La famiglia Benade
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Il mondo dei vinti
Spero che questo mio consiglio di lettura raggiunga un gran numero di persone, poiché in questo caso si tratta di un romanzo che, per svariati motivi merita di essere letto.
Ci si trova di fronte ad uno scritto che immerge il lettore in modo spietato tra le vicende di una famiglia disgraziata che abita in un sobborgo di Johannesburg negli anni novanta.
Un periodo storico importante per quel paese che in pochi in Europa possono dire di conoscere appropriatamente.
Lo stile narrativo mi ha fatto pensare ad un moderno verismo. In me è sorto naturale l’accostamento ai grandi capolavori di Emile Zola, in particolare mi ha rammentato la triste ambientazione, la miseria e la dissolutezza dei personaggi che vivono nel villaggio di minatori raccontato in “Germinale”.
Gli allucinati pensieri, i ragionamenti contorti, dei quattro personaggi principali, si susseguono e si confondono portando alla luce un quadro sconvolgente di povertà e disagio.
Ciò che può stupire è che non si tratta di persone di colore, ma di discendenti dei colonizzatori bianchi.
Un romanzo incredibilmente grezzo, violento e inumano. Una storia di disperazione. Raramente mi è capitato di imbattermi in un testo così crudele.
L’autrice è un’illustre accademica sudafricana che, purtroppo, non si è preoccupata di coltivare la sua notevole attitudine narrativa. In ogni caso questo libro pubblicato nel 1994 in lingua Afrikaans, il cui titolo originale è “Triomf”, ha riscontrato un notevole successo internazionale.