La locanda dei sogni ritrovati
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Julia Stagg, inglese, ha vissuto in Giappone, Australia e Stati Uniti, facendo i mestieri più vari, prima di stabilirsi con il marito nella regione francese dell'Ariège, che ha ispirato i suoi romanzi.
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L'Auberge
Quello di aprire un albergo-ristorante in Francia è il sogno di una vita per gli inglesi Lorna e Paul, un desiderio a volte inconscio altre irrealizzabile che, dalla detta alla fatta, si tramuta da inattuabile fantasia a concreta realtà. Come resistere, infatti, all’acquisto quando il prezzo del bene è tanto abbordabile e la voglia di riscatto così forte? E’ impossibile.
Il piccolo paese nei Pirenei, Fogas, costituisce per i due anglosassoni una prospettiva di vita completamente nuova rispetto a quella conosciuta. Vengono a contatto non solo con una cultura diversa quale quella francese – con annesse e connesse difficoltà linguistiche – ma anche con quella che la mentalità del piccolo borgo dove la terra, la famiglia, la religione, le istituzioni, le apparenze, la paura dello straniero che con la sua presenza potrebbe danneggiare il Comune e la sua ricchezza economica, sono una costante nonché un caposaldo.
Nell’immediato i due protagonisti si imbattono in Chloé, la futura aspirante acrobata figlia di Stéphanie, e Tomate la deliziosa gatta che è solita risiedere nel giardino dell’Auberge e farsi coccolare da persone di buon cuore come la coppia di sposi.
Serge Papon, Sindaco della cittadina, si presenta ai due hoteliers palesando le migliori intenzioni quando in realtà il suo unico scopo è quello di ostacolare in ogni modo i forestieri affinché questi vendano l’attività e il Comune possa poi, con manovre opinabili, acquisirlo – anche con un’espropriazione forzata se necessario – e concederlo a quello che secondo il Pubblico Ufficiale sarebbe il legittimo proprietario: suo cognato.
Fortunatamente per i piccoli imprenditori Fogas è caratterizzata da molteplici personalità molte delle quali disposte ad aiutare incondizionatamente gli alberghieri. E così passando dalla voce di Christian Dupuy a quella di Véronique, Josette, Annie e tutti gli altri personaggi che colorano queste pagine, il romanzo scorre rapido accarezzando il cuore del lettore, facendolo sospirare (nel caso del palese innamoramento del socialista Christian e della religiosissima Véronique), ridere a crepapelle e riflettere su quante ingiustizie simili esistono nella quotidianità e di quanto al tempo stesso ancora nell’essere umano siano insiti valori e bontà.
Lo stile è semplice e genuino così come i protagonisti che vengono rappresentati. Ho riscontrato una leggera difficoltà ad entrare nel testo soltanto nella parte iniziale poiché l’autrice tende a cambiare voce e a ripartire con la successiva dai fatti narrati dalla precedente, questo talvolta non è sinonimo di chiarezza per chi legge. Tra tutti, il personaggio che ho più apprezzato per la sua autenticità è stato proprio Christian; egli rappresenta l’uomo di un tempo con principi saldi e onestà intellettuale ma anche l’uomo moderno consapevole del cambiamento e della sua inevitabilità.
Una lettura piacevole, non impegnativa e capace di catapultare il lettore in una dimensione accogliente da cui si fatica a distaccarsi.
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Un romanzo dal sapore francese
" La locanda dei sogni ritrovati" rientra appieno nel filone di letture leggere, scorrevoli e decisamente piacevoli.
La trama è molto semplice, una coppia inglese si trasferisce in un piccolo paesino dei Pirenei francesi, Fogas, per aprire un ristorante e qui si incontrerà o scontrerà con l'umanità che popola il posto. Alcuni offriranno ai due la propria amicizia, cercando di aiutarli nel tentativo di aprire una modesta locanda, altri spinti da istinti meno nobili cercheranno di allontanarli dal paese, gelosi della vita placida, statica della piccola comunità montana.
Di certo il romanzo non utilizza tinte forti, non si descrivono passioni nè guerre, tuttavia mi ha colpito ed allo stesso tempo emozionato.
Le immagini del borgo francese sono tratteggiate con una chiarezza cristallina , dai toni pastello. Bella la descrizione della vallata, del sole che tocca ogni giorno i tetti spioventi delle case, della neve che ricopre lieve Fogas durante una gelida invernata. La cornice suggestiva dei Pirenei fa da sfondo perfetto ad una vicenda semplice ma mai banale.
Protagonista del racconto è infatti proprio Fogas e l'insieme delle persone che vi vivono. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e contribuiscono, anche facendo sorridere il lettore con i loro piccoli vizi o rivalità, a far avanzare una trama nel complesso ben congegnata.
In conclusione si tratta di un romanzo che mi è piaciuto e mi ha intrattenuto. Ben scritto ed in grado di puntare su di una caratteristica di cui spesso i libri di oggi mancano: la semplicità. Non lo consiglierei solo a chi sia in cerca di un racconto avvincente o dal ritmo incalzante, altrimenti...un viaggio a Fogas è dovuto!
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LA LOCANDA DEI SOGNI RITROVATI
Prima di iniziare a leggere questo libro bisogna fare un grosso respiro e lasciarsi andare ad un avventura simpatica e spensierata.
Chi ha soggiornato per alcuni giorni in un paesino alpino ritroverà in questo libro molte sensazioni che ha già provato.
Il paesaggio è da mozzafiato, contornato da maestose montagne che ti fanno sentire piccolo, ma fortunato di poter vedere tanto splendore. L’aria è leggera e fresca, così come l’acqua che con il suo rumore rilassante, scorre fra sassi e cascatelle, all’interno del centro abitato, andandosene per sempre verso il mare.
Vedendo un paesaggio simile, chi non ha mai pensato di ricominciare tutto da capo ed iniziare una nuova vita più tranquilla in uno di questi luoghi?
E’ quello che ha pensato un copia di inglesi, protagonisti di questo romanzo, che all’improvviso decidono di lasciare il loro vecchio lavoro in Inghilterra e aprire una locanda sui Pirenei in Francia. Vendono la loro casa e comprano uno vecchio stabile nel paesino di Fogas, per realizzare finalmente il loro sogno.
La cosa che però non hanno considerato è il fatto che anche il sindaco del paese , uomo molto scaltro e potente, aveva già messo gli occhi su questo affare e farà di tutto per strapparglielo di mano.
Oltre all’aspetto puramente paesaggistico, l’autrice ha saputo “dipingere” magistralmente la vita di tutti i giorni degli abitanti di Fugas, descrivendo i comportamenti di una comunità molto chiusa, ma dando ad ogni abitante del paese un ruolo molto importante nella vita stessa del paese. Ognuno ha un compito e una valenza ben delineati; tutti conoscono pregi e difetti degli altri, perché conoscono il loro passato.
Quando però si viene a saper che la vecchia taverna è stato venduta ad una coppia di Inglesi, il paese viene scosso da questa inattesa novità. Una coppia di “stranieri”, per di più inglesi che dovrà gestire il loro unico ristorante????
Si formeranno presto due schieramenti contrapposti, uno a favore e uno contrario all’accoglienza di questi nuovi paesani.
Una storia semplice e magari già sentita, ma resa viva dalla capacità dell’autrice di cogliere i minimi particolari, che rendono il romanzo particolarmente brillante e scorrevole.
P.S – Non comprate il libro se vi ha colpito la foto della gattina in copertina, pensando che abbia un ruolo importante, perché a un certo punto della storia viene dimenticata dall’autrice. Ho temuto che fosse morta schiacciata dalla Panda 4x4 di uno dei protagonisti, ma per fortuna mi sbagliavo!!!!
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tratto dal film Chocolat
Il libro è piacevole ed è scritto in modo scorrevole al punto da leggersi in modo moldo veloce. Non si dilunga esgeratamente sui particolari e la trama tiene bene... peccato che la storia in moltissimi punti, ricorda un po' troppo il film "Chocolat"!
Anche qui un paesino Francese... anche qui due forestieri (nel film madre e figlia) che aprono un ristorante albergo in un paesino sperduto della Francia... anche qui, un sindaco che in tutti i modi per la sua mentalità arretrata e poco incline ai cambiamenti dei tempi moderni e per scopi puramente personali, cerca in tutti i modi di mettere i bastoni fra le ruote... in questo caso si vede un sindaco la cui moglie si dice che sia andata da parenti (proprio come nel film, stessa scusa anche se con finale diverso), anche qui come nel film si parla di cibo e di riuscire ad entrare nel cuore della gente della comunità. Poi sinceramente mi aspettavo un pizzico in più di "magia" visto che inizialmente la gatta sembrava avesse un qualche potere nel condizionare in modo favorevole Paul e Lorna, mentre invece ad un certo punto la gatta sparisce totalmente dal libro... e uno si chiede "ma a cosa è servita"???
Insomma... sinceramente non mi aspettavo una trama così vicina in molti tratti della storia, a quella del film con Juliette Binoche e Johnny Depp... se non avessi già visto il film,sicuramente il libro mi sarebbe piaciuto... Peccato.