Narrativa straniera Romanzi La strada dei desideri segreti
 

La strada dei desideri segreti La strada dei desideri segreti

La strada dei desideri segreti

Letteratura straniera

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La trama e le recensioni di La strada dei desideri segreti, romanzo di Jean Kwok edito da Piemme. Quando la piccola Ah-Kim, orfana di padre, lascia a undici anni Hong Kong per emigrare a New York con la madre, il suo nome diventa Kimberly. È il primo tentativo di adattarsi a una realtà completamente nuova e diversa, dove le aspettative comuni a ogni sogno americano si infrangono nell’impatto con una realtà di sacrifici, miseria e sfruttamento. Ad attendere madre e figlia, garbatamente messo a disposizione – a pagamento – dalla ricca “zia d’America” che ha sovvenzionato il loro viaggio, è un infernale bilocale abitato da topi e scarafaggi e privo di vetri e riscaldamento. Sempre la zia si occupa sollecita di offrire loro un impiego: un lavoro massacrante nella polverosa e affollata sartoria che gestisce con pugno di ferro. Tutto è estraneo e ostile, ma Kimberly ha un innegabile talento: le piace studiare, impara in fretta e ha un’incredibile resistenza nei confronti delle avversità. E così, pian piano, riesce a superare le difficoltà che incontra a scuola, nelle relazioni con compagni e insegnanti, la fatica di lavorare ogni sera fino a tardi per aiutare la madre, assai più fragile di lei, la vergogna per la miseria, che non aveva mai sperimentato. Finché, grazie a un’inaspettata borsa di studio, la vita cambia e Kim, con la sua adorabile lievità, l’incrollabile dignità e il senso dell’ironia che la accompagna anche nei momenti più tragici, potrà finalmente emergere alla luce e dare forma al proprio destino.

Jean Kwok è nata a Hong Kong. Quando aveva cinque anni è emigrata con la famiglia a Brooklyn e, come la protagonista del suo romanzo, ha lavorato a lungo in una sartoria di Chinatown nelle ore che le lasciava libera la scuola. Una lunga serie di borse di studio e un infinito numero di lavoretti, svolti mentre studiava, le hanno permesso di laurearsi in letteratura americana a Harvard, con un master in scrittura creativa alla Columbia University di New York. Ora vive in Olanda, dove insegna all’università di Leida. Ha pubblicato racconti su molte riviste letterarie. La strada dei desideri segreti è il suo primo romanzo, accolto entusiasticamente negli Stati Uniti e in corso di pubblicazione in dodici Paesi.



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La strada dei desideri segreti 2014-08-27 07:28:34 mia77
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mia77 Opinione inserita da mia77    27 Agosto, 2014
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La strada dei desideri segreti di Jean Kwok

Questo romanzo è un’interessante storia degli ostacoli e dei problemi che devono affrontare due immigrate cinesi (madre e figlia) in arrivo negli Stati Uniti: povertà, miseria, discriminazioni, condizioni di vita e igieniche precarie. Prende spunto dalla storia reale dell’autrice, che ha vissuto sulla propria pelle gli stessi problemi della piccola Ah-Kim, l’undicenne protagonista del libro. Durante la narrazione, infatti, la percezione delle emozioni, dei sentimenti e delle difficoltà vissute è tangibile. Si dice che i figli degli immigrati siano forti, determinati, anche se soli; infatti Ah-Kim, grazie alla sua forza di volontà e alla sua determinazione, fa fruttare il suo innato talento per lo studio e riesce ad ottenere il riscatto sociale, ma soprattutto morale, per sé stessa e per la propria madre. Grazie a svariate borse di studio, la protagonista riesce a farsi strada in questo mondo occidentale, all’inizio così ostile, ma poi – mano a mano che la vita scorre – più facile. Molto importante la spinta che dà a tutti i lettori di cambiare il proprio destino, se il nostro non ci soddisfa ed esemplare è la sua lotta per la vittoria. E’ un romanzo coinvolgente e la frase emblematica, che lo rappresenta, è questa: “ C’è un detto cinese secondo il quale il destino è come il vento che soffia sulla vita degli uomini, spingendoli lungo cammini predestinati. I più forti lottano contro la bufera e a volte riescono anche a decidere quale sarà la loro strada e i più deboli vanno dove li porta la corrente”. Bello, lo consiglio.

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