La sonnambula
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God save the Queen
Giugno 2014.
Tre libri letti, tre fallimenti collezionati.
Questo è il primo.
Vi è mai capitato di leggere una storia e di non riuscire, attraverso le descrizioni dell'autore/ce, ad immergervi totalmente e comprenderne i contorni?
Ed essere costantemente distratti, durante tutta la lettura, perché la forma del testo non possiede la struttura adeguata a catturare attenzione?
O ancora, leggere un "romanzo leggero", ma pur sempre a sfondo storico, e trovarvi errori/orrori?
Il romanzo incriminato è "La sonnambula" dell'esordiente scrittrice inglese Essie Fox che racconta la storia di Phoebe Turner, una diciassettenne che vive con la madre Maud e la zia Cissy in una casa dove, la presenza imponente di un quadro o meglio " il quadro", quello di Millais denominato per l'appunto "La sonnambula", la fa da padrone.
Phoebe e sua zia Cissy, ex diva teatrale, hanno un rapporto che va oltre quello apparente di zia e nipote. Sono legate in modo particolare ma, la stessa cosa, non si può dire del rapporto tra Phoebe e sua madre, donna soffocante e repressa da una sorta di "moralismo mistico" della serie: "tutto è peccato", "il demonio regna sovrano sulla Terra" e "Iddio ti punirà".
La morte improvvisa della zia Cissy, coglie tutti di sorpresa e costringe Phoebe ad accettare un lavoro offertole dall'ex amante della zia.
Nathaniel Samuels, uomo affascinante e misterioso, vive a Dinwood court e Phoebe dovrà recarsi lì per essere la dama di compagnia di sua moglie, malata di nervi.
Casa Samuels è un'imponente dimora vittoriana che nasconde storie, segreti e verità sepolte dal tempo e che premono per venire allo scoperto.
Lasciata quella casa, Phoebe Turner non sarà mai più la stessa e dovrà crescere inevitabilmente.
Sprecherò poche parole.
Questo romanzo, edito Lit, dalla brillante copertina rosa shocking e dal titolo enigmatico, è una vera e propria trappola per topi.
Si resta tramortiti davanti alle frasi che compongono la quarta di copertina ma, una volta immersi nella lettura, ci si renderà subito conto che è tutto un grande bluff.
Un grosso buco nero inghiotte la magia del romanzo, la spensieratezza della lettura, la trama e molto altro. Resteranno a farci compagnia solo le ceneri della fantasia scadente della scrittrice.
Baggianate a non finire. Una delle tante? Facciate vittoriane con gargoyles.
Temo fortemente che la scrittrice durante una personale crisi di sonnambulismo abbia sbattuto la testa in qualche stipite della biblioteca contenente il Notre dame de Paris e ne sia rimasta influenzata;
tuttavia, non ne sono troppo convinta perché la Notre Dame di Hugo non si abbasserebbe mai a presenziare, anche sotto mentite spoglie, in tali discutibili romanzetti.
Mi fermo qui.
Non aggiungo altro.
Delusa.
Nauseata.
Vittima.