La libreria del buon romanzo
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UN BUON ROMANZO
Due appassionati di libri, Francesca Aldo-Vabelli e Ivan Georg, si incontrano per caso in una libreria di Meribel, un paesino di montagna molto turistico che si trova in Francia. Decidono quindi, in contrasto con tutte le attività del momento, di collaborare e aprire una libreria a Parigi in cui tutti gli amanti dei buoni romanzi trovino ciò che cerchino: una libreria in cui non contino le novità o i libri suggeriti da rappresentanti ed editori. Fondano quindi un'associazione composta da 8 letterati anonimi che ogni anno dovrà collaborare all'arricchimento del catalogo fornendo una lista di titoli di buoni romanzi, in prevalenza francesi ma anche stranieri. L'attività va a gonfie vele, ed è proprio nel suo momento di maggiore successo che dei misteriosi “bruti” attentano alla sicurezza di alcuni membri del comitato e addirittura degli stessi proprietari. Inaspettati segreti verranno a galla e tutti i misteri verranno svelati in un'indagine lunga e complicata.
Di questo libro mi ha attratta particolarmente la trama, che lo definiva un “giallo”. Sono rimasta però delusa dal fatto che in realtà il lato giallo di questo romanzo è limitato alle prime e alle ultime pagine. Tutto il resto del romanzo è occupato dalla lunga storia della libreria e dei suoi proprietari. A mio parere è stato dedicato troppo spazio alla narrazione della nascita della libreria e troppo poco al resoconto delle indagini e al racconto di un tragico evento alla fine del romanzo. Ho comunque apprezzato molto questo libro per la presenza di numerose frasi sulla lettura e l'importanza dei buoni romanzi, nonostante io abbia incontrato un po' di difficoltà nella lettura iniziale, forse per i troppi nomi e le diverse storie legate a questi ultimi, perché sono riuscita ad entrare nel romanzo e a capire i punti di vista dei personaggi e mi sono appassionata così tanto agli eventi che ho finito questo libro in pochi giorni.
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La libreria del "buon romanzo"
Terminato il romanzo, subito mi sono posta una domanda:
Ma questo libro dove andrebbe inserito, tra i libri di qualità, o tra le novità editoriali che andrebbero snobbate, finché non sarà il tempo a decretarne il successo?Ma perché i classici sono tali solo per il successo e le vendite che hanno ottenuto nel tempo?
La scrittrice furbescamente ha voluto provocare, ben consapevole delle polemiche che sarebbero sorte intorno alla oramai storica diatriba tra qualità e quantità. Fa leva sul lettore che sogna l’esistenza di una libreria come quella vagheggiata nel romanzo(personalmente come lettrice sogno piuttosto, una maggior preparazione e disponibilità degli addetti ai lavori), scordandosi completamente della trama in se che rimane, a mio parere molto debole soprattutto come giallo. Alla fine anche se interessante e scorrevole,Cossé non fa altro che ribadire concetti intorno alla letteratura anch'essi oramai assurti alla "classicità", perché da tempo sono stati trattati, sciorinati e sviscerati.
A questo punto preferisco leggere un bel saggio di critica letteraria: Manguel presto faremo conoscenza noi due!!!
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Snob
Ampliamente controcorrente,rispetto alle recensioni che mi precedono,mi sono trovata a detestare questo libro costringendomi a un notevole sforzo pur di concluderlo.
L’idea che costituisce la trama è meritevole di essere definita una novità.
Due veri amanti dei romanzi,con un passato difficile alle spalle,decidono di lanciarsi nell’ardua impresa di aprire una libreria che fornisca solo testi di alto livello:i buoni romanzi appunto.
Per garantire oggettività alla scelta costituiscono un comitato di otto letterati che forniranno le liste dei libri magnifici e imperdibili.
Nessuna novità editoriale,nessun compromesso al marketing,nessun passo incontro alle case editrici:solo ed esclusivamente i grandi scrittori potranno entrare con i loro testi negli ampi metri quadri della libreria.
Ma all’improvviso alcuni membri del comitato iniziano a subire attacchi violenti.
Chi odia a tal punto la buona letteratura?
Tralasciando una antipatia personale nei confronti di questa idea snob del leggere(ho più volte espresso la mia opinione in base al quale se piace al lettore ogni libro è degno di esser letto)questo romanzo non ha una sua identità precisa.
Non è un giallo ma ci prova.
Non è una storia d’amore ma ci prova.
Non è un romanzo ma ci prova.
Alla fine dei conti mi è parso che tutto sommato la scrittura di questo testo sia stata usata dall’autore come escamotage per riempirci la testa del suo concetto elitario della letteratura.
Lunghe sono le pagine in cui a tutti i costi si cerca di convincere il lettore della giustezza di questa idea.
Altrettanto lunghe quelle in cui l’autore si perde donandoci sue personali idee sulla vita,sul bene e il male,sull’amore e quant’altro.
Tutte queste diversioni rispetto alla trama rendono poco scorrevole la lettura,appesantendola con elementi assolutamente non necessari.
L’ho trovato un’occasione persa.Una buona idea che non si sviluppa come avrebbe potuto per la vanità dell’autore.
Cossè mi sei antipatico.
E adesso per ripicca mi leggo tutte le opere di Moccia!
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Buon Romanzo
Leggere "la libreria del buon romanzo" è come entrare nella libreria che si vorrebbe avere vicino a casa, la libreria all'interno del quale rifugiarsi dopo una giornata di lavoro o in un giorno uggioso, per trovare conforto non solo nei libri, ma anche nel personale.
La storia ruota intorno all'apertura di questa nuova libreria, che ha come prerogativa la scelta di vendere solo libri considerati di un certo livello, selezionati da un gruppo di persone facenti parte di un comitato organizzato dai due protagonisti del romanzo.
E' rilassante leggere di Ivan e Francesca alle prese con l'organizzazione della libreria, di come decidono di catalogare i libri, quali libri sceglieranno di ospitare, gli interrogativi che si pongono sul come non essere uguali alle altre librerie, ma allo stesso tempo essere aggiornati e concorrenziali.
L'atmosfera idillica, di vedere il loro sogno realizzato, viene contaminata quasi subito dal susseguirsi di articoli diffamatori contro le scelte organizzative prese dalla libreria, e da misteriosi accadimenti contro i prescelti del comitato.
L'aspetto "giallo" è quello che mi ha interessato meno e credo che il libro avrebbe potuto reggere bene anche senza, puntando, invece di più, sull'aspetto del significato di buon romanzo.
Chi lo stabilisce? è un criterio oggettivo? è il gusto personale? o il sistema pubblicitario che influenza cosa leggere e quando?. Non si può dire che queste tematiche non siano in qualche modo affrontate, l'apertura della libreria Buon romanzo n'è la chiave, forse sono poco approfondite, lasciando spazio alla trama velata di giallo.
Il finale è un pò affrettato, cosi come sono poco delineati due personaggi apparentemente secondari, l'ispettore e la voce narrante.
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Una piacevole matrjoska
Un misantropo appassionato di Stendhal viene misteriosamente rapito e abbandonato in una foresta. Una bella signora bionda, esperta guidatrice, perde il controllo dell'auto e finisce fuori strada. In Bretagna un uomo che ogni giorno faceva la sua passeggiata in riva al mare incontra due sconosciuti che lo terrorizzano. Questo è l’incipit, ma questo non è un classico romanzo poliziesco. I “cattivi” aggrediscono delle persone miti, ce l'hanno in particolare con un libraio ribelle, con una malinconica ereditiera e con la libreria che i due hanno creato, senza mai pensare che potesse suscitare tanto odio. Francesca e Ivan aprono una libreria dove intendono vendere solo i libri più amati, e hanno successo! Tanto. Tale però da scatenare invidia e cattiveria. E da qui il susseguirsi delle vicende narrative. Bella e originale è l’iniziativa e, come sempre, un libro che parla di libri, è come una matrjoska.
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La libreria del buon romanzo
Lo spunto che genera questo libro è originale ed accattivante, risultando capace di affascinare tutti quelli che sognano di avere nella propria città, o addirittura nella propria via, una libreria costruita e gestita con le modalità della "Libreria del buon romanzo". L'inizio sparge una cortina di mistero che si dipana con il passare dei capitoli, parallelamente ai successi ottenuti dal progetto editoriale stesso.
Le note meno positive sono, a mio avviso, una traduzione scadente e per nulla all'altezza della trama e la componete "da giallo" che si ingarbuglia e non riesce a mantenere fede alle aspettative create, finendo per evaporare quasi completamente pagina dopo pagina.
Alla fine la sensazione che resta è comunque buona e l'idea originale di partenza riesce a nascondere anche i punti deboli che si incontrano durante la lettura. Il punto vincente di questo romanzo è quello di toccare le corde del cuore di tutti quelli che, almeno una volta, hanno sognato di poter possedere e gestire una libreria del genere.
A distanza di tempo rimane, di questo libro, un piacevole ricordo.
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Un buon romanzo
"La libreria del buon romanzo", la libreria che tutti vorremmo avere, in cui tutti vorremmo entrare.
Un romanzo dall'idea originalissima, di piacevole e interessante lettura. La proposta di un 'idea che dovrebbe davvero uscire dalle pagine di un libro e prendere corpo nella realtà, dove accade purtroppo che le voci di buoni romanzi restano sconosciute, mentre altri libri, scadenti e illegibili, trovano non solo un ampio spazio nelle librerie, ma una promozione, una distribuzione e un numero di lettori immeritati.
Un libro che parla dei libri, che parla di lettori e ai lettori con passione, con il vero sentimento di chi conosce e vive la passione e il valore della lettura. Un libro imperdibile per chi cerca romanzi magistrali, che aiutano a vivere; libri necessari che si possono leggere in qualunque momento della vita; libri scritti per chi dubita di tutto e piange per nulla; libri splendidi che tuffino nello splendore del reale; libri che provino che l'amore è all'opera del mondo accanto al male e totalmente contro di lui; libri che non ignorino nulla della tragedia umana, delle meraviglie quotidiane e che facciano tornare l'aria nei polmoni. un libro imperdibile per chi ama il buon romanzo.
Pagine che diventano poesia, inno alla lettura, in un racconto che si tinge di giallo, creando così un po' di suspence e di attesa e incoraggiando il lettore ad essere un po' Van, un po' Francesca, o anche solo un vero cliente della libreria più bella e coraggiosa di Parigi.
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Un libro sui libri
Idea originale e molto affascinante per chi ama i libri e la lettura. Chi non troverebbe stimolante ed entusiasmante il progetto di aprire una libreria con solo il meglio di quanto ha letto nella propria vita, di quei libri in grado di emozionare come solo pochissima cosiddetta letteratura sa fare.
Quanti di noi ,avendo letto tanto, si tirerebbero indietro alla richiesta di fare una lista del meglio di quanto hanno letto, semmai trovo poco plausibile il "metodo" per giudicare un libro : leggerne le prime 20-30 pagine.
Ci sono un sacco di suggerimenti per la lettura, peccato si tratti più che altro di autori francesi magari poco tradotti in italiano.
La trama parte come un giallo e il vero punto debole del libro è che ad un certo punto la parte "gialla" si perde per non ritrovarsi più o meglio per scivolare in qualcosa di incompiuto e un pò malinconico.
Ma in mezzo c'è tanto amore per i romanzi ed un'atmosfera tutta particolare molto coinvolgente, le stesse discussioni che fanno da sfondo alla vicenda sulla distinzione tra scelta e censura sono parecchio intriganti, i libri come compagni dei momenti importanti della vita quasi avessero una loro armonia , una melodia, come la musica.
Bel racconto a patto di non aspettarsi di leggere un giallo come parrebbe dalle prime pagine.
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Un meraviglioso sogno letterario
Grazie a questo romanzo ho potuto vivere l’avventura , che ho sempre sognato, quella di aprire una Libreria dove in un ambiente rilassante ed accogliente si possano trascorrere ore alla ricerca di un libro. Mi e’ piaciuto molto anche perche’ la storia e’ tutta incentrata sull’amore per la Letteratura , intesa come quella che istruisce ed informa divertendo, e sulla sua capacita’ di far comunicare tra loro i lettori (in fondo non e’ lo scopo anche di questo sito? ). Meravigliosa l’ appassionata descrizione di Francesca dei libri che vorrebbe : “libri che ci facciano tornare l’aria nei polmoni”, da leggere ed incorniciare. Detto questo ritengo comunque che questo libro abbia parecchi difetti a cominciare dalla lunghezza ( 400 pagine mi sono sembrate in alcuni punti troppe) , la storia gialla e’ priva di forza e anche le due storie d’amore sono poco credibili. Meglio limitarsi a fantasticare quali libri inseriremmo nella nostra libreria ideale
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La libreria del buon romanzo
A Parigi, due appassionati lettori, di alta narrativa, Francesca e Ivan teorizzano e poi aprono, in società, la libreria ideale: una libreria che venda solo romanzi e solo di altissima qualità indipendentemente dal fatto che siano classici o novità. La chiamano “Al buon romanzo”.
Per selezionare quelle che devono essere le opere vendute nella libreria creano e si affidano ad un comitato di grandi lettori/scrittori che forniranno l'elenco dei titoli da tenere. La libreria ottiene un grande successo di pubblico e di vendite ma anche invidie e critiche. La cosa si fa pericolosa quando alcuni dei membri del comitato, che dovevano rimanere segreti, subiscono attentati e minacce. Questo pericoloso cocktail di successo, critiche, boicottaggi e attentati minerà la vita del Buon romanzo e dei suoi creatori.
Un libro affascinante perché si parla di libri, letteratura, libreria. Ci si sente parte in causa nel creare la libreria perfetta e mentre si legge a chi non verrà in mente una lista di libri che devono stare nella libreria dei sogni?
Laurence Cossè, sviluppando il racconto farà passare lo stato d'animo del lettore, piano piano, quasi senza accorgersi, da entusiasta, a battagliero fino alla delusione e ad un pizzico di tristezza finale per poi lasciare campo alla speranza. La speranza che anche da noi nasca “Al buon romanzo”.