La custode
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Recensione della Redazione QLibri
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La solidarietà
Karina con il suo bellissimo romanzo ci porta in un paese del Sudamerica, il Venezuela.
Angustias, la protagonista, è una donna giovane e forte. Le donne di questo romanzo sono le figure più belle. Sono tenaci, coraggiose, non si arrendono, sono capaci di generosità e di sentimenti disinteressati, mentre gli uomini sono minuscoli al confronto. Angustias e suo marito Salveiro vendono tutto e se ne vanno dalla sierra orientale dove l’epidemia sta facendo strage di bambini per salvare i loro figli gemelli appena nati. Purtroppo come andranno le cose lo scopriamo fin dalle prime righe.
“Arrivai a Mezquite perché cercavo Visitation Salazar, la donna che avrebbe seppellito i miei figli e mi avrebbe insegnato a sotterrare quelli degli altri. Camminai fino alla fine del mondo, o dove credevo che finisse il mio. La trovai una mattina di maggio accanto a un tumulo di loculi. Indossava un paio di leggins rossi, gli stivali da lavoro e un foulard colorato annodato alla testa. Una corona di vespe le svolazzava intono. Aveva l’aria di una madonna nera persa in una discarica”
L’incipit come vedete è stupendo e il romanzo è sorprendente, nel senso che entriamo in una realtà di grande povertà e violenze. Visitation è esattamente quello che dice Karina, una madonna laica, in quanto porta in un paese dove dominano oro e violenza una cosa sconosciuta che è la compassione gratuita. Visitation senza che nessuno glielo abbia chiesto e anzi con tanti rischi da parte sua e comunque non per soldi seppellisce i morti e si prende cura di loro. Ma anche se fa un lavoro mortifero, e il romanzo è pieno di descrizioni di morti e di preparazione di cadaveri, Visitation è una donna piena di vita e di energia.
Dopo che ha seppellito anche i gemelli chiusi nella scatola di scarpe, anche Angustias resta a darle una mano per starsene vicina ai suoi figli.
Visitation non è particolarmente religiosa. Ma anche se Dio sembra non accompagnare personalmente i poveri migranti, fa sentire ancora la Sua presenza grazie a donne come queste.
La religione in questo paese è legata soprattutto alla superstizione e la superstizione fa comodo.
“Sulla sierra le cose funzionavano così. Le anime dei morti e quelle dei vivi si mescolavano in una cortina di bruma fino a formare un plotone di disgrazie che servivano ad allontanare i curiosi e a coprire i carnefici”.
Con questo libro si entra davvero in un nuovo mondo. Questo di Karima è certamente un romanzo, un’opera di fantasia, ma credo che voglia farci toccare con mano il caos che regna a livello politico e sociale in Venezuela, la grande povertà e la violenza che è la regola. Anche il gioco è violento: i combattimenti tra galli, i cani rabbiosi, gli uomini irregolari, cioè senza documenti che hanno formato un esercito loro, che girano armati di machete e di fucili e che sono fuori controllo. Ma se la situazione generale è terribile, la situazione peggiore è quella delle donne che vengono dalla sierra orientale.
“Le donne che fuggivano dall’epidemia venivano violentate sui sentieri e nei valichi clandestini. Era il pedaggio tra il mondo dal quale fuggivano e quello in cui arrivavano. L’aborto non era legale. Quelle che ci provavano, finivano per dissanguarsi negli ambulatori clandestini. Se riuscivano a partorire, lasciavano l’utero in qualche pronto soccorso, e le più fortunate venivano rapite e costrette a mettere al mondo le creature per alimentare il traffico dei neonati. I bambini erano redditizi. Costava poco crescerli e imparavano presto qualunque mestiere. Erano una manodopera crudele ed economica per la malavita. I contrabbandieri e gli irregolari avevano creato un mercato nero apposito: rendevano più dei camminanti”.
Queste parole non sono della romanziera ma della giornalista.
Nel romanzo si respira grazie alla solidarietà tra donne. I nomi delle tre protagoniste Visitation, Angustias, e Consuelo esprimono bene il ruolo del personaggio. Il libro è duro, a volte difficile da leggere per certe descrizioni di morti o di ammazzamenti vari, il finale non è molto credibile. Però è bello: non perché lo stile sia straordinario o la storia ben costruita, ma perché finalmente c’è un romanzo che ha qualcosa da dire.
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Quale vita?
Sudamerica, In una sperduta e imprecisata terra di frontiera tra oriente e occidente bene e male coesistono con realtà e leggenda, un luogo nel quale si riversa una moltitudine di persone in fuga da una epidemia di morte sperando di dare una degna sepoltura ai propri cari.
Due donne, Angustias Romero e Visitacion Salazar, intraprendono un viaggio di comunanza nel cuore delle proprie diversità respirando un dolore condiviso ai confini di vita e morte, restituendo un briciolo di dignità a esistenze precocemente strozzate da un mondo crudele e palesemente ingiusto.
All’ interno di una trama cruda e per stomaci forti che continua a riversare orrore, sopraffazione e morte, la vita è un soffio di vento, la corruzione imperversa e c’è chi ha eretto il proprio impero sulla pelle della povera gente, trafficando persone in cambio di armi in un luogo in cui la droga da’ da vivere, mentre il volto smunto e affranto di Angustias non chiede altro che rimanere accanto alle proprie giovani creature defunte.
Visitacion, una nera il cui nome è sulla bocca di tutti, pare una figura a metà tra il reale il leggendario, qualcuno a cui affidare la disperazione di chi non ha niente, neppure un posto dove sotterrare i propri morti. In realtà è ben altro, ne’ una santa ne’ una trafficante ma una donna come tante, che beve, balla e fuma, si gode la fugacità del presente, seppellisce la gente da una vita, racconta storie più o meno vere, magnetizza il mondo, più famosa della Madonna.
La gente le si avvicina continuamente chiedendole consolazione e aiuto per seppellire i propri cari, d’ altronde ai morti va ridato quello che la vita gli ha tolto ed è importante riportarli in questo mondo anche se non ci vivono più.
La verità sottesa dice che tutti questi morti non torneranno, la loro sepoltura ci riporta al senso dell’ essere vivi.
Angustias, rappresa in un dolore che stenta a metabolizzare e a coagulare, affianca Visitacion, sovente non ne comprende intenzioni e ragionamenti, sospinta dal desiderio irrinunciabile di stare vicino alla tomba dei propri figli, unico modo per mantenerli in vita, finché un incontro cambia le carte in tavola e la riavvicina al vero senso dell’ essere.
Una storia di donne forti, aspre, testarde, torchiate dalla sofferenza, ma anche generose, altruiste, coraggiose, in se’ un senso d’amore materno, la necessità di portare i soldi a casa, la volontà di capovolgere un destino già scritto e di raddrizzare un torto subito.
Per contro un microcosmo maschile corrotto e perverso, così vuoto da continuare a farsi la guerra e sparire per sempre, sopravvissuto solo per scontare le proprie colpe su questa terra, eccezionalmente in grado di ravvedersi.
Un romanzo intenso, prezioso, necessario, laddove la cruda realtà ricopre i sentimenti, la solitudini si apre alla condivisione, l’ accettazione riscopre la speranza, universo allargato di due donne vere, cuore del mondo, Angustias e Asuncion.