La scimmia sulla schiena
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Viaggio tra le droghe.
È il primo romanzo di Burroughs ed è l'unico nel quale non viene usata la tecnica del cute-up. Non considero questo libro un romanzo, ma piuttosto un saggio. L'argomento è infatti uno ed uno soltanto, le droghe. Come tutti sanno infatti William Burroughs, nipote dell'inventore delle calcolatrici meccaniche, è un ricco borghese che ha passato la sua vita a scrivere e a drogarsi. Finita l'università infatti il padre decise di pagargli una rendita mensile di 150 dollari che gli permise quindi per tutta la vita (anche dopo la morte del padre) di non essere costretto a lavorare per vivere. Questi soldi hanno anche permesso a Burroughs di drogarsi, e di provare vari tipi di droghe... Dall'inizio, la prima volta di Burroughs, la morfina datagli da un amico, fino alla fine, la disintossicazione tramite apomorfina. Nel mezzo ci sono tutte le droghe possibili ed immaginabili: codeina, nembutal, marijuana, hashish, cocaina, eroina...tutto. Burroughs spiega con una dovizia e uno scrupolo degni di un medico ogni singola droga, l'effetto che provoca sul suo corpo, l'astinenza...praticamente un enciclopedia della droga. Un viaggio attraverso non solo le droghe, ma anche attraverso l'ambiente underground che circonda queste sostanze. Barboni, ubriachi, ladri di barboni, omosessuali, prostitute. Burroughs racconta la vita di queste persone, le loro crisi di astinenza, i loro mille modi di sbarcare il lunario, dalla prostituzione al derubare gli ubriachi sulla metro (lavoro al quale prenderà parte anche l’autore con scarsi risultati). Lo stile è semplice e scorrevole, molto piacevole. In conclusione un libro che si legge volentieri, forse non adatto a tutti visto l'argomento trattato, ma sicuramente molto molto interessante.