La memoria del cuore
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Recensione della Redazione QLibri
In amore si rimane coinvolti completamente
Si può talvolta storcere il naso di fronte a titoli che odorano di facile retorica e mieloso sentimentalismo. Però è vero -e bisogna ammetterlo- che:
“Tutte le storie parlano d’amore (...). Le grandi e le piccole, le belle e quelle meno belle, quelle che ci rendono tristi e quelle che ci dovrebbero consolare. (...).
Sia che le storie siano state inventate secoli o millenni fa in terre lontane e straniere, spiegò lui, o ieri sera in una piccola capanna sull’altra sponda del fiume, tutti i grandi racconti conoscono un unico argomento: lo struggimento del cuore per amore”.
Sono le parole dello zio U Ba rivolte al nipote dodicenne Bo Bo, nell’incipit del romanzo, già una dichiarazione di intenti da parte dello scrittore tedesco Jan Philipp Sendker che con questo ultimo lavoro chiude una trilogia iniziata con “L’arte di ascoltare i battiti del cuore” (Neri Pozza, 2009] e proseguita con “Gli accordi del cuore” (Neri Pozza, 2012).
Dico subito che non ho trovato necessario leggere i libri precedenti in quanto i fatti salienti riguardanti le vicende di Julia e dell’incontro con quello che diventerà suo marito, Thar Thar, vengono riportati sinteticamente e sapientemente amalgamati nel nuovo libro.
“La memoria del cuore” è la tormentata e toccante storia di un dodicenne, Bo Bo, che cerca di capire la ragione per cui non vive con i suoi genitori, come in una famiglia normale, ma con lo zio U Ba. Una volta all’anno viene a trovarlo per poco tempo suo padre, Thar Thar, mentre della madre, di cui sa che è afflitta da una strana malattia, non ha che ricordi lampo di “un sorriso che scalda il cuore” e una “voce cristallina”.
Bo Bo è dotato di un dono particolare, quello di capire le emozioni della gente:
“Per me gli occhi possono luccicare, scintillare o essere incandescenti come le braci ardenti nel fuoco. Possono brillare, fremere, essere ombrosi e un attimo dopo quasi trasparenti. Negli uomini possono essere vacui come quelli di un uccellino morto o scoppiare quasi di paura come quelli di un pollo al macello. Gli occhi possono essere torbidi come l’acqua di una pozzanghera fangosa o abbaglianti come la luce del sole. Ogni espressione ha infinite sfumature, e tutte hanno sempre un loro significato preciso”.
Questa dote lo aiuta a percepire quando dietro ad una bugia c’è un grande bisogno, quando le persone fanno finta di star bene, ma dentro soffrono. Un giorno costringerà lo zio a farsi raccontare la storia d’amore dei suoi genitori e da lì l’azione narrativa inizierà un lungo flashback interrotto da pochi ritorni al presente. Tutto il romanzo si svolge tra Stati Uniti, dove Julia Win, sua madre e sorella di U Ba, è nata e vissuta per ventotto anni, e la Birmania, dove invece Thar Thar, suo padre, manda avanti un monastero dove si prende cura di ragazzini disabili e deformi, rifiutati dalle loro famiglie.
Stati Uniti e Birmania, Occidente e Oriente, due luoghi che Sendker dimostra di conoscere molto bene dalle strade alla cultura culinaria: l’autore ha vissuto diversi anni in America e ha viaggiato come inviato in Birmania per oltre venticinque anni.
Mentalità diverse, ritmi di vita diversi che si riflettono sulla velocità dell’azione narrativa. Il romanzo si divide in tre parti: la prima parte è ambientata nella capanna dello zio U Ba a Kalaw, con le poche amicizie di Bo Bo e i tanti libri ammassati negli angoli; la seconda riporta il lungo racconto di U Ba sull’amore tormentato e infuocato tra Julia e Thar Thar, suoi genitori e si sposta a Manhattan; nella terza parte si torna al presente e l’azione si svolge di nuovo in Birmania, ma...non posso più dire altro, a voi la scoperta. Qual è la malattia di affligge Julia? Perché in tutti questi anni non ha fatto nulla per vedere il figlio? Come mai Bo Bo ha una cicatrice che parte dalla bocca ed arriva quasi all’orecchio?
Si tratta di un romanzo toccante, che si legge con grande piacere e regala momenti di tenerezza. La scrittura di Sendker è capace di notevole forza espressiva, sa caricare bene le immagini e le descrizioni dei pensieri dei personaggi al punto tale da toccare le corde del cuore di chi legge e far passare le emozioni direttamente su di lui. Sendker ti fa provare quelle emozioni, si fa ponte di empatia.
Una storia indimenticabile, che rimane.
Indicazioni utili
“L’arte di ascoltare i battiti del cuore”
“Gli accordi del cuore”
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Bo bo
«Esistono diverse ragioni per tacere, ho imparato da U Ba. Una può essere la paura. O la vergogna. L’ignoranza. La vigliaccheria. A volte si vuole punire l’interlocutore. Esiste anche la felicità che ti lascia senza parole. La gioia silenziosa.»
Il giovane Bo bo è un bambino curioso, amante della lingua inglese e che nella sua classe di studio è costretto a fronteggiare insegnanti che non conoscono la materia di cui sono titolari e che spesso lo puniscono per le correzioni che il dodicenne non è in grado di trattenere. Siamo in Birmania e il piccolo adolescente vive con lo zio U Ba, uomo che ha fatto della restaurazione dei libri la sua arte, uomo che lo ha istruito alla conoscenza. Una volta l’anno l’ometto riceve la visita di Thar Thar, suo padre nonché marito di Julia, la protagonista che abbiamo conosciuto in “L’arte di ascoltare i battiti del cuore”, seguito da “Gli accordi del cuore”.
Bo bo ha un dono particolare: riesce a comprendere le emozioni delle persone e da questo evince il loro stato d’animo, evince se mentono o sono sincere o se al contrario nascondono qualcosa. Al suo dono ci sono però delle eccezioni. Radicato è il gran desiderio di conoscenza di un passato sfuggente e di un legame con i suoi genitori venuto meno per ragioni inspiegabili. Della stessa madre, Julia Win, ha solo il vago ricordo di un sorriso e la percezione di una malattia. Arriverà il momento in cui però il bisogno di sapere avrà la maggiore e U Ba non potrà sottrarsi al rivelare al nipote quanto accaduto in quello che sarà un racconto nel racconto e che ci porterà, ancora una volta, ad assaporare una storia che si dipana tra Stati Uniti e Oriente.
«E chi una volta è stato amato e ha perso questo amore non porta in sé solo questo amore, ma anche la paura di perderlo di nuovo.»
Anche questa volta Philipp K. Sendker destina il lettore di un romanzo che sa destare l’interesse e toccarne le corde più intime. La voce narrante è quella di un protagonista puro, cristallino e che per questo conquista senza troppe difficoltà e incuriosisce. La figura, ancora, dello zio, è il perno centrale tanto che se chi legge è attratto dal dono o dalla personalità e dalla giusta e naturale volontà di conoscere la verità del ragazzo, dall’altro è affascinato e trattenuto in una spirale magnetica detenuta da questo uomo adulto che cela nel silenzio e nel cuore un grande dolore e una storia che non sa come raccontare, una storia che ancor più teme di raccontare.
Tuttavia, questa volta, la narrazione è più lenta. Troppo lenta. Lo stile narrativo è sempre curato e minuzioso, i dialoghi calzanti ma il ritmo per tutto il primo terzo del libro (98 pagine su 313) non decolla. Si ruota sempre attorno a questo mistero celato, a questa quotidianità in cui il duo vive ma senza riuscire ad approfondire ulteriormente, nemmeno in occasione della visita del padre e del palesarsi dei primi segnali un po’ più concreti della malattia di Julia. A seguito della seconda sezione il ritmo accelera, si scuote e con esso la vicenda riprende di quell’interesse che era venuto scemando in quel primo terzo e conduce a quello che sarà l’epilogo dell’opera che soddisfa in buona dose l’appetito del lettore.
In conclusione, “La memoria del cuore” è un titolo piacevole ma non indimenticabile, una degna conclusione delle vicende ma eccede un po’ troppo nella prolissità e in una storia che arriva con scoppio ritardato e con qualche ostacolo nella lettura disseminato. Non mancano tante belle citazioni, non mancano le tante parole con le quali Sendker arriva immancabilmente al suo pubblico (anche troppe, a voler essere sinceri, tanto da rischiare di rasentare la “frase fatta”). Nel complesso è un volume necessario alla conclusione degli eventi ma che lascia quel retrogusto di non completa soddisfazione.
«Dopo aveva dovuto imparare che l’amore non conosce giustizia. Obbedisce alle proprie leggi.»
Indicazioni utili
Malattia d'amore
Capitolo finale della storia di Julia , scopriamo cosa accadde a Thar Thar , al piccolo Bo Bo e a U Ba e la storia d'amore tra Julia e il monaco Thar Thar. Molto scorrevole la lettura, mai un attimo di noia, merito sicuramente di Sendker, che riesce a raccontare bene dello sgomento e del contrasto tra due civiltà agli antipodi. Il piccolo Bo Bo cresce affidato allo zio U Ba, il padre gli fa visita ogni tanto mentre la madre sembra perduta nell'abisso di una misteriosa malattia di cui scopriremo la causa. Bella la descrizione della quotidianità di un ragazzino nella Birmania dei nostri giorni. L'amore può unire due mondi lontani, la disperazione può separare, potra l'amore riunire ciò che il dolore ha diviso ? Scopriamo scorci della storia d'amore dei genitori di Bo Bo, due universi diversi, lei una donna occidentale, emancipata, lui un monaco pieno di spiritualità ma anche di sano stupore di fronte alle cose della vita fatta di modernità, curioso ma mai corrotto . Il loro amore è difficile per le distanze culturali e sociali ma sopravvive anche alle rispettive debolezze come uomo e come donna creando un parallelo interessante tra il loro modo di amare, distanti ma vicini e quello di una certa società di oggi dove siamo vicini ma infinitamente lontani. Racconto forse un pò buonista. Manca sicuramente qualcosa rispetto ai precedenti romanzi .