La fragile costellazione della vita
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Nato a Washington D.C., Anthony Marra abita a Oakland, in California. Dopo un periodo di studi nell’Europa dell’Est, ha frequentato un Master in scrittura creativa alla Iowa University e insegna attualmente alla Stanford. A soli ventinove anni, ha vinto alcuni dei più importanti premi letterari americani: prima il Pushcart Prize, The Atlantic’s Student Writing Contest e il Narrative Prize per i suoi racconti; poi sono arrivati il Whiting Award, il National Book Critics Circle’s Debut Award e la candidatura al prestigioso National Book Award per il suo romanzo d’esordio: La fragile costellazione della vita. Bestseller sul «New York Times», la sua opera prima è stata selezionata tra i migliori libri dell’anno, sia dai critici delle principali testate («The Washington Post», «San Francisco Chronicle», «Publishers Weekly» e «Library Journal», tra le altre) sia dal pubblico di Amazon e Goodreads. È ora in corso di traduzione in quattordici paesi. Vanta tra i suoi lettori il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
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POCHE STELLE IN QUESTO CIELO
Caterina, la mia bibliotecaria di fiducia, mi dice sempre che, se a pagina 50 un libro non ti ha ancora preso, difficilmente ti cattura dopo. Su questo romanzo è stato proprio così: avevo grandi aspettative, però mi ha deluso la storia, mi ha stancato l’alternarsi nel tempo delle vite, pur essendo carina la collocazione temporale dei capitoli. Forse complice è anche il fatto che non amo molto le storie ambientate nell’Est, in genere. Ho trovato interessanti solo i personaggi femminili, soprattutto Sonja, brusca, con poca pazienza, con la corazza spessa ed inflessibile: in lei mi sono un po’ riconosciuta. Dell’intero libro però mi rimangono dentro solo alcune immagini, il fatto che la mente umana non è fatta per sopportare un trauma dietro l’altro, il fatto che la vita è una costellazione di fenomeni, si nasce e si muore ed il tempo che c’è in mezzo lo si passa a risolvere un mistero, il fatto che i ”perché” ed i ”cosa” non dipendono da noi, e che le sole cose che dobbiamo sapere sono i “chi” ed i “dove” e solo a quello possiamo rispondere. La pagina forse più bella è quella in cui viene descritta la nascita di una bimba, descritta dal punto di vista della dottoressa che l’ha aiutata a venire al mondo, e la lettera verso la fine del libro, che dimostrando l’amore di un padre e di una madre per la figlia, mi ha commosso. Immagini ed espressioni sparse in un libro che mi ha convinto poco. Così come singole stelle brillanti in un cielo molto buio. La Via Lattea ed i disegni delle costellazioni hanno un altro fascino.
Indicazioni utili
LA VITA NON E' MAI UNA LINEA RETTA
Con questo libro il giovane autore ha ottenuto la candidatura al prestigioso National Book Award, inoltre
il romanzo e stato definito Bestseller sul «New York Times»,ed è stato selezionato tra i migliori libri dell’anno,sia dai critici delle principali testate («The Washington Post», «San Francisco Chronicle», «Publishers Weekly» e «Library Journal», tra le altre) sia dal pubblico di Amazon e Goodreads.
Anthony Marra dichiara testualmente: "Questo romanzo parla delle cose che sopravvivono dentro di noi quando tuttointorno crolla: città, istituzioni, il tetto sopra la nostra testa. Parla dell’amore di un genitore per un figlio,dell’amore di una sorella per una sorella, dell’amore che nasce tra due sconosciuti, con tutte
le complessità e i sacrifici che l’amore stesso richiede."
Le pagine di questo libro sono intrise di dolore, di violenza, di odio, che lasciano dietro di sè solo
devastazione.
"... molti erano disponibili a lasciarsi radicalizzare per un salario mensile che superava di gran lunga quello che avrebbero guadagnato in un anno. La guerra di indipendenza confluì tanto rapidamente nel jihad perchè a nessuno importava davvero dell'autodeterminazione di una minuscola repubblica priva di sbocco sul mare. Gli stati arabi finanziavano di buon grado una guerra di religione, ma non il nazionalismo. E in quel modo non aveva importanza chi avrebbe vinto la guerra, se i Federali o i fondamentalisti: l'aspirazione ad una Cecenia democratica e sovrana sarebbe stata comunque schiacciata."
La guerra detta le regole della vita quotidiana, la guerra distrugge famiglie, inghiotte l'anima di chi non riescea reggere il dolore. La guerra toglie tutto.
"ci sono cartine che ti mostrano come raggiungere i posti dove vuoi andare, ma non c'è nessuna cartina che timostri come raggiungere il tempo dove vorresti essere."
La casa di Dokka brucia in piena notte, l'uomo è stato trascinato via, come un qualsiasi delinquente...
Il vicino di casa Achmed, ha portato in salvo la piccola Havaa.
Achmed fa il medico, la sua caratteristica principale non è quella di eccellere nella propria professione
(tutt'altro), ma è un ottimo ritrattista, ed ha disseminato per il piccolo paese dove abita i ritratti di
tutte le persone uccise.
"Era un medico troppo incompetente per salvare la vita di un figlio, ma un'artista così capace e di talento
da saperlo riportare in vita per loro."
Ci si scontra con il freddo della Cecenia, con la povertà, con le forze Federali e di rivoltosi che incombono sul Paese. Siamo in piena guerra.
Achmed si prende coraggiosamente carico di portare in salvo la piccola, e rischia la vita pur di farla giungere nell'unico posto che considera sicuro,l'ospedale più vicino, dove sa che può trovare una donna Sonja, bravissimo medico, che si augura accetti di prendere la bambina con sè.
Havaa ha perso tutto, i genitori, la sua casa, gli amici:
" Il padre era la sua porta verso il mondo; era l'unica apertura attraverso la quale lei vedeva, ascoltava,
sentiva; l'unica cosa che sentiva era la sua assenza."
"Meglio corazzarsi con il fantastico. Meglio rivolgersi all'interno, nascondersi nelle acque scure fra gli anemoni di mare, in profondità, dove gli squali non ti vedono."
Anche a Sonja la guerra ha strappato tutto: una brillante carriera a Londra, e l'amata sorella, che continua a cercare, per la quale torna in Cecenia, trovandosi confinata in un Ospedale dove ormai è l'unico dottore presente.
" Nei mesi precedenti il rimpatrio, il cuore le si era indurito per l'assenza della sorella, si era concessa di
amare la memoria di Natasa come non aveva mai amato lei nella realtà."
Non mi sono trovata tra le mani una lettura di svago, mi sono ritrovata a leggere pagine che grondano tristezza,rimpianti. L'autore ha dipinto con chiarezza cosa compie la guerra nell'anima delle persone; come trasforma queste anime in fantasmi.
Solo la guerra riesce a far incontrare persone così diverse, che alla fine scoprono di avere in comune
fili conduttori talmente impossibili, eppure reali.
Havaa è la speranza, la luce,il futuro. Havaa è il candore, la purezza. Havaa è la possibilità di riscatto,
di redenzione per adulti senza più speranza per loro stessi.
A posteriori dico che non avrei letto il libro, purtroppo dalla sinossi non mi sono resa perfettamente conto del "fardello" di squallore che avrebbero portato con loro le pagine.... Non critico l'autore, che si è anche molto ben documentato, la storia di fantasia cucita intorno a una dolorosa e grave parte di storia recente non mi ha in pieno convinta, a parte la bambina, non ho apprezzato completamente i vari personaggi...
I capitoli alternano differenti date spaziando dal 1994 al 2004. Lascio a voi la possibilità di recensire in modo differente questo romanzo....