Narrativa straniera Romanzi La danza dell'orologio
 

La danza dell'orologio La danza dell'orologio

La danza dell'orologio

Letteratura straniera

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Willa Drake ha speso la vita nel tentativo di essere una donna affidabile, ragionevole, accomodante. L’esatto contrario di quella madre volubile, dal carattere impetuoso, che con i suoi umori violenti ha turbato la serenità della sua infanzia. Per questo ha acconsentito a un matrimonio forse precipitoso, finendo per rinunciare alle sue aspirazioni accademiche; per questo ha cercato di essere sempre comprensiva con i figli e di perdonare al marito la colpa più imperdonabile, quella di averla lasciata vedova. Troppo spesso, insomma, Willa ha permesso a qualcun altro di scegliere al suo posto. Fino a un pomeriggio di metà luglio come tanti, in cui una telefonata la sorprende mentre sta riordinando le sue fasce per capelli. Una telefonata da Baltimora, dove vive il suo figlio maggiore. Non è lui a cercarla: è una donna sconosciuta, che però è convinta di sapere molto di lei e, soprattutto, di avere urgente bisogno del suo aiuto. Senza dissipare l'equivoco, Willa decide impulsivamente di partire, nonostante la perplessità del secondo marito, che vorrebbe trattenerla. Willa si troverà a badare a una bambina di nove anni che non è sua nipote, ma un po' lo diventerà; a portare a spasso un cane che da subito le obbedisce; a inserirsi nelle dinamiche di una comunità che non è la sua, ma forse potrebbe esserlo. Perché forse per Willa è arrivato il momento di aprirsi a nuovi legami, di scegliere stavolta la propria famiglia, per ricominciare.



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La danza dell'orologio 2020-01-04 11:31:28 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    04 Gennaio, 2020
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Seconde occasioni

Vincitrice del Premio Pulitzer 1989 con “Lezioni di respiro”, Anne Tyler è a tutti gli effetti una delle più importanti scrittrici statunitensi viventi. Le sue storie sono come disegni a colori pastello, gentili e delicati, di famiglia e vita domestica, capaci di raccontare con sensibilità il dolore quotidiano dell’esperienza umana. I suoi personaggi sono figure semplici e buone che resistono ogni giorno tanto alle difficoltà quanto alle comodità del tempo che passa.

Protagonista de “La danza dell’orologio” è Willa, una sessantenne americana come tante, affidabile, ragionevole, accomodante.
La conosciamo ragazzina, alle prese con una madre incline alle sparizioni e alle irrequietezze emotive. E così, per reazione, Willa ha fatto della prevedibilità l’obiettivo della propria esistenza, lasciandosi trasportare in un percorso di vita dettato sempre dalle esigenze altrui. Senza rabbia o rancore, con la mitezza di chi, per caso o vocazione, pensa sempre a come aggiustare i pezzi, chiedere scusa, accontentare gli altri, mettere pace.
La telefonata di uno sconosciuto la porterà all’improvviso lontano, in un inatteso viaggio a Baltimora per prendersi cura, diventandone la nonna surrogata, di una bambina di nove anni. Accettare, per l’ennesima volta, una richiesta d’aiuto diventerà invece un’occasione di novità e scoperta. Di un quartiere caotico e variopinto. Di una famiglia fuori dagli schemi tradizionali. Di un vicinato bizzarro ma anche pieno di gentilezza. E, soprattutto, di una sé stessa diversa, più audace, disordinata, imprevedibile, libera per una volta del proprio ruolo.

Penna raffinatissima, la narrazione ha la naturalezza di una chiacchierata, e anche gli stessi difetti, se vogliamo. A tratti il ritmo è piuttosto lento, l’intensità sfumata e alcuni episodi si dissolvono, appena risolti e solo parzialmente spiegati. Forse questa è proprio la cifra di Anne Tyler, ma a lettura ultimata lasciano una sensazione di inespresso, di incompiuto, che ne inficia la piacevolezza, a mio avviso.
Un romanzo apparentemente leggero, ma la peculiarità di quest’autrice è proprio celare spunti di riflessione interessanti sotto vesti di semplicità, dando voce a piccoli gesti ed emozioni che fanno parte della vita di tutti noi. Una normalità destinata solitamente a restare inascoltata.

"E' più che altro una questione di... di trovare un motivo per vivere. E' questo il grande problema alla mia età. Lei per cosa vive?"

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La danza dell'orologio 2019-03-17 09:20:33 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    17 Marzo, 2019
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La virata finale

Ritratto di donna, da bambina ad adolescente, da moglie e madre ad anziana signora. Nella sua vita accadono eventi inaspettati, che la mettono alla prova e che la fanno crescere comunque con un carattere mite. Dovrebbe essere arrabbiata con il mondo ed invece porta con sé un senso di accoglienza che trasmette pace e serenità. Una telefonata improvvisa la porta lontano dal suo mondo e la fa entrare in un mondo che non è il suo, nel quale però lentamente trova se stessa, la propria realizzazione e forse la parte più bella di sé. Questo è un libro che entra anche nel merito di come funzionano le famiglie, quelle canoniche, quelle allargate, quelle fuori standard. La bambina Cheryl, con la sua spontaneità e la sua ingenuità, suscita una tenerezza immensa. Attesissima la virata finale, in cui io ormai non credevo più, anche se speravo tanto in quel momento. Perché Willa è una donna che, dopo tante sofferenze, merita di credere in se stessa ed il mondo le ha dato la possibilità di rinascere, con le sole proprie forze, a nuova vita.

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