoscritta attraverso il consiglio di un'amica a sua volta consigliata da una libraia. A me, però, non è piaciuto (si era capito?).
A voi, invece, lascio il beneficio del dubbio.
Spero di trarre qualche emozione in più dalla serie televisiva in stile "Trono di spade" che uscirà quest'estate. Ma....staremo a vedere.

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