Narrativa straniera Romanzi La fragilità dei corpi
 

La fragilità dei corpi La fragilità dei corpi

La fragilità dei corpi

Letteratura straniera

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Alfredo Carranza, macchinista ferroviario, si suicida lanciandosi dalla terrazza di un edificio in pieno centro, lasciando una lettera di commiato struggente e criptica: non poteva sopportare l'angosciante senso di colpa che lo affliggeva da quando, suo malgrado, aveva ucciso quattro persone lungo la linea Sarmiento. La presenza di un bambino tra le vittime degli incidenti colpisce l'attenzione di Veronica Rosenthal, una redattrice inquieta e implacabile. Giornalista di razza, sempre pronta a ricercare la verità e la giustizia, fumatrice incallita, ossessivamente attratta dall'alcol e dagli uomini sposati, Veronica non si ferma neanche quando capisce che sta per sollevare il velo su un gioco macabro che coinvolge i bambini dei quartieri poveri. Ciò a cui Alfredo alludeva con la sua lettera d'addio, infatti, è una sorta di roulette russa che si protrae da anni. I bambini di non più di dieci anni vengono reclutati da un malavitoso nei campetti di calcio improvvisati nelle periferie e convinti a sfidarsi in una gara di coraggio. In due, uno contro l'altro, devono aspettare sui binari l'arrivo del treno e spostarsi all'ultimo momento; chi resiste di più vince. Intorno a queste sfide notturne si muove un giro lucroso di scommesse; a causa di queste sfide, decine di macchinisti vivono nel terrore, chiedono il trasferimento, si sottopongono a cure psichiatriche. Durante le indagini, Veronica conosce Lucio, un giovane ferroviere che sembra essere al corrente di quanto avveniva sui binari. Tra i due nasce subito un'attrazione magnetica e morbosa: Lucio sarà l'unico disposto ad aiutarla, ma Veronica dovrà essere pronta ad affrontare il lato più oscuro dei suoi desideri.



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La fragilità dei corpi 2017-04-19 10:15:40 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    19 Aprile, 2017
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Anime Fragili

«Insalubri erano le morti che pesavano su ognuno di loro. Che pesavano su di lui. I morti e le possibili morti. La paura che proprio quel giorno qualcuno decidesse di buttarsi sotto un treno, o fosse così idiota da non rendersi conto che otto tonnellate di ferro stavano per passargli sopra. Sei era il numero che gli offuscava il cuore, ma sette era quello che risvegliava le sue peggiori paure.» p. 71

Veronica Rosenthal, trentenne, figlia di uno degli avvocati più rinomati nonché giornalista d’avanguardia presso il giornale “Nuestro Tiempo”, per caso viene a conoscenza di quelle misteriose morti che si susseguono sulla linea Sarmiento. Da quel momento, la giornalista non può fare a meno di indagare finendo di fatto con il ritrovarsi invischiata in una mafia criminale stratificata e pronta a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo. Come quindi non approfondire, non interrogarsi, non ricercare fonti, non tentare di dare delle risposte a quelle incessanti domande che si susseguono nella sua mente? A tal proposito, perché Alfredo Carranza, macchinista ferroviario, si è suicidato lanciandosi dalla terrazza di un edificio in pieno centro? Cosa voleva significare quel suo messaggio di addio criptico in cui confessava di non poter continuare a vivere con quelle quattro persone sulla coscienza?
Per il suo reportage la Rosenthal incontra Lucio, autista di treni con cui oltretutto avrà una lezione d’amore, che gli mostrerà quelle che sono le notti in ferrovia. Quei primi giovedì del mese sono temuti da tutti i dipendenti, e ben presto Veronica ne scoprirà la ragione: in tale data, infatti, come se fosse un appuntamento prefissato, due ragazzi, indicativamente tra i 10 e i 12 anni, si fanno trovare sui binari del nelle ore più tarde della notte, stanno lì, fermi ed immobili, sino all’ultimo momento. Poi il salto. Qualcuno riesce a salvarsi, la maggior parte muore o resta mutilata. Da questa scoperta avranno seguito molteplici altri quesiti attorno ai quali girerà la sua inchiesta atta a sgominare quelle scommesse clandestine che hanno quali protagonisti bambini poveri e pertanto facilmente raggirabili.
L’intero romanzo ruota attorno a dette vicende, vicende che si intervallano a quella più personale della protagonista. Poiché, alla fine, chi non è un’anima fragile in questo calderone della vita?
All’interesse della trama si unisce uno stile narrativo troppo prolisso e descrittivo caratterizzato altresì da un’alternanza di voci narranti e di prospettive. Pecca dell’opera sono però le continue e soventemente pesanti scene di sesso. Queste, che dovrebbero rappresentare un amore ossessivo che consuma e che manifesta un senso di solitudine e di mancanza degli affetti incolmabili, nel concreto fanno perdere di interesse e di intensità allo scritto. Suddetto, che parte con un’idea di fondo forte e con una tematica importante, buona e ben sviluppabile, eliminando parte di questa fame di corpi, si sarebbe dimostrato un thriller/giallo degno di nota e sicuramente migliore. Con queste, finisce con il ricadere nella norma, finisce con il perdere di vista quella che è la vera fragilità dei corpi, rivelandosi un testo sufficiente per passare qualche ora lieta ma non indubbiamente un capolavoro. Olguìn, ha voluto fare troppo e nel troppo si è smarrito.

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La fragilità dei corpi 2016-12-28 14:14:58 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    28 Dicembre, 2016
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I treni della follia e della morte

Fin dall’inizio di questa storia colpisce l’insistenza della giornalista protagonista, che intuisce uno scoop e lo insegue, per amore della verità. Scopre una vicenda umana aberrante, che coinvolge bambini su cui vengono fatte scommesse clandestine, portandoli a rischiare, anzi, molto di più che rischiare, la vita. Tutta la storia ruota attorno a questi treni della follia e della morte, attorno a cui girano sia i fatti collegati alla storia sotterranea che verrà portata alla luce, sia i fatti privati della vita stessa della protagonista. Il ritmo è trepidante e abbastanza buono. Disturbano le inutili scene di sesso, fine a se stesso, che sono sì la manifestazione di un amore ossessivo che consuma, aspetto che potrebbe anche essere relazionabile con il carattere della giornalista, ma che, di fatto, rovinano quello che poteva essere un romanzo decisamente migliore. La vera fragilità dei corpi è più questa che non quella delle vittime dei treni.

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