Narrativa straniera Romanzi La stranezza che ho nella testa
 

La stranezza che ho nella testa La stranezza che ho nella testa

La stranezza che ho nella testa

Letteratura straniera

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Mevlut è innamorato di Rayiha, una ragazza incontrata una volta sola. Per tre anni non passa giorno senza che lui le scriva una lettera d'amore. Il suo migliore amico Sùleyman, che gli fa da "postino", riferisce a Mevlut che la ragazza acconsente a scappare con lui e sposarlo. Peccato soltanto che, una volta portata via la ragazza, finalmente al sicuro sul treno, Mevlut guardi bene in faccia la sua futura moglie e scopra di essersi sbagliato: quella non è Rayiha, ma la sorella più grande e brutta che aveva ricevuto le lettere, credendo fossero destinate a lei. Mevlut, pur con la morte nel cuore, non riesce a dirle di essersi sbagliato. Una volta tornato a Istanbul sposato con la donna sbagliata, iniziano le fortune di Mevlut. Ma anche le grandi fortune possono avere precipitosi rovesci: soprattutto quando scopri che il tuo migliore amico e socio d'affari sta per sposare Rayiha, il tuo unico, vero amore.



Recensione della Redazione QLibri

 
La stranezza che ho nella testa 2015-11-30 20:57:11 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    30 Novembre, 2015
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Il venditore di boza

Orhan Pamuk, Premio Nobel per la Letteratura del 2006, ci presenta il suo nuovo libro. “La stranezza che ho nella testa” parla, come ci racconta l’autore, “della vita, delle avventure, dei sogni, degli amici e nemici di Mevlut Karatas, il venditore di boza”.

Pamuk oltre a farci scoprire e vivere la vita del protagonista, ci porta all’interno delle case, nelle vie e nei locali di una città, Istanbul, che cambia, che si trasforma, fino a diventare quella che è oggi. Le tradizioni, i colpi di stato, i furbetti, la famiglia, i matrimoni combinati, l’istruzione e la religione, influenzeranno la vita di un uomo che pur dovendo affrontare molte difficoltà, non perderà mai l’ottimismo.

Ho detto poco sulla trama perché quando l’ho letta io, mi ero fatta un’idea sbagliata e quindi non voglio influenzarvi ma incuriosirvi.
Un’altra cosa che mi ha incuriosito e che dopo aver preso in mano il libro, soppesandolo, avevo valutato (ormai sono come gli intenditori, da uno sguardo di solito capisco il numero di pagine) che poteva essere un libro da poco più di trecentocinquanta pagine, invece sfogliandolo mi sono resa conto che erano ben 560. Non fatevi spaventare da questo; questa è una storia che va letta e assaporata pagina dopo pagina, perché il venditore di boza è un uomo che ha vissuto una vita che può sembrare ordinaria, ma che nella sua ordinarietà è veramente straordinaria.

Una frase per farvi capire qualcosa in più di Mevlut, da molti definito ingenuo e sognatore:

“Mevlut, se avessi vinto il primo premio della lotteria, cosa avresti fatto?..Sarei rimasto a casa con le mi figlie a guardare la televisione, non avrei fatto nient’altro”.

Per quanto riguarda lo stile, è il primo libro che leggo di Pamuk e ne sono rimasta piacevolmente colpita. Particolare è la scelta, oltre a quella di raccontare la storia del protagonista, di dar voce ai vari personaggi, che volta volta, in prima persona, raccontano la loro verità. Davvero singolare. Inoltre in molti casi anticipa quello che poi verrà narrato.

Vi lascio con quest’ultima frase:

“Il collegamento tra le intenzioni del cuore e le intenzioni delle labbra era la fortuna, naturalmente: uno può avere intenzione di fare una cosa, ma finisce per dirne un’altra; la fortuna era il ponte che poteva unire le due intenzioni”.

Lo consiglio, ne sono rimasta affascinata.

Buona lettura!!!

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La stranezza che ho nella testa 2016-03-01 20:19:32 68
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68 Opinione inserita da 68    01 Marzo, 2016
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Viaggio nell' amore e nella storia

C'è' un mondo che ruota attorno ad una storia d' amore, ed è' la vicenda di un individuo, Mevlut, di una famiglia, la sua, di relazioni umane, di una città', Istanbul, multi-etnica, caotica, terra di contrasti, religiosi, politici, sociali.
E' il mondo così' magistralmente descritto da Pamuk in questo ultimo romanzo, ricco di coralita', in una commistione perfetta tra vicende personali, saga famigliare, e storia di una città' e di un paese attraverso cinquanta anni di accadimenti quotidiani, sentimentali e cruenti, di aspirazioni individuali e lotte politico-sociali, di vita vissuta intensamente, di tradizioni, spesso in contrasto con il proprio essere, di migrazioni di popoli, di sanguinose lotte per il predominio, di contrapposizioni generazionali, e famigliari, di semplice umano sentire.
Lo fa principalmente attraverso il racconto della storia di un uomo qualunque, Mevlut, che un giorno, quasi per caso, si innamora di uno sguardo, degli occhi di una bellissima ragazza, comincia a scriverle per anni sognanti lettere d'amore recapitatele per interposta persona, fino a quando, un giorno, la rapisce per potere finalmente vivere con lei, credendo di coltivare un sogno tanto agognato per scoprire solo anni dopo che la verita' e' un' altra, che la destinataria dei suoi scritti e della sua passione era la sorella della attuale moglie, ma ormai la sua vita e' indirizzata altrove e forse il destino ha voluto così'.
È' un uomo semplice, Mevlut, sincero, sognatore, un eroe romantico, con sani principi morali e religiosi, ed e' un lavoratore instancabile.
Dalla sua infanzia, trasferitosi ad Istanbul, inizia un viaggio che durerà' una vita intera all' interno della città', tra miseria ed illusioni di ricchezza, speranze e dolori improvvisi, seguendo un legame indissolubile e viscerale, di alti e bassi, di pura sopravvivenza ma anche di amore eterno per quelle strade e quei luoghi che non può' lasciare.
È' un venditore di boza, Mevlut, ( bevanda lievemente alcoolica tipicamente turca), e con il proprio carretto percorre il dedalo di strade e gli affollati quartieri della città', da protagonista di vicende personali e famigliari travagliate, e da spettatore di eventi che cambieranno la storia del paese traghettandolo verso la modernità'.
La grandezza del romanzo sta nella sua semplice complessita', nella miscela di storie e personaggi con il racconto in prima persona degli stessi, quasi una cronaca, nell' alternare pubblico e privato, in una commistione perfetta, nel conservare e centellinare il pensiero del singolo individuo, con il proprio umano esprimersi e relazionarsi, e la narrazione quotidiana e storica di un paese e di più' generazioni che lo hanno attraversato.
Il tutto è' sapientemente dosato, miscelato, in una alternanza perfetta e ci introduce in un mondo ricco di poesia e di cruda quotidianita', sognante ed empirico, con un linguaggio ora lirico, ora colloquiale, descrittivo ed intimista, ma sempre con tono critico e profondamente lucido.
Mevlut, alla fine del romanzo e del suo viaggio, capisce la verità': " girovagare per le strade della città' di notte faceva nascere in lui la sensazione di aggirarsi nei meandri della propria mente. Perciò' parlare con i muri , i manifesti, le ombre e gli strani e misteriosi oggetti di cui, al buio, non riusciva a discernere i contorni era per lui come parlare con se stesso." Ma sa anche che " c'è' una sola cosa che tiene in piedi un uomo tra questa massa di gente, ed è' l' amore ".
Ne esce un affresco unico di un mondo complesso ma, alla fine del romanzo, ci sentiamo decisamente più' ricchi, internamente, e maggiormente consapevoli di vicende storiche di difficile definizione e descrizione, con la certezza di esserci avventurati in un viaggio unico che attraversa in profondità' tutti gli elementi umani, psicologici, letterari, politici e storico-sociali, cosa che solo i grandi scrittori riescono a cogliere, decodificare, soggettivare, trasformare in narrazione, arricchire di particolari e di fantasie letterarie e trasferire su carta per il piacere e la curiosità' di noi lettori, coinvolgendoci nella propria ricchezza sapiente ed accompagnandoci per mano nella complessita' della vita e della storia.

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