Narrativa straniera Romanzi La strana biblioteca
 

La strana biblioteca La strana biblioteca

La strana biblioteca

Letteratura straniera

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Tornando a casa dopo la scuola, uno studente si ferma in una strana biblioteca. Certo, anche la sua richiesta è un po' strana. Chiede alla bibliotecaria qualche libro che possa soddisfare la sua ultima curiosità (è un bambino curioso, il nostro protagonista): la riscossione delle tasse nell'impero ottomano. La bibliotecaria lo manda alla stanza 107. Qui l'aspetta un altro bibliotecario, ancora più bizzarro della prima: "aveva la faccia coperta di piccole macchie nere, come tanti moscerini. Era calvo e portava occhiali dalle lenti spesse. La sua calvizie non era uniforme. Tutt'intorno al cranio gli restavano ciuffi di capelli bianchi ritorti, come in un bosco dopo un incendio". E' davvero una ben strana biblioteca, questa! Il bibliotecario accompagna il bambino attraverso un labirinto di corridoi e stanze, finché non arrivano in una stanza dove riposa un piccolo uomo vestito con una pelle di pecora. E qui le cose si fanno brutte: il bibliotecario e l'uomo-pecora spingono il piccolo in una cella. Il bambino rischia di fare una fine terribile se non arrivasse in suo soccorso una ragazza sconosciuta...



Recensione della Redazione QLibri

 
La strana biblioteca 2015-11-20 12:29:00 pierpaolo valfrè
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pierpaolo valfrè Opinione inserita da pierpaolo valfrè    20 Novembre, 2015
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Prendi la tristezza in mano,soffiala nel fiume

La strana biblioteca è una favola di Murakami Haruki che, nell’edizione italiana, è illustrata da Lorenzo Ceccotti. Una settantina di pagine scritte a caratteri grandi, con lo stile semplice e un po’ enigmatico di tutte le fiabe, intervallate da numerose inquietanti illustrazioni. Una lettura di pochi minuti che libera una gran quantità di immagini, ci si mette più tempo a riflettere sul suo possibile significato che a leggerla.
C’è una biblioteca, c’è un bambino, e c’è il male. Nella biblioteca, nel labirinto degli infiniti mondi che si parlano, si intrecciano e si rincorrono, le tenebre possono essere rischiarate dalla luna nuova, si possono fare incontri con le più tenere creature dei tuoi sogni, e si può sperare che il cane feroce che ti terrorizza e ti mangerà vivo sia invece attaccato e annientato dal tuo piccolo storno. E quando uscirai dal labirinto delle pagine, il male rimarrà prigioniero lì dentro e nessuno ti farà domande, né ti chiederà spiegazioni.
Nel mondo reale non è così, la sofferenza e la solitudine si dissolvono con molta più fatica. “Quando sono solo, il buio intorno a me si fa molto profondo. Come in una notte di luna nuova”. Il mio piccolo storno rimarrà sempre un uccellino, non incontrerò mai l’uomo pecora e nessuna ragazza dalla pelle splendente come la luna verrà a sedersi vicino a me.
Come sarebbe bello se la tristezza e il dolore potessero sempre essere rinchiuse tra le pagine di un libro….

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Non indispensabile. Però l'investimento in tempo è veramente minimo e la lettura, che in un primo tempo lascia un po' perplessi, continua a solleticarti anche dopo e tutto sommato la apprezzi di più a distanza.
Scimmiottando i gourmet: boccone amaro, ma con retrogusto apprezzabile ...
Il giudizio è fatalmente influenzato da un po' di reverenza verso il più volte quasi-Nobel
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La strana biblioteca 2016-04-28 05:54:05 68
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68 Opinione inserita da 68    28 Aprile, 2016
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Odissea della conoscenza.

Il viaggio di un ragazzino in un mondo sconosciuto, in una biblioteca labirintica zeppa di sorprese, circondato da personaggi più' o meno reali, si trasforma in una odissea della conoscenza, del terrore e della speranza.
È' una novella, scritta nel 2008, l' ultimo Murakami pubblicato, breve, lineare, colloquiale, misteriosa, che conserva la propria riconoscibilità' nella scrittura e nell' ingenuo mostrarsi del protagonista, in quel viaggio e peregrinazione alla scoperta di se', del mondo, degli altri, anche se sotto forma di fabula, quindi con caratteristiche profondamente diverse, in primis la concisione e la ridda di personaggi, umani e non, incontrati nel proprio micro viaggio e che rappresentano, simbolicamente, i caratteri umani.
Pensiamo al vecchio, inquietante e spaventevole incarnazione del male, all' uomo-pecora, ingenuo e fedele amico, alla bellissima ragazza senza voce, fata e sogno utopico, all' enorme e feroce cane nero, incubo ricorrente, allo storno soave e leggiadro, purezza assoluta, alla madre, rappresentazione dei propri affetti più' cari e dimora sicura.
È' un viaggio che attraversa la conoscenza, in quella biblioteca che nasconde segreti, misteri, percorsi labirintici, dentro la conoscenza, attraverso il grande potere dei libri, ed e' un viaggio ad ostacoli, progressivamente trasformatosi in incubo, desiderio di fuga e speranza di salvezza.
La fine traccia una nuova consapevolezza, ma rimane il mistero che sia tutto accaduto o forse solo immaginato.
Restano, comunque, sensazioni forti, impronte scolpite nella memoria, vivide immagini di quello che è' stato e che sarà', il cambiamento del proprio essere dopo l' Odissea attraverso il labirinto dell' esperienza e del sapere, ovvero la vita.
Un testo consigliato, per i temi trattati, per il potere delle parole, e delle immagini, e delle sensazioni lasciate al lettore, anche se solo accennate e non sufficientemente approfondite, ma questa è' un' altra storia.
Infatti, non è' il solito Murakami e personalmente credo che l' autore riesca a dare il meglio di se' nei romanzi più' noti, perché' i suoi personaggi devono essere sviscerati, e capiti, oltre che assorbiti, e lentamente interiorizzati, come i suoi tempi narrativi, e la novella prevede tempi e modalita' espressive di altro genere oltre che un viaggio per altri mari.

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Murakami, anche se singolare e non così' riconoscibile.gy
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La strana biblioteca 2016-02-12 04:38:44 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    12 Febbraio, 2016
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A causa della luna nuova

“La strana biblioteca” di Murakami Haruki è davvero bizzarra: nell’interrato nasconde un labirinto e una prigione, nella quale finirà il malcapitato protagonista (“Ma come facevo a scappare? Avevo una pesante palla di ferro attaccata alla caviglia…”), lì relegato da un vecchio demonio che ha oscuri e crudeli intendimenti.

Il racconto si svolge secondo il ritmo del sogno, con le stravaganze (“… è una cosa che succede in tutte le biblioteche. Più o meno”), le sorprese (“Era molto pallida, ed era diventata quasi trasparente…”) e il linguaggio che sono propri dell’attività onirica. Sull’incubo aleggia la paura di perdere la figura materna e un animale domestico (“E' a causa della luna nuova, - disse. – Ci porta via tante cose”).

Le illustrazioni di Lorenzo Ceccotti non riscattano quella che sembra essere più una trovata commerciale che un’opera letteraria.

Giudizio finale: onirico, astuto, costruito.

Bruno Elpis

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La strana biblioteca 2016-01-10 22:29:45 f.martinuz
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f.martinuz Opinione inserita da f.martinuz    11 Gennaio, 2016
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Sei davvero un bibliotecario?

“La strana biblioteca” è un testo che ripropone la stessa dinamica di “Sonno” basata sull’interrelazione, sul rimando e sul dialogo implicito tra testo e disegni. In questo caso la matita è stata affidata a Lorenzo Ceccotti che ha mirabilmente saputo rappresentare ciò che nel libro compare. I suoi disegni curati e precisi affascinano e inquietano al tempo stesso il lettore in un gioco cromatico che vede prevalere il nero e il rosso. Le interpretazioni artistiche di Ceccotti sono probabilmente la parte migliore del volumetto edito da Einaudi.

È bene partire dal preconcetto con cui tendiamo ad affrontare gli scritti dello scrittore giapponese, aspettandoci un testo di livello, onirico e suggestivo, attorniato di mistero e significati inintelligibili o quasi. Queste aspettative possono turbare i giudizi. Al di là di ciò Murakami ci presenta un breve racconto nel quale un ragazzo, il cui nome non viene mai rivelato, si reca in una biblioteca per indagare sul sistema di tassazione e di riscossione delle imposte vigente nell’Impero Ottomano. Cosi facendo si imbatte nello stereotipato luogo polveroso, vuoto e silenzioso che, nell’immaginario collettivo, corrisponde alla biblioteca. In essa ci trova immancabilmente il bibliotecario, vecchio e barbuto, un Cerbero dei libri. Da qui in poi lo stereotipo che farebbe presagire una banalità inequivocabile lascia spazio al maligno e metaforico progetto del bibliotecario che rinchiude il giovane ragazzo in una cella oscura costringendolo a imparare a memoria i tre volumi scelti. Se il ragazzo dovesse fallire nel tentativo il vecchio gli succhierebbe il cervello, pregno della conoscenza acquisita.

È qui che avviene il ribaltamento di ruoli, realtà e senso. La biblioteca si trasforma per assurdo in un luogo di disconoscenza. Il bibliotecario abdica al suo ruolo di dispensiere di conoscenza, contenuta nei libri, e diventa colui che la sottrae agli altri, a coloro che con fatica la acquisiscono. Perché l’apprendimento, l’arricchimento culturale passano attraverso lo studio, un’attività che richiede fatica, impegno e sudore.
Il breve racconto fa incrociare le strade del ragazzo e di altri due personaggi: una ragazza ialina, quasi spettrale e l’Uomo-pecora. Si tratta di due personaggi appartenenti all’universo letterario di Murakami che ricorrono in più situazioni negli altri romanzi. In questo breve racconto, per necessità di spazio, non sono sviluppati e si presentano agli occhi del lettore come fantasmi dell’iconicità che essi possiedono all’interno del mondo dell’autore giapponese.

Nel complesso una lettura di pochi minuti, piacevole e fluida che lascia spazio, come sempre in Murakami, alla sensazione di incompleto e indefinito di michelangiolesca memoria. Tuttavia questo testo non ha nulla della potenza significante dei suoi altri volumi.

FM

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La strana biblioteca 2016-01-06 11:04:17 Simona
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Opinione inserita da Simona    06 Gennaio, 2016

Testo inusitato ma profondo

La strana biblioteca. Già solo il titolo lascia spazio alla speculazione e alla riflessione. Guardando la copertina viene da pensare " perché strana?" "Cosa rappresenta questo tipo di copertina?" Ovviamente però, un libro non si giudica solo da questo.
È una lettura scorrevole,di pochi minuti, molto misteriosa e intrigante. È nello stile di Murakami sforare in mondi onirici ma mai l'aveva fatto come in questo piccolo testo, paragonabile da questo punto di vista solo a 1Q84.
La storia comincia con un ragazzino (di cui non si saprà mai il nome) che riporta dei libri presi in prestito in biblioteca. Ne richiede altri e viene mandato al piano seminterrato; qui viene catturato con l'inganno da un vecchio e rinchiuso in una cella con a guardia il Signor Uomo-Pecora.
Dovrà leggere i tre libri che voleva richiedere in prestito e impararli a memoria, se lo farà il vecchio lo lascerà andare. ( non rivelo altro per la questione spoiler).
È un libro che richiede una riflessione profonda, a cui ognuno può dare un significato diverso e unico.
"I cervelli pieni di conoscenze sono squisiti,ecco perché. Sono cremosi. E al tempo stesso granulosi."
Le illustrazioni sono leggermente inquietanti e aiutano a fornire l'atmosfera altrettanto inquietante della vicenda. Murakami Haruki con questo testo ha portato all'estremo il suo stile personale e ha completamente stravolto il tipo di letteratura giapponese a cui siamo abituati (si pensi a Mishima e Kawabata, ad esempio).

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