Narrativa straniera Romanzi La libreria della Rue Charras
 

La libreria della Rue Charras La libreria della Rue Charras

La libreria della Rue Charras

Letteratura straniera

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Algeri, oggi. Ryad, studente universitario a Parigi, ha un compito ingrato davanti a sé: svuotare e chiudere la libreria Les Vraies Richesses. Questo polveroso negozio di quattro metri per sette, stipato di volumi ingialliti, foto sbiadite, quadri e mille altri cimeli editoriali, nasconde la storia di un'eccezionale avventura umana e letteraria. Algeri, 1936. Edmond Charlot, ventenne entusiasta, ha una grande idea in testa: fondare una libreria-casa editrice che pubblichi scrittori di entrambe le sponde del Mediterraneo. Apre quindi al 2 bis della rue Charras un luogo accogliente che presto diviene sede delle mitiche Éditions Charlot, frequentate da aspiranti scrittori come da figure del calibro di Saint-Exupéry e Gide. Da quella stanzetta, intitolata alle «vere ricchezze» della vita, escono le prime edizioni di testi memorabili, tra cui l'esordio di un giovane di genio: Albert Camus. Mescolando passato e presente, realtà e invenzione, Storia e intima quotidianità, Adimi ci conduce per le viuzze di una città immaginifica e dà vita al romanzo di un traghettatore di libri e di idee che fu il segreto artefice di molta della migliore letteratura del Novecento.



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La libreria della Rue Charras 2019-05-14 13:29:48 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    14 Mag, 2019
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Siamo gli abitanti di questa città e...

«Sarai solo, perché per perdersi e vedere tutto bisogna essere soli. Ci sono città, e Algeri è una di queste, in cui qualsiasi compagnia è di troppo. Ci si passeggia come ci si abbandona alle fantasticherie, con le mani in tasca e il cuore stretto. […] Un uomo che legge ne vale due»

Algeri, 2017. Ryad è stato investito del compito di sgomberare una vecchia libreria nel minor tempo possibile. È un dovere a cui deve adempiere a titolo di tirocinio formativo per laurearsi anche se, di fatto, detta attività non ha niente a che vedere con il percorso di studi intrapreso. Quella che deve liberare è una piccola biblioteca adibita al prestito nata come libreria negli anni ’30 ed appartenente a niente di meno che a Edmond Charlot (che in quegli anni non solo l’aprì ma vi creò anche una casa editrice capace di pubblicare gli autori migliori, e spesso ignorati da altre case, quali, tra i tanti, Camus, Saint Exupery, Gide). E mentre il giovane studente degli anni 2000 cerca di adempiere al suo onere, incurante di quel che significa gettare libri su libri per aprire una ciambelleria, ecco che facciamo un salto nel passato per scoprire tramite il diario di Edmond di quegli anni che hanno avuto quali protagonisti l’evoluzione politico-economico-sociale della colonia francese sino all’insorgere dell’indipendentismo e del terrorismo e la conquista dell’indipendenza.
Il tutto tramite un'alternanza non solo temporale ma anche fisica che consente a chi legge di ritrovarsi sia a Parigi che nell’Algeri di ieri e di oggi e tramite l’ausilio di un linguaggio fluido, poco impegnativo, che si conforma alle voci narranti e che ci invita alla riflessione su molteplici tematiche, in particolare, quella dei regimi repressivi e della loro volontà di impedire la libera circolazione delle idee e del pensiero, ma soprattutto della cultura. Perno dell’intera storia è la memoria: è tramite questa che è possibile imparare e riflettere su quel che è stato per non tornare a commettere gli stessi errori.
Una lettura breve ma estremamente piacevole.

«Siamo gli abitanti di questa città, e la nostra memoria è la somma delle nostre storie»

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La libreria della Rue Charras 2018-11-10 10:09:56 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    10 Novembre, 2018
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Un uomo che legge ne vale due

La passione per i libri e per la letteratura segna profondamente la vita di Edmond Charlot, che apre una libreria e crea una casa editrice nell’Algeria degli anni trenta. Attraverso le vicende del protagonista che diventa amico dei più grandi scrittori del tempo, tra i quali Camus, Saint Exupery e Gide, seguiamo il drammatico sviluppo della politica colonialista francese, con il conseguente insorgere di movimenti indipendentisti e del terrorismo fino alla conquistata indipendenza.
E’la letteratura, come l’arte, in senso lato, il mezzo più efficace per tramandare la memoria ed è ai libri affidato il prezioso compito di preservarne il valore.
Con dolorosa consapevolezza, il giovane Ryad si appresta, molti decenni più tardi, a svuotare la libreria ormai destinata a ospitare un negozio di ciambelle. Un oltraggio per chi ama i libri e ciò che essi rappresentano.
Se la storia tramanda numerosi tentativi da parte di regimi repressivi di impedire la divulgazione delle idee e della cultura, proprio mediante la distruzione di considerevoli patrimoni letterari, qui siamo di fronte a un ulteriore esempio dell’imbarbarimento culturale che induce a preferire due ciambelle alla lettura di un testo di Camus o di Gide.
Con un ritmo narrativo che alterna passato e presente, Kaouthier Adimi, descrive luoghi caratteristici dell’Algeri del passato e della Parigi più moderna, da sempre luogo di riferimento della più fertile cultura europea.
Una lettura piacevole dal punto di vista letterario e interessante per la testimonianza di eventi storici che non vanno dimenticati, ma dei quali piuttosto è bene preservare la memoria perché sia di monito e insegnamento.

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