La pianista e i lupi
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Fenrir, il mito
Il titolo originale di questo interessante libro è "Fenrir", termine che identifica il mito nordico del lupo che "assale a fauci spalancate e artigli protesi il sole che tramonta" : "un terrore cosmico senza pari", "il terrificante lupo primordiale che divora il sole. L'inizio di una lunga notte, di un'era glaciale". Poi tutto ricomincia. "E' l'eterno ritorno".
Hella Haasse, Gran Dama della letteratura olandese da poco scomparsa, era anche una riconosciuta studiosa di miti scandinavi e germanici. Pubblicò questo testo nel 2000, durante la sua lunga e operosa vecchiaia.
Il mito, come sappiamo, è qualcosa di molto serio, in cui palpitano significati profondi e simbolici, sedimentati dalla notte dei tempi .
Il romanzo, di stile 'cinematografico' , si legge come un bellissimo Giallo (in effetti lo è). Alla conclusione, induce il lettore verso riflessioni volte a rintracciare la pulsione ferocemente aggressiva del lupo metaforico, se non addirittura a guardarsi alle spalle.
Fin dall'incipit apprendiamo che si parla innanzitutto di lupi veri e propri, eccome! Il libro è accattivante fin dall'inizio : il giovane Matthias "andò a un concerto perché aveva letto sul giornale che la pianista teneva dei lupi nel giardino dietro casa. La foto che accompagnava l'articolo mostrava una donna non più giovane, con un volto bello ma impenetrabile. (...) il suo sguardo era rivolto all'interno".
In realtà il "giardino dietro casa" è un bosco. La casa stessa è una specie di bizzarro castello situato in un isolamento di cupa e solitaria natura. Questo è il punto di partenza.
Il seguito, assai avvincente, si dipana tra fatti inquietanti e banalità dei nostri tempi, con riferimenti al terribile momento storico nazista ed al mito nelle sue innumerevoli sfaccettature. Il finale non è certo quello del solito romanzetto giallo. Questo è un Giallo d'Autore.
Qualche frase è da brivido, tanto più se letta oggi : "L'occidente: è là che tramonta il sole (...). Lupi, lupi. Per noi occidentali è finita".