La ricamatrice di segreti
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Kate Alcott si è laureata presso la University of Oregon e, per anni, ha lavorato come giornalista a Chicago, per poi diventare inviata di politica a Washington, dove vive col marito e le quattro figlie.
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Il Diavolo veste Prada sul Titanic
Nel 2012, per celebrare il centenario del tragico affondamento del Titanic, diversi autori pubblicarono romanzi o saggi a tema; ricordo di aver letto all’epoca “Fateful” di Claudia Gray, un romance trash con protagonisti i licantropi. Anche la giornalista Kate Alcott decise di pubblicare il suo esordio narrativo in quest’occasione, commettendo però un errore comune tra gli esordienti: che è alle prese con il suo primo romanzo ha spesso parecchie idee che vorrebbe sviluppare, e per questo il consiglio più frequente è di concentrasi su un solo progetto, accantonando gli altri per futuri lavori.
La Alcott non ha purtroppo seguito queste lezione, finendo col mescolare in questo volume due romanzi ben distinti: da un lato si segue l’inchiesta condotta dal Senato degli Stati Uniti per comprendere le responsabilità circa l’affondamento del famoso transatlantico, dall’altro viene sviluppata una sorta di rivisitazione in stile anni Dieci de “Il Diavolo veste Prada”.
Ad unire -o meglio, a tentare di unire- due filoni con ben pochi elementi in comune ci sono la parte introduttiva del romanzo e la protagonista, la giovane Tess. La ragazza viene presentata come un’umile domestica con il sogno di diventare sarta a tempo pieno, e questo è il motivo che la porta a lasciare il suo posto di lavoro e cercare di imbarcarsi sulla “Nave dei sogni”.
Purtroppo già da questo punto la protagonista comincia a starci a noia, per la ridicola sequela di colpi di fortuna che le capitano: sul molo incontra infatti Lucy Duff Gordon, la stilista che più ammira, la quale appena piantata dalla cameriera la assume nonostante la sua evidente imbranataggine. Tess si salva logicamente dal tragico affondamento del Titanic e, una volta arrivata a New York, comincia a lavorare nell’atelier di Lucy arrivando a gestire la sua sfilata. Ma questo non basta: la Alcott pare determinata a sommergere la giovane di buona sorte immeritata, eccola infatti fornita di un appartamento personale e di ben due uomini utopisticamente perfetti pronti a farle una corte spietata.
Fortunatamente Tess capisce di non meritare davvero tanti regali dalla sua creatrice e molla sia il lavoro dei suoi sogni sia i due pretendenti. Peccato che queste scelte coraggiose vengano rovinate dal finale bucolico e pieno di liete speranze, nonché dal passato di Tess: non è realistico che una giovane donna abituata ad una vita di rinunce ed umiliazione molli tutto solo per orgoglio.
Ma Tess non è il solo personaggio con dei problemi di caratterizzazione, perché l’autrice nel tentativo di tratteggiare dei personaggi sfaccettati finisce con esagerare e arrivare ai limiti del bipolarismo, come nel caso di Lucy.
Salvo invece la giornalista Pinky ed il Senatore Smith, che ho apprezzato soprattutto per i ruoli da loro svolti nell’inchiesta, a mio parere la parte più interessante ed originale del romanzo.
Gli interessi amorosi di Tess non mi hanno affatto colpito, sia per la già citata perfezione (della serie “ti amo alla follia, ma so che vuoi lui, quindi ciao”) sia per le ridicole proposte di matrimonio / convivenza, proposte ridicole in quanto la protagonista conosce entrambi da qualche settimana. Promuovono l’ottima preparazione storica di base, evidente soprattutto nelle scene collegate al mondo del giornalismo per le quali l’autrice è stata probabilmente aiutata dalla sua professione.
In generale, lo stile è snello e diretto, ma a tratti si ha la sensazione che la narrazione sia carente in alcuni passaggi e si passa in modo troppo brusco da una scena all’altra. Quello che non manca è invece il sovrannumero di descrizioni parecchio dettagliate di abiti, ma questo trova giustificazione nel lavoro della protagonista. La narrazione è però in terza persona e segue un buon numero di POV, spesso passando repentinamente da uno all’altro, scelta che genera inevitabilmente confusione nel lettore.
L’aspetto stilistico che mi ha fatto maggiormente sospirare -in senso negativo- è il continuo ricorrere alle interrogative dirette, come di recente avevo riscontrato in “Fated”. E la Alcott non si limita a rimpinzare i suoi lettori di domande retoriche, ma li delizia anche con immediate risposte.
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Super consigliato!
La ricamatrice di segreti è un romanzo davvero particolare. Ci riporta alla tragedia dell'affondamento del Titanic avvenuta il 14 Aprile 1912, ma più che soffermarsi sul viaggio, narra le vicende successive, le vite dei sopravvissuti.
La protagonista è Tess, partita quasi all'ultimo istante, per fuggire dal lavoro di cameriera che sempre ha detestato. Lei vuole cucire, ricamare, disegnare abiti.
L'occasione le si presenta davanti l'enorme Titanic, Tess sta cercando ogni mezzo per salire su quel gigante che galleggia sul mare. La ragazza accetta il lavoro che le viene proposto dalla famosissima Lady Lucile Duff Gordon, grandissima stilista conosciuta in molti paesi del mondo. Così, diventa la sua cameriera personale, tutto questo per avverare il suo sogno di arrivare in America e iniziare una nuova vita.
Ma purtroppo il suo destino è segnato, non morirà nell'affondamento del Titanic ma la sua vita cambierà, come quella di tutti i sopravvissuti. Che pur essendo di diverse classi sociali, sconosciuti,... adesso sono legati tra di loro dalla più grande tragedia della loro vita. Arrivati in America dovranno affrontare un processo, solo gli uomini possono testimoniare.
Ma i problemi iniziano ad arrivare anche per Tess, infatti la sua padrona e il marito vengono accusati di non aver salvato altra gente e di aver corrotto i marinai affinché non aiutassero gli uomini che gridavano “aiuto” in mare.
Ovviamente come in un romanzo che si rispetti non manca l'AMORE. Tess dovrà combattere con i suoi sentimenti per decidere tra tante scelte difficili.
Ma non vi aggiungo altro, vorrei che foste voi a scoprirlo.
Questo libro mi ha davvero emozionata tantissimo. Innanzitutto per via della descrizione dell'affondamento della nave, secondo me l'autrice ha scritto l'essenziale per raccontare quelle ore di panico, ma mi sono arrivate dritte al cuore. Uomini che cercano di salvare i propri figli, donne disperate per la perdita dei loro bambini, mariti e mogli inseparabili che farebbero qualsiasi cosa piuttosto che separarsi.
Ma anche tutta la vicenda del processo mi ha entusiasmata. Ma soprattutto alla fine mi sono davvero commossa.
E' un libro che sa attirare la tua attenzione, sa farti stare col fiato sospeso. E ti tiene con gli occhi incollati alle pagine fino all'ultimo.
Sinceramente sono rimasta un po' delusa dal fatto che sia finito, mi aspettavo che venisse raccontato il continuo della vita della protagonista, ma quella sarebbe un'altra storia.
Insomma tutto questo per dirvi che è un ottimo libro, lo consiglio veramente a tutti. Sa arrivare al cuore.
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Titanic: di chi é la colpa?
Non avevo mai letto nulla sul Titanic, e questa prima volta é stata un bella esperienza, ma...
Perché un ma c'é..
Non ho trovato entusiasmante la trama, mancava di un vero svolgimento secondo me e i rapporti tra le persone non sono approfondite tanté che non si capisce bene il passaggio dall'essere due estranei ad una proposta di matrimonio..
Ho apprezzato che al Titanic vero e proprio non siano state dedicate tante pagine, anche se qualche descrizione in piú poteva essere inserita. In fondo parliamo del Titanic, mica di una barchetta qualsiasi!
La scrittrice si é concentrata maggiormente sulle vicende successive, quelle che hanno coinvolto i superstiti e le indagini sull'affondamento del Titanic.
L'intreccio peró di tutto questo con i personaggi principali mi é sembrato troppo esiguo e carente.
Ho apprezzato invece lo stile semplice e diretto, che segue i vari punti di vista dei diversi personaggi e non diventa mai noioso o scontato.
Mi sono piaciute soprattutto le parti dove le vicende sono raccontate dal punto dal vista di Tess, una serta molto abile che nel cors del libro riesce ad affermarsi per le sue qualità, e di Pinky, una giornalista intellegente con un fiuto eccezzionale per le notizie sensazionali: la loro spontaneitá e determinazione é stata contagiosa e ha suscitato subito in me simpatia.
Tutto sommato é stato un libro interessante e una lettura abbastanza piacevole.
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LA TRAGEDIA, L'INTEGRITA' E IL SOGNO AMERICANO
Un libro davvero piacevole!
All'interno di una tragedia di enormi proporzioni si manifestano intrecci, segreti e sentimenti anche inaspettati.
La protagonista, Tess, che scappa da un’esistenza grama già segnata per cercare oltre Oceano un futuro più appagante, è la classica incarnazione del Grande Sogno Americano.
È una ragazza forte, di grande integrità morale, che a un certo punto dovrà scegliere se accettare o meno compromessi che potrebbero trasformare totalmente la sua esistenza.
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Alcott ricamatrice di sentimenti
N.B.: Gran parte delle testimonianze presenti in questo libro è tratta direttamente dai verbali delle udienze condotte dal Senato statunitense dopo l'affondamento del Titanic. Gli episodi fondamentali del romanzo sono veri.
Recensione
Su quante morti si è disposti a tacere pur di pulirsi la coscienza? Quante persone si è disposti a corrompere pur di uscire indenni da uno scandalo?
Ciò che accadde la notte del 14 Aprile 1912 non solo sconvolse l'intero mondo, ma cambiò inesorabilmente la vita di tantissime persone che ebbero la fortuna di poterlo raccontare.
A quasi 100 anni da quella sciagura, che ispiro' registi e scrittori, Kate Alcott torna su quella immane tragedia usandola come "scenografia" per il suo intenso e commovente romanzo. In realtà solo i primi capitoli riassumono ciò che successe sul transatlantico, ma lo fanno in modo struggente al punto che mi sono ritrovata con la vista appannata dalle lacrime, venendo catapultata su quei ponti vertiginosamente inclinati, sentendo le grida corali degli sfortunati di terza classe. Neanche il film di James Cameron era riuscito a strapparmi tale stato d'animo. Ma la bravura della Alcott non si esaurisce nelle glaciali acque dell'Atlantico, nè sul ponte della Carpathia il mattino successivo. Il lettore viene trasportato con maestria attraverso i giorni successivi al disastro, in una New York che ha tanto da offrire agli ignari quanto conservatori inglesi, giunti in America con la SPERANZA di una vita migliore. E' proprio la speranza, insieme alla voglia di riscatto, "suggeriranno" i protagonisti circa le scelte più giuste da fare. Affronteranno il dubbio e la menzogna pur di lasciarsi alle spalle la notte che ha cambiato le loro vite, senza mai mettere a tacere la loro coscienza.
Veramente un romanzo toccante che rende bene l'idea di come ci si sente a lasciare il noto per l'incerto (magari con la valigia di cartone).