La foresta dei girasoli
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 5
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Trovare il bello dove c'è
Una famiglia come tante, che combatte ogni giorno contro gli spettri che abitano nella mente di un suo membro. In questo caso è la mamma ad essere ammalata, dopo essere uscita dall'esperienza della seconda guerra mondiale in Germania, con tanto di internamento in un centro per malattie mentali. Salvata da un soldato americano adesso vive negli Stati Uniti, ha due figlie: una di diciotto anni e una di una decina di anni in meno. Per la maggior parte del tempo è una donna bizzarra, che ama i fiori le belle storie, la musica e la sua famiglia. A volte invece esagera e fa cose che fa, socialmente vanno ben al di là della stranezza e sconfinano nella follia. In questo è protetta dalla famiglia, che fa di tutto per difenderla da qualcosa che sanno esiste, viene dal passato, ma che non conoscono.
Qualcuno, ho visto che ha definito questo romanzo stucchevole, in effetti per alcune parte concordo. Nel complesso però penso che sia tratteggiata bene, non tanto la mente della madre, la cui mappa, probabilmente non è nota neppure a lei. La parte che secondo me è realistica è quella che riguarda il resto della famiglia. Esasperati, al limite sia fisico che psicologico per il fatto di dovere sempre essere all'arte nel timore che succeda qualcosa. Allo stesso tempo però protettivi e sempre pronti a difendere e proteggere quella donna che per loro è mamma, moglie, casa, amore. Ottima, anche la scelta del finale: una ventata di speranza in mezzo a tanta desolazione e tristezza.
Indicazioni utili
Lei tentava di vedere fiori invece di lupi...
E' un romanzo doloroso...
L'autrice è stata molto brava a ricreare un ambiente famigliare insano e difficile in maniera così veritiere e senza fronzoli. Sembra di vivere in quella famiglia, con i suoi tempi morti, con dialoghi semplici e non sempre indispensabili.. insomma, come un film senza colonna sonora. Proprio come è veramente... la vita.
Molto introspettivo, a tratti lento, ma ugualmente coinvolgente ed ipnotico. Sono state approfondite meno le tematiche della guerra, ma forse proprio perché l'autrice non le conosceva bene, come invece conosce bene il lato oscuro della mente umana.
Mi ha fatto molto riflettere.
Indicazioni utili
Mamma quanto ti amiamo!
L'amore incondizionato di un marito e delle figlie verso la mamma, la guerra che ha lasciato cicatrici profonde da causare gravi problemi psichici, vediamo come il mondo intorno a loro reagisce alle difficoltà di una famiglia apparentemente normale: sono questi gli elementi portanti di questo bellissimo libro della Hayden che ci catapulta in una piccola grande realtà e ci fa vivere le sensazioni, il dolore, l'illusione, la fantasia, gli sbalzi di umore, la dolcezza, l'amore, la grande sofferenza che arriva alla pazzia di una donna profondamente segnata dagli eventi avvenuti durante la seconda guerra mondiale, fatti orrendi di uomini crudeli, senza scrupoli, invasati verso il proprio credo.
Questa donna per poter affrontare la vita ormai piena di cicatrici ha creato un mondo dove poter amare le figlie ed il marito fino a quando la sua mente non regge più e causa nuovo dolore a chi con tanta forza la ama incondizionatamente.
"...puoi scegliere di amare tua madre invece di odiarla. Proprio come tua madre scelse di vedere girasoli invece di lupi. Così riuscì a sopravvivere. Così riuscì a non farsi distruggere da quello che le accadeva e, no, non era perfetto, ma nemmeno il mondo lo è. Scegliere come vederlo è l'unico vero potere che abbiamo."
Indicazioni utili
Lettura stucchevole e deludente
Sono un ammiratore di Torey Hayden, ma solo dei suoi libri “classici”, quelli che raccontano le sue esperienze di psicopatologa infantile (ad es. “Una bambina”, “Figli di nessuno”, “Una di loro”... che ritengo appassionanti ed istruttivi e che consiglio vivamente). Penso che quando si cimenta con il “romanzo” vero e proprio i risultati siano piuttosto deludenti. Penso che molte parti siano prolisse e retoriche. L’argomento scelto (la pazzia di una donna che non è riuscita a superare la tragedia vissuta in epoca nazista, quando fu inserita nel programma Lebensborn per la proliferazione della razza ariana) richiedeva a mio parere uno stile più asciutto ed essenziale, senza troppi sbrodolamenti sentimentalistici che finiscono con lo svalutare la gravità degli eventi. In particolare la parte finale (la figlia che ritorna in un luogo dove la madre ha vissuto per qualche tempo) non sembra molto legato al resto della narrazione: sembra quasi un racconto separato che sia stato inserito a forza nel libro. La conclusione del libro, inoltre, non è a mio parere molto significativa. Cara Torey, torna ai tuoi bellissimi racconti di esperienza vissuta. Consiglio la lettura di questi ultimi, non de “La foresta dei girasoli”.
Indicazioni utili
La foresta dei girasoli
Ho finito oggi di leggere questo romanzo e devo dire che mi è piaciuto abbastanza. Lo stile di scrittura e semplice e risulta molto scorrevole, i personaggi sono ben delineati soprattutto la figura della madre , una donna che porta con sè un fardello molto pesante del suo passato che purtroppo influenza tutta la famiglia, in particolar modo la figlia grande che non riesce a godersi l'adolescenza come tutti i suoi coetanei perchè costretta a vivere in bilico tra la sua vita e i disturbi della madre. Bellissima anche la figura del padre che trabocca d'amore per questa donna così fragile e passionale. Se devo trovare una pecca a questo romanzo posso dire che il finale mi ha lasciato un pò di amaro in bocca, non sò ma mi aspettavo qualcosa di diverso. E' comunque un libro che consiglio di leggere.