La frontiera scomparsa
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Mi noche triste
Non e' semplice raccontare di questo libro e allora inizio dicendo che non avevo ben capito di cosa parlasse. Cio' poteva bastare a far squillare un campanello d'allarme sulla mia scarsa perspicacia, ma io preferisco suonarle a festa quelle campane, per celebrare un'inaspettata ottima lettura.
Su sfondo cileno un ragazzino e un nonno si parlano, l'anziano scuce una promessa al piccolo consegnadogli un libro, che - il nonno assicura- lo portera' probabilmente a fare un lungo viaggio .
Dove ? Forse da nessuna parte, ma comunque sia ne sara' valsa la pena.
Dove i sogni si chiamano "nessuna parte", ma per essi si lotta duramente ; per ottenere non quello che impone l'ordine costituito, ma quello che e' meglio per tutti, o cosi' almeno si crede.
Ed ecco il bambino crescere e diventare un giovane intellettuale, un militante comunista, scelta che durante gli anni bui della dittatura cilena comporta uno sbocco forzato : il carcere duro, la persecuzione , l'esilio.
C' e' una frontiera scomparsa in sudamerica.
Rubata dagli uomini e dai tempi: e' la frontiera che porta alla felicita'.
Accattivante Sepulveda riesce a creare un prodotto in cui mischia sapientemente ma senza amalgamarli elementi tragici e una fervida ironia, buffa addirittura.
Un libro inconsueto, che senza straziare impone il disappunto di un cileno per le torture perpetrate sui connazionali , che instilla il senso del dramma condito con un non so che di divertente.
Il risultato non e' una parodia. E' un amaro che piu' amaro non si puo'.
Perche' anche se illuminate dalla luce di un sorriso, le scure porcherie dell'umanita' non si cancellano e l'aceto servito con la fragola non rende certo il frutto piu' zuccherino.
Per chi vuole sperimentale un qualcosa di diverso, ma con intelligenza.
Buona lettura.