La fuga del signor Monde
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L’ebbrezza della libertà
Perché Norbert Monde, titolare della ditta di intermediazione ed esportazione Monde, sposato, padre di due figli adulti, una posizione economica invidiabile si è allontanato da casa senza lasciare traccia? Non si tratta di un personaggio di Chi l’ha visto, di un uomo depre4sso e sfiduciato che compie un gesto senza saperne il motivo, anzi lui è ben consapevole, tanto che di quando se ne va Simenon scrive “ Non ebbe incertezze, si potrebbe dire che non ebbe bisogno di decidere, anzi non ci fu niente da decidere.”.
Il tema della fuga non é nuovo all’autore belga e già si è visto in qualche altra sua opera, ma in questa costituisce il nerbo, è l’argomento di cui si tratta. Per il signor Monde non è tanto una fuga, ma una ribellione a una vita ripetitiva che nel trascorrere nel tempo (non è un caso quindi se prende il volo nel giorno del suo quarantottesimo compleanno) diventa di una monotonia assordante, tanto che questo modo di esistere, stabilito da altri, dalle convenzioni finisce con il diventare insopportabile. Iniziare a percorrere una strada senza sapere dove andare, liberarsi dai laccioli di una vita costellata di responsabilità e di doveri familiari è forse un sogno che qualche volta nasce, magari solo per un momento, in ognuno di noi, ma provare l’ebbrezza della libertà resta sempre un desiderio, nascosto in una piega dell’animo, e che di tanto in tanto fa capolino, subito ricacciato sul fondo dal timore dell’ignoto, da un’innata preferenza a un certo non esaltante rispetto a un incerto oscuro.
Monde cambia i suoi vestiti e se potesse cambierebbe anche il suo aspetto fisico, va alla stazione, dopo aver prelevato in banca un bel malloppo, prende un treno per il sud e via, che la vita cominci. Va in Costa Azzurra, cambia nome, conosce una donna e s’accompagna, trovano entrambi lavoro in un locale notturno che è anche un casinò. Come é bello iniziare una nuova vita, rinascere in effetti dopo aver troncato i ponti con il passato! Ma il passato ogni tanto ritorna e infatti una sera se lo ritroverà davanti in modo del tutto inatteso. Non si può sfuggire al proprio destino, la libertà assoluta è solo un’utopia, ma Monde è diventato un’altra persona e ora può permettersi di guardare gli altri negli occhi con una serenità disarmante.
Non aggiungo altro, se non che ci troviamo di fronte all’ennesimo capolavoro di Simenon.
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La fuga del signor Monde
Chi non ha mai provato il desiderio di scappare, di mettere in atto una fuga, una fuga da tutto e tutti, senza rimpianti e senza dolori e di vivere la vita che sotto sotto, inconsciamente si desidera vivere? Non necessariamente il bisogno è quello di vivere una vita migliore dal punto di vista sociale o economico, no, più semplicemente il bisogno è quello di scomparire lasciandosi tutto alle spalle e ricominciare. Un po' uccidere quello che si è nella vecchia vita e rinascere in quella nuova. Il signor Monde realizza questa fuga, questa sparizione, il giorno del suo compleanno, 48 anni. Non aveva mai pensato alla fuga e nonostante questo non si sorprende della naturalezza con cui lo fa. Lascia una ditta florida di import-export, la sua villa di Parigi, una florida situazione economica, un rapporto di circostanza con una moglie gelida, un figlio con cui riesce a scambiare solo i saluti e una figlia che lo cerca solo per battere cassa, entrambi nati dal primo matrimonio. Scompare da Parigi il giorno in cui nessuno si è ricordato che è il suo compleanno ed approda a Marsiglia, poi a Nizza, rinato, senza baffi, con abiti dimessi e un po' di franchi che si è portato via. Si ritrova immerso subito in un'altra vita, completamente diversa; la conoscenza di una attricetta/entraineuse, un lavoro da contabile in un locale notturno, una misera stanza a pagamento. Un giorno però il destino gli offrirà l'opportunità e forse l'obbligo di rimpossessarsi della sua vecchia identità...
Simenon non eccede in una lirica di alto valore letterario, anzi il suo stile narrativo è asciutto, tutto è crudo, reale, trasparente, ma sicuramente i suoi personaggi sono ritratti mirabilmente dal punto di vista psicologico. La fuga del signor Monde, così improvvisa quanto determinata è anticipata dalla descrizione del suo stato all'interno della famiglia e dalla stanchezza vera e propria del carico dei suoi anni e della sua condizione con quattro pennellate efficacissime così come è altrettanto efficace la descrizione del suo cambiamento finale che apparirà logico e inevitabile.
Un altro apprezzabile romanzo di Simenon ingiustamente associato e conosciuto solo per Maigret.
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Uno strano Simenon
La signora Monde entra in commissariato “insieme a uno spiffero di aria gelida”.
Con questo grande incipit Georges Simenon ti porta immediatamente nelle sue atmosfere da grande romanzo.
M.me Monde non ci mette più di qualche minuto per descrivere l’accaduto, lo stesso che M. Monde ci regala per pagine e pagine di una Parigi bellissima ed eterna: “tutto veniva da un tempo remoto, da sempre”.
Eppure questo non è il Simenon che ti aspetti, niente omicidi, niente indagini, solo una grande fuga che è ricerca, che come tutte le ricerche tende a trovare anzi ritrovare qualcosa.
Rimanendo sospesi nella vita qualunque in un’oscillazione “che durava ore, un va e vieni dolce o brusco tra il vuoto verdastro del fondo e una superfice invisibile oltre la quale il mondo continuava a vivere”.
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E se un giorno...
Il 13 gennaio, giorno del suo 48esimo compleanno, Norbert Monde si è lavato, vestito ed è uscito dalla sua abitazione in rue Ballu a Parigi.
L’autista l’ha condotto al lavoro e, mentre sbrigava le solite noiose mansioni, Norbert ha smesso di pensare.
L’uomo è ormai sparito da tre giorni.
La fuga, tema principale del romanzo, è più una ribellione a una vita decisa dagli altri.
Non ha avuto indecisioni, ha preso il primo treno per Marsiglia e non ha avuto paura, niente rimpianti anzi quasi un sogno che si avverava e il pianto era una liberazione non un pentimento.
Un viaggio nel viaggio alla scoperta della propria identità che cambierà radicalmente le persone.
Biblioteca Adelphi, euro 17