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La musica del caso La musica del caso

La musica del caso

Letteratura straniera

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Il caso può cambiare la vita di un uomo: è quanto accade a Jim Nashe, che dopo aver ereditato un'imprevista fortuna sale su una Saab rossa e inizia a girovagare per l'America, aspettando solo che i soldi finiscano. Ma quando il caso, di nuovo, gli fa incontrare uno stravagante giocatore di poker, quello che sembrava un viaggio secondo i canoni della mitologia americana si trasforma in una storia di horror metafisico...



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La musica del caso 2017-09-01 08:43:55 Silvia Argentati
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Silvia Argentati Opinione inserita da Silvia Argentati    01 Settembre, 2017
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RECENSIONE


Sfugge ad ogni etichetta e ad un genere preciso, e questa molto probabilmente è la sua forza. "La musica del caso", scritto dall'autore americano nel 1990, inizia come un romanzo on the road - i motel, le strade infinite da percorre con una Saab 900 rossa, il viaggio, la scoperta, il fascino dell'ignoto, la libertà assoluta - per poi stringersi come un imbuto in una storia claustrofobica, asfissiante e surreale che tiene incollato il lettore fino all'ultima pagina.
Un cambiamento di registro che nel giro di 200 pagine passa, volendo fare un paragone letterario, da J. Kerouac ad E. A. Poe.
Pochi i personaggi in campo, in questa storia dalle simmetrie perfette: i due protagonisti Nashe e Pozzi (ex vigile del fuoco il primo e giocatore di poker il secondo), Stone e Flower (eccentrici milionari con hobby maniacali), Murks e Floyd (i guardiani) e l'unico personaggio femminile, la prostituta Tiffany.
Qui, come non mai - forse in Italia solo Tommaso Landolfi fu maestro in questo - il normale e il quotidiano si aprono alla dimensione del mistero. In tutta la seconda parte del libro domina qualcosa di insolito, di perfido e di ossessivo.
L'atmosfera cupa prende il via da una partita di poker in cui in palio c'è la libertà dei protagonisti. La scrittura è diretta ed incisiva e l'intreccio è costruito benissimo. Il protagonista dovrà superare una prova, quasi un paradosso: erigere un muro con pietre di un vecchio castello irlandese per conquistarsi la libertà; un'esperienza concreta che darà il via all'evoluzione interiore del personaggio e che prende i connotati del grottesco e del metafisico.
Nell'arrivare all'epilogo il lettore si pone quesiti in merito al potere sconfinato del caso,al libero arbitrio, al destino, alla sorte e alla solitudine. Come nei film di David Lynch, la ricerca della verità non trova risposte, si rimane in bilico tra realtà e menzogna. Alla fine le domande rimangono inevase e ciò che resta è un senso di incognita e profonda ambiguità.
PS. . Nel 1993 il regista statunitense Philip Haas ne ha tratto un film omonimo.

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La musica del caso 2016-01-20 07:52:22 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    20 Gennaio, 2016
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Hard rock


Il caso: questo individuo che uno si immagina soprattutto indifferente, che ti può far vincere al gioco o bruciare la casa… Be’, non è di questo pacifico individuo che tratta il romanzo di Auster. Forse non bisognerebbe nemmeno chiamarlo Caso.
Perciò, se come me, prendendo questo romanzo in mano, vi immaginavate una innocua partitella a poker con batosta finale dei nostri eroi, cioè un romanzo alla Tevis, avete sbagliato libro.
Il caso, se vogliamo continuare a chiamarlo così, inizia adagio la sua musica. Il protagonista del romanzo Jim, un pompiere, scopre il gusto di viaggiare spingendosi sempre più lontano con l’auto, il gusto diventa un’esigenza e infine una necessità. Non pensa ad altro. Lo stato mentale del viaggio compensa la sua irrequietezza, lo fa stare in pace con se stesso. Al viaggio sacrifica perfino un amore. Ha ricevuto un’eredità, lasciato il lavoro e si dedica al viaggio che diventa il suo stato d’essere. Viaggia non per vedere, non per conoscere ma per viaggiare. In uno di questi viaggi incontra un giocatore di carte, Jack Pozzi, bravo e geniale, e decide di finanziare con tutto il gruzzolo dell’eredità che gli resta la partita di Pozzi con due miliardari: se vince potrà continuare a viaggiare senza necessità di fermarsi. Se perde …
Non voglio raccontare il romanzo se no toglierei il gusto al prossimo lettore. Dico solo che il caso perde la sua faccia di assoluta indifferenza. Jim intuisce nei due miliardari qualcosa di strano, non sono i buontemponi sprovveduti che pensava, hanno qualcosa di feroce, una ossessività nei pensieri, una precisione paranoica nelle cose che portano avanti. Ha persino un’intuizione di sadismo, di follia lucida. Ma come immaginare l’iceberg sotto la punta che potrebbe essere visibile in ogni essere umano? Come non fidarsi in parte, in piccola parte, almeno, come immaginare che l’altro è un gatto che ha bisogno del suo topolino con cui giocare? Piano piano il lettore incredulo si trova catturato dal grado di stranezza crescente delle situazioni, catturato mentalmente perché l’ambiguità, la mancanza di punti fermi e di riscontri, l’impossibilità di confrontarsi con chiunque, di fidarsi di chiunque hanno costruito il muro attorno ai due amici. Il caso suona ora la sua musica martellante e ipnotica. La follia del mondo attraversa il mondo e contamina i nostri eroi turbando il lettore, fino alla bellissima conclusione. Il romanzo è in crescendo di tensione e di interesse. E’ il tipo di storia che di solito cerco di non leggere ma devo dire che mi è piaciuta.
Credo che ci siano elementi simbolici: l’automobile piena di musica (la libertà), il viaggio (la ricerca di sé), il muro (la prigione), la lettera (il messaggio) , la pistola (la minaccia), la partita (il caso), il bambino (l’innocenza).

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La musica del caso 2008-08-28 15:28:03 Mara
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Mara Opinione inserita da Mara    28 Agosto, 2008
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La musica del caso

Jim Nashe è un vigile del fuoco che, dopo aver ereditato un'imprevista fortuna, inizia a girovagare per l'America, aspettando solo che i soldi finiscano. Ma quando il caso, di nuovo, gli fa incontrare Jakpot, uno stravagante giocatore di poker appena ventenne, quello che sembrava un viaggio secondo i canoni della mitologia americana si trasforma in una storia di horror metafisico.

Nel libro vive un mondo in frantumi, in cui risuona "la musica del caso" ed i cambiamenti dell'esistenza, sono generati da fatti apparentemente marginali e casuali.

I protagonisti sono messi alla prova dall’assurdo quotidiano, dal mistero accidentale, in un susseguirsi di eventi diabolicamente perfetti. La scrittura è asciutta e priva di parole inutili, dolente e insieme ironica.

L'unico appunto che posso muovere al romanzo di Auster, è il finale un pò scontato.

Buona lettura:)

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