La porta di Mandelbaum
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Il pellegrinaggio
Il romanzo è simpatico e un po' d'altri tempi: un'avventura zitellesco sentimentale, poco sentimentale, con la protagonista che è una donna di 36 anni, affascinante, intelligente e abbastanza propensa a cacciarsi nei guai. La storia si svolge in Terra Santa e la protagonista è mezza ebrea oltre che inglese, quindi sospettabile di attività spionistica e abbastanza a rischio di guai in territorio arabo, in quanto gli arabi, si sa, ragionano per simboli per cui una mezza ebrea equivale a una ebrea intera. La vicenda si dipana tra arabi ed ebrei, fughe, inseguimenti e batticuori. La storia è abbastanza ingenua ma ha dei lampi di genio specie quando si discute della mentalità degli arabi, del fatto che non ragionano come noi ma per simboli, quindi mentono con facilità. Geniali sono anche le lezioni di arabo in cui Freddy, il cavaliere senza paura della storia, innamorato sfortunato della zitella cerca guai, non riesce a imparare niente perchè Abdul non si fida di lui e gli insegna solo frasi inutilizzabili in un dialogo tra gente comune. I rapporti tra arabi e inglesi sono interessantissimi: a metà tra fascinazione e sfiducia. Incuriosisce il fatto che una storia così strampalata è probabilmente più vicina alla vita di Muriel di quanto si potrebbe immaginare se si pensa che Muriel è vissuta per molti anni con un'amica che ricorda la Ricky che le dà la caccia nel romanzo. L'amica non letteraria dice che nella realtà Muriel ha sempre trovato uomini inaffidabili per cui ha finito per vivere con lei, e un po' mi dispiace visto quanto si dà da fare per sfuggirle nel romanzo.