Narrativa straniera Romanzi La felicità arriva in punta di piedi
 

La felicità arriva in punta di piedi La felicità arriva in punta di piedi

La felicità arriva in punta di piedi

Letteratura straniera

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Mack, uno sheltie con occhi di colore diverso, è il punto di riferimento di Justine e la sola costante della sua vita. Lei, orfana di madre ancora bambina, ha vissuto con il padre e la matrigna senza mai ricevere amore, per poi fuggire di casa appena maggiorenne. A 43 anni, con un figlio adolescente pieno di risentimento nei suoi confronti, non ha ancora trovato un luogo sicuro in cui mettere radici. Sempre in fuga, come se ogni volta la sua fortuna fosse rintanata in un posto ancora da scoprire. Eppure, quando riceve la telefonata che le annuncia che suo padre sta morendo, e ci si aspetta che gli sia accanto, in fondo al cuore sente di non poter voltare del tutto le spalle al passato. Nel viaggio che intraprende verso casa, Mack è suo alleato, l'unico che con la sua presenza discreta e rassicurante, le orecchie sempre rivolte verso di lei in vigile attesa, possa darle il coraggio di affrontare i suoi fantasmi. Durante una sosta all'area di servizio, però, in un attimo di distrazione, Mack sparisce. Justine non si dà pace e intraprende una lunga e avventurosa ricerca che la condurrà su strade inaspettate. Ma se è vero che bisogna perdere qualcosa per ricevere un dono ancora più grande, per lei potrebbe essere l'occasione di ritrovare se stessa e rimettere finalmente ordine nella propria vita.



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La felicità arriva in punta di piedi 2012-11-11 19:57:30 Gruesty
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Gruesty Opinione inserita da Gruesty    11 Novembre, 2012
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L'amore di un cane non ha limiti

Premetto di amare alla follia i cani e di aver comprato questo libro per caso, anzi è stato lui a scegliere me. Ero alla Feltrinelli per i libri dell’università quando sullo scaffale dei nuovi arrivi c’era questo libro, la cui copertina mi attirò. Vi è raffigurato il volto di un cane, che mi ha fatto tornare in mente la mia Briciola, grazie alla sua stretta somiglianza. Così, dopo aver letto la breve trama e un po’ di indecisione, l’ho preso e non me ne sono pentita. Questo romanzo narra le vicende di Mack e Justine, il fedele compagno di una donna che ha scelto di vivere come una nomade, lontano dai suoi dolori. Sua madre morì quando ella aveva all'incirca dieci anni e qualche mese più tardi il padre decise di risposarsi con la vicina di casa, Adele, la quale gli faceva una corte spietata. Da quel momento in poi la vita di Justine iniziò a peggiorare: a lei veniva preferito il suo fratellastro, Paul, e di conseguenza era messa in disparte, mentre la sua nuova madre divenne la classica matrigna che non fece altro che trattarla in malo modo. Proprio difronte all'atteggiamento del padre, che intimorito dalla donna non riusciva mai a difendere la figlia, Justine a soli 17 anni se ne andò via di casa e qualche anno più tardi ebbe un figlio, Tony. Quest'ultimo diventato adolescente si comportò come sua madre, assumendo un atteggiamento ribelle e scegliendo di rimanere a vivere con il padre. Il motivo di questa decisione è dato dalla vita della donna, che si vedeva costretta a trasferirsi e a cambiare città ogniqualvolta che le si presentava una buona opportunità di lavoro. Nonostante ciò questo è il passato di Justine, un passato tormentato e pieno di sofferenze che viene raccontato durante tutto il romanzo, una scelta, quella dell'autrice, ottima, in quanto raccontare queste vicende tramite dei flashback rende la storia migliore, anche se un po' complicata. Infatti ammetto di aver trovato difficoltà nel ricordare ogni frammento del racconto, poiché in un capitolo, seppur corto, vengono narrati molti fatti, creando un intreccio un po' difficile da districare. Dal passato passiamo ora al presente, da dove ha inizio la nostra storia: Justine sta tornando nella sua casa natale, richiamata al dovere di "figlia" a causa della morte del padre che si sta avvicinando, e assieme a lei vi è Mack, il suo cane ballerino che le fa compagnia. Purtroppo i guai iniziano nel momento in cui Artie, l'autista del tir con cui la donna sta viaggiando, abbandona Justine per il suo ritardo portandosi con sè il cane. Come lascia intendere il titolo del libro, ciò è soltanto un avvenimento positivo che permetterà a Justine, e non solo, di ricucire i pezzi della sua vita e di cancellare rabbia e rancori. Mentre la donna riuscirà a perdonare il padre, anche se ciò avverrà soltanto dopo la sua morte, Mack riuscirà inconsciamente a riavvicinare due persone ormai distanti. Si tratta di Alice e Edward, due coniugi distrutti dalla morte della figlia, che trovando Mack difronte al vecchio cimitero decidono di tenerlo con sè, dopo svariati tentativi di comunicare la sua scomparsa con annunci e volantini. Ebbene grazie a lui, entrambi riescono a convivere con il dolore e, scusate la ripetizione, a riavvicinarsi ritrovando così l'amore perduto. Stacy e la sua scomparsa, che nella storia non viene mai raccontata in modo brusco e cruento, ma dolce e delicato, viene finalmente accettata permettendo ad Alice di non accusare più Edward della sua morde, e a quest'ultimo di fare pace con i suoi fantasmi. E' stato bello ed emozionante vedere come i due si siano innamorati nuovamente quasi fossero due adolescenti alle prese con la prima cotta, tanto che questo percorso viene descritto dalla scrittrice in modo dolce e raffinato. Per quanto riguarda la trama del romanzo posso dire che ho amato questo libro fin dal principio, la voglia di raccontare ogni sua pagina è talmente tanto forte che soltanto l'idea che qualcuno potrebbe non gradire il fatto di trovarsi la storia già raccontata frena il mio impulso. Le emozioni che esso mi ha dato sono state molte, dalla tristezza per le brutte vicende che mi hanno rievocato vecchi dolori, alla tenerezza nei confronti di quel povero cane che si ritrova in piena solitudine. Apprezzo, infatti, la scelta dell'autrice di scrivere alla fine di ogni capitolo anche il punto di vista di Mack, di mettere in risalto il suo modo di pensare molto diverso da quello di un essere umano e più sensibile nei rapporti con le persone a cui è legato. Risaltano così i suoi sentimenti, le sue emozioni, e si nota la differenza nel modo in cui i suoi atteggiamenti vengono interpretati da Alice e Edward: la voglia di uscire a fare una passeggiata, il suo desiderio di fermarsi al cimitero, la volontà di danzare vengono fraintesi dai coniugi, in quanto Mack ha voglia di "fare-un-giro" solo per andare incontro a Justine, vuole fermarsi al cimitero perchè era sicuro che lì Justine lo avrebbe trovato, sarebbe venuto a prenderlo e desidera danzare perchè era la passione di lui e Justine, il manifestarsi del loro legame. Ho scritto più volte il nome di Justine proprio per sottolineare il fatto che per Mack ogni cosa ha a che fare con lei, perchè vi è un'intesa molto forte ed è consapevole che ella verrà a cercarlo. Difatti non c'è scena più commovente di quando la donna ritrova il suo adorato Mack proprio al cimitero, nel punto in cui egli sentiva che lo avrebbe trovato. E' proprio lì che mi è uscita qualche lacrima, perchè il bello di questo libro è che ogni cosa, tutto ciò che fa Mack è legato alla sua Justine. Un esempio è dato dal video postato su Youtube in cui egli balla assieme ad Alice su "Help" dei Beatles, stessa canzone con cui ballava assieme alla sua vecchia padrona e che le ha permesso di scovarlo. Ecco che qui mi torna in mente l'unica pecca di questo romanzo, ovvero la traduzione dall'inglese all'italiano del titolo. La storia definisce Mack come un cane che oltre ad essere intelligente e sensibile è "ballerino" e a confermare questo titolo errato basta leggere quello in lingua originale "The dog who danced". Potrei andare avanti all'infinito, commentando ogni singolo evento, ma so che sarebbe soltanto inutile, perciò consiglio a tutti di leggerlo e voglio concludere dicendo che non appena ho finito di leggerlo ho provato un senso di nostalgia, di tristezza per una storia che si era conclusa. Credetemi se vi dico che la voglia di ricominciarlo da capo era tanta, se vi dico che se avete un cane lì assieme a voi che vi sta osservando, vi verrà la voglia di prenderlo tra le braccia e coccolarlo. E' successo anche a me, con la mia Briciola e giuro che se non fosse esistita, avrei subito deciso di prendere un cane, e non di comprarlo, perchè i cani non sono oggetti, bensì persone a cui manca soltanto la parola.

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Consigliato a chi ha letto...
A coloro che amano i cani, che ne possiedono uno, che senza di lui non potrebbero vivere! :)
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