La lettrice bugiarda
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Opinioni inserite: 6
La lettrice bugiarda di Brunonia Barry
Romanzo ambientato a Salem, nota come la città delle streghe (piccolo mondo con le sue regole e i suoi misteri), che è anche il luogo da dove proviene l’autrice del romanzo. La scrittura è fluida e l’ambientazione interessante, anche se il romanzo è un po’ lento nella prima parte, ma più coinvolgente man mano che la vicenda si dipana. Gli argomenti trattati sono la stregoneria, la divinazione (quelli che mi avevano convinta a leggerlo) e il rapporto fra due gemelle (che lo accomuna ad un altro libro appena letto: La tredicesima storia). Da leggere in una giornata autunnale, di sera o in una giornata di pioggia (molto facile da trovare in quest’estate così uggiosa e piovosa, soprattutto al nord). Le protagoniste della storia sono donne e ciascuna di loro ha subìto violenze fisiche o psicologiche, ma in questo libro si parla della loro capacità di reagire e di rinascere, come la fenice. Molto importante Eva, la nonna della protagonista, come importante è stata nella famiglia di origine la nonna dell’autrice stessa, protagonista di una famiglia a stampo matriarcale. L’eredità che Eva lascia alla nipote è quella di scrutare il futuro attraverso la lettura del pizzo di Ipswich, che diventa la chiave di lettura degli eventi e la aiuta a predire il futuro. Interessante il continuo intreccio tra sogno e realtà, invece un po’ fuorviante, a mio avviso, la presenza di troppi protagonisti, ognuno con un vissuto intricato e difficile. Affascinante il tema del “punto di quiete”: il momento in cui riusciamo a comprendere un’informazione che arriva solo dentro noi stessi e che rappresenta il desiderio di chiunque di capire sé stesso fino in fondo. Non mi ha strabiliata, ma non mi è dispiaciuto, lo consiglio.
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Libro particolare e coinvolgente
Fino a metà circa mi è parso molto noioso e ripetitivo.. non sopportavo il fatto che venissero date delle spiegazioni a metà, mi spiego meglio...parlavano di "violenze" da parte di Cal in maniera molto generica.. senza scendere nei particolari... Nelle note della scrittrice ho letto però che lei ha cercato di non scrivere un libro sugli abusi, ma un romanzo che raccontasse il percorso difficile che cercano di superare le donne vittime di queste violenze, data la spiegazione capisco la sua reticenza nel spiegare i vari maltrattamenti.. Sta di fatto però che il libro risulti a tratti molto difficile da seguire.. il finale mi ha lasciata perplessa, ma dopo aver riletto e ricercato qualche parte iniziale che non mi era chiara mi è parsa una conclusione interessante. Mi è piaciuto, ma non è stata sicuramente una delle mie letture preferite...
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un "brutto" calderone
libro acquistato perchè incuriosita dall’ambientazione, Salem, e dalla “lettura del pizzo”, in realtà le premesse non hanno retto le aspettative.
L’autore getta “nel calderone” molti spunti narrativi, troppi,per essere gestiti al meglio in un unico libro.
Towner, la protagonista, fa parte di una famiglia storica di Salem, le cui donne sembra abbiano il potere della lettura del pizzo ( una sorta di tombolo, che mentre lavorato svela le trame della vita, ma anche lettura di una tenda smossa dal vento etc.),il tutto trattato nel libro in modo comunque marginale e non particolarmente chiaro; Towner, dicevo, si allontana da dove ha vissuto parte della sua vita a seguito della morte della sorella gemella Lindley annegata in mare, nella quale vicenda sembra sia cinvolta in prima persona pur non ricordandosi nulla,essendo stata sottoposta a trattamento con pesanti dosi di psicofarmaci nel periodo successivo all’accaduto, e già tutto questo, a mio parere farebbe la storia; in realtà, intorno alla protagonista ruotano altri personaggi caricati anch’essi di vissuti importanti, quali la madre che vive lontana dal mondo, su un isolotto a sè, la quale ospita donne che hanno subito violenze domestiche e intendono scappare, lo zio,Cal, ex alcolista ora a capo di una setta religiosa che rimanda alla vecchia rivisitazione della “caccia alle streghe”, in maniera caotica e scoordinata,il quale, seduce e ingravida una giovane seguace , che dovrebbe far sparire per non perdere di credibilità, professando l'importanza di vivere in castità, la zia Eva, che muore anch'eesa in mare e per la cui morte Towner torna nel posto natio....in tutto ciò non poteva mancare la figura dell'eroe, rappresentata da un esponente delle forze dell'ordine locali,il quale si innamora della protagonista e viene inserito a forza in una trama già di per sè ingarbugliata e pesante.Finale senza infamia e senza lode.
Il lettore si trova impegnato a dover riconoscere e seguire troppi personaggi, non sviluppati in modo completo e affascinante,alla fine non si viene coinvolti da nulla, e la storia non è storia, ma un insieme scoordinato di episodi forzosamente concatenati tra loro.
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"La lettura del Pizzo"
Questa storia è ipnotica, all'inizio può sembrare noiosetta ma man mano che si procede con la lettura si resta intrappolati nella vita di Towner. Una donna che stà sull'orlo di un precipizio tra pazzia , magia e realtà. E' una storia dura, dolorosa e a tratti magica.
La storia della lettura del pizzo è originalissima a mio parere e si intreccia alla strana vita di queste donne , ognuna di loro ha conosciuto il dolore e la sofferenza per una perdita, e in tutte loro si avverte la forza per continuare a vivere. Towner è uno dei personaggi più tristi e sofferti cui ho letto, tutta la sua vita è offuscata dal dolore, dal senso di colpa , dalla violenza e dalla paura. Ad un certo punto non ci ho capito quasi più nulla , nello stranissimo rapporto tra Towner e la sua gemella Lyndley...tutto è stato avvolto da un velo...e fino alle ultimissime pagine in cui si svelano i misteri della strana famiglia Whitney, e lì si ha veramente un colpo al cuore perchè la realtà fin'ora letta assume tutto un altro significato...
Alla fine sono tanti gli interrogativi che mi sono posta su questo libro e i suoi protagonisti. In parte sono stai svelati e credo in parte no. Non sò di preciso perchè questo romanzo mi abbia così colpita interiormente, non sò nemmeno se consigliarlo o meno, ma sò che la sofferenza di Towner è stata descritta in maniera magistrale. Unico punto a sfavore che non ho molto gradito è stata la narrazione in prima persona, per il resto ne sono rimasta ipnotizzata !
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miracolo del passaparola o bufala mediatica
In questo caso lo definirei proprio un "miracolo" del passaparola! Sul risvolto di copertina c'è tutta la storia. La scrittrice pubblica a proprie spese il romanzo e dopo solo due settimane diventa un caso editoriale grazie al passaparola di librai e lettori. Insomma in due settimane, un scrittrice che verosimilmente avendo pubblicato da sola non ha distribuzione è riuscita cmq a distribuire il libro in tante librerie dove i lettori ne sono rimasti subito entusiasti (in 2 settimane manco hanno fatto in tempo a leggerlo!) a tal punto da farne parlare la stampa. Ma è un miracolo davvero! Come altro definirlo? Insomma si vede che la bella favola del passaparola fa vendere libri ma questa volta hanno voluto strafare e hanno un po' esagerato. Avessero detto due mesi! Sarebbe apparso lo stesso inverosimile ma forse avrebbero trovato cmq allochi pronti a crederci e a comprare il libro. Per quanto mi riguarda ho evitato di acquistarlo, sarà forse un bel romanzo, ma la presa in giro mi insospettisce e mi dà un tantino fastidio.
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Una bugiarda aspettativa
Nel mercato dell’editoria che cambia e si evolve, il passaparola dei lettori è l’ultima frontiera del marketing. Proprio a questo, Brunonia Barry deve il suo enorme successo. Nata e cresciuta nel Massachusetts, ha studiato letteratura e scrittura creativa ed è stata una delle fondatrici della Portland Stage Company, una grande compagnia teatrale. Scrittrice di alcune commedie di successo e sceneggiatrice, si è occupata anche di pubblicità e ha creato alcuni giochi rompicapo per una nota azienda americana di software. Nel 2007 decide di autopubblicare il suo primo libro senza che questo fosse mai stato sottoposto all’attenzione di alcun editore ed è subito un successo strepitoso. Il libro è presto esaurito e un mese dopo la sua uscita alla Fiera di Francoforte, l’editore William Morrow, durante un’asta, se ne accaparra i diritti per due milioni e mezzo di dollari. Subito i diritti di pubblicazione vengono venduti in tutti il mondo e per l’Italia li ottiene la Casa Editrice Garzanti. Anche i diritti cinematografici vengono ceduti e il libro sale vertiginosamente nelle top ten dei best seller statunitensi diventando inoltre il libro più venduto sul sito di Amazon.com e il più consigliato dai librai indipendenti, trasformandosi così da opera prima senza editore a vero e proprio “miracolo” editoriale. Sicuramente il libro ha degli elementi che esercitano sempre un indubbio fascino, a partire dall’ambientazione : la cittadina di Salem, nel Massachusetts, tristemente famosa per le persecuzioni e le morti inflitte alle donne accusate di stregoneria alla fine del XVII secolo e prosegue toccando temi importanti come la violenza sulle donne, il fondamentalismo e il fanatismo , la dualità presente in ogni aspetto della vita. Qui si svolge l’intricata vicenda di Towner Whitney, tornata a Salem dopo quindici anni di assenza vissuti, dopo il suicidio della sorella gemella, nella fragilità di una follia che sembrava non darle scampo. Tornata alla casa dell’amata zia Eva, misteriosamente scomparsa, Towner dovrà ripercorrere una strada lunga e dolorosa che la riporterà in un vortice di inconfessabili segreti riconducibili al suo legame indistruttibile con la gemella. In questo difficile cammino, Towner sarà aiutata dalla facoltà di riuscire a leggere il pizzo che, tenuto in controluce, può mostrare gli avvenimenti futuri; una capacità presente in tutte le donne della sua famiglia. Questa affascinante peculiarità, descritta all’inizio di ogni capitolo nella “ Guida della lettrice di pizzo” è forse la cosa più originale del libro. Un’arte divinatoria, questa, di pura invenzione dell’autrice ed ispirata ad un sogno da lei fatto, anche se dopo questo libro, sull’onda della “pizzomania”, qualcuno ha iniziato realmente a leggere il futuro nel pizzo. Scritto con uno stile diretto ed asciutto, in una confusione di magia e divino, con una trama vissuta quasi tutta al femminile e che relega i personaggi maschili ad elementi pallidi e poco rappresentati, il libro ha come tema principale la violenza sulle donne e tutta la psicologia che ruota intorno a questo, purtroppo, sempre attuale problema. Ma, a dispetto di queste tematiche importanti, della fragilità e del coraggio della protagonista, il libro non coinvolge, delude e si ingarbuglia in un intreccio confusionario che annoia, non entusiasma e non risveglia alcun moto di empatia. Questo, come al solito, è il mio parere personale, evidentemente in discordanza con il grande consenso di pubblico che il libro ha suscitato. Ma, se dovessi usare anch’io il passaparola, sicuramente non lo consiglierei. E l’unica via di salvezza potrebbe essere una trasposizione cinematografica che, con la scelta di attori carismatici, di una fotografia e di una sceneggiatura in grado di rendere al meglio l’ambientazione e di un bravo regista, potrebbe dar origine ad una produzione più incisiva e certamente più coinvolgente.
Indicazioni utili
- sì
- no