La piazza del Diamante
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Una donna vera
Intanto le ultime 10 pagine sono belle da tagliarsi le vene. E’ un lungo monologo con il quale Natalia racconta la sua storia, e quella della sua Barcellona del prima, durante e dopo rivoluzione civile e della presa di potere di Franco. Ma non fatevi ingannare dalla parola monologo, perché Natalia è una ragazza bellissima ma di bassa cultura, un po’ oca e ingenuotta ed il fluire delle sue parole è il fiume in piena di chi vive e contemporaneamente descrive, con la velocità dell’entusiasmo della gioventù e degli avvenimenti. Viene invitata a ballare, un giorno, sulla Piazza del diamante del quartiere Gracia e balla, bacia e si innamora in un minuto, fino a sposarsi il minuto dopo e mettere su casa con Quimet, spagnolo verace focoso ma anche aggressivo e intransigente che la comanda e la coccola, ma soprattutto la comanda e che la indurrà ad avere dei bambini e a vivere con 80 colombi tanto da non riuscire a togliersi il puzzo di dosso mai. E sembra che Natalia subisca, anche se sorridendo, l’entusiasmo del marito e del suo sidecar su cui porta in giro il figlio neonato ad altissima velocità, costringendola a stare in apnea fino al loro ritorno, e delle sue idee mirabolanti, e dei suoi ritorni a casa prima con idee rivoluzionarie, poi con bombe e fucili fino a non vederlo ritornare più. Tanto che dopo avere venduto tutto fino al materasso, e avere buttato il figlio maschio in un collegio per bambini abbandonati per non avere di che nutrirlo, abbandonata a se stessa e lasciata completamente sola a combattere la fame in quanto moglie di un miliziano che la guerra non è riuscita a vincerla, dovrà trovare il modo di salvarsi e continuare a vivere. Finalmente, dopo anni, mi è capitato tra le mani il ritratto di una donna vera e viva, che sta a tanto così dalla morte ma non si compatisce mai, sanguigna, passionale, un po’ serva, un po’ puttana e un po’ santa, ma sempre piena di grazia
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La ragazza dei colombi
“Con il taglio della mano mi diede un colpo sul ginocchio che mi fece andare la gamba in aria per la sorpresa e mi disse che se volevo essere sua moglie dovevo cominciare a trovare bello tutto quel che a lui sembrava bello. Mi fece una lunga predica sull’uomo e sulla donna e i diritti dell’uno e i diritti dell’altra, e quando mi riuscì di interromperlo gli chiesi:
“E se una cosa proprio non mi piace?”
“Ti deve piacere, perché tu non capisci niente””.
Mercè Rodoreda ci riporta a Barcellona, precisamente nella Piazza del Diamante, dove tutto ha inizio.
Natàlia, ma per molti Colombetta, è la protagonista di questo romanzo, una ragazza, poi donna, in balia delle emozioni che non riesce a esternare, e per questo la sua vita è condizionata dalle scelte degli altri.
Amata dalla madre, alla sua morte cercherà di ritrovare quel calore che gli manca. Un marito autoritario, un padre assente, la guerra e soprattutto i colombi, metteranno a dura prova la semplice e ingenua ragazza.
“Mi costò fatica rialzare la testa, ma a poco a poco tornavo alla vita dopo aver vissuto nel fosso della morte”.
Dopo Cecilia di “Via delle Camelie” anche Natàlia mi ha conquistato. La sua ingenuità insieme alla scelta dell’autrice di utilizzare un linguaggio molto semplice, rendono questo libro un piccolo capolavoro. A differenza di “Via delle Camelie”, qui la guerra è più presente.
Per concludere, oltre a consigliarlo, voglio riportare le parole che ho trovato nella nota di lettura a cura di Sandra Cisneros che secondo me rispecchiano l’autrice:
“Mercè Rodoreda scrive di sentimenti, di personaggi così impietriti o sopraffatti dagli eventi da non avere nient’altro che le emozioni per comunicare”.
Buona lettura!!!
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meraviglioso
Un libro originale, una storia abbastanza semplice come intreccio. Non sono gli avvenimenti in sé che interessano l'autrice ma il loro riflesso sulla protagonista. E' il lettore che deve indovinare cosa passa nel cuore della donna. Un libro bellissimo e toccante. Mi ricorda un po' il colore viola. Molto bello anche l'uso delle immagini e della lingua, l'originalità dei dialoghi e la stranezza di certe situazioni.
E' un libro che parla direttamente al cuore senza cercare di passare per il cervello. Al cervello ci arriva in ogni caso perché non è un libro banale e la scrittura è piuttosto sofisticata.
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Il segreto del bosco vecchio Buzzati
Il colore viola A. Walker
POESIA IN ROMANZO
Ho voluto fare una piccola recensione di questo romanzo per comunicare la piacevolezza di questo romanzo.
Non mi era mai capitato di trovare gradevole un'opera che inizialmente mi aveva solo colpito per la noia e la semplicità, eppure dopo aver letto l'ultima pagina ho provato una sensazione di benessere.
Mercè Rodoreda descrive la vita della protagonista con un'ingenuità sia stilistica che di contenuto quasi fanciullesca, ma con una caratteristica la capacità di arrivare al cuore. Secondo me, il segreto di questa gradevolezza dell'opera, sta nei soggetti scelti ed i loro ideali e sta sta anche nelle pennellate di pura poesia che a volte mi hanno spinta a rileggere delle frasi varie volte per gustarle al meglio.