Narrativa straniera Romanzi La corriera stravagante
 

La corriera stravagante La corriera stravagante

La corriera stravagante

Letteratura straniera

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Quando nel 1947 venne pubblicato per la prima volta "La corriera stravagante", la critica americana, ed europea rimase sbalordita perchè John Steinbeck, già noto e apprezzato come autore di romanzi drammatici e socialmente impegnati, sembrava quasi contraddire se stesso. Nelle avventure di questa corriera, bloccata nelle verdi vallate californiane col suo "stravagante" carico di umanità, non c'è infatti nulla di eroico. Le bizzarre e vivacissime vicende, nel corso delle quali i personaggi scopriranno in loro stessi desideri di libertà e ribellione, sono attraversate da una leggerezza, una sensualità, un gusto passionale e istintivo per la vita che non ci aspetteremmo, ma che forse ci restituiscono la vena più felice e vitale del grande narratore statunitense.



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La corriera stravagante 2019-08-28 12:19:51 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    28 Agosto, 2019
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Personaggi eccentrici

Un piccolo spaccato di umanità varia. Personaggi eccentrici che si ritrovano su un autobus per fare un viaggio verso una città immaginaria ci offrono una storia scorrevole, divertente, intelligente e ben scritta, con uno stile tipicamente americano. Le loro storie di vita sono un po’ strampalate. I loro modi di porsi nei confronti degli altri passeggeri sono decisamente fuori dall’ordinario. Di fatto rappresentano una galleria molto eterogenea ed è bello scoprire che, nell’intero gruppo, non ce n’è uno “normale”, compreso l’autista. L’opera appare scomposta e sghemba, un po’ senza capo né coda. Ma forse è anche il suo bello, il titolo un po’ lo preannuncia. E’ interessante il finale indefinito, nel senso che di nessuno di loro sai come va a finire la loro storia personale. E non ti resta l’amaro in bocca, ma il sorriso.

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La corriera stravagante 2018-05-21 19:52:41 68
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68 Opinione inserita da 68    21 Mag, 2018
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“ Eccola’ San Juan, davanti a noi “

La “ Corriera stravagante “, romanzo edito nel 1947 che si discosta dai più celebri di Steinbeck, ebbe un immediato successo di pubblico ed una tiepida accoglienza da parte della critica.
È il racconto di un travagliato ( per le condizioni meteo ) trasferimento in autobus verso l ‘ immaginaria città di San Juan ( al confine con il Messico ) da parte di un gruppo di passeggeri eterogenei e stravaganti in una rappresentazione in parte reale ed in parte allegorica della vita con protagonisti che ne accolgono e simboleggiano l’ essenza rappresentandone vizi e virtù.
Una cruda verità scoperchiata durante il viaggio, quando le proprie peculiarità sveleranno un universo caratteriale multiforme minuziosamente analizzato e mirabilmente rappresentato .
C’è una coppia ( proprietaria della stazione di servizio con relativo garage e pompa di benzina ) maritata da lungo tempo, un lui ( Juan ) che vede, giudica, considera, si diverte e una lei, ( Alice ), che non conosce vie di mezzo, ama, odia e detesta, alle spalle una gioventù ormai perduta e la rabbia ed il terrore di essere abbandonata.
C’è un ragazzino a servizio ( Fignolo ) martoriato dall’ acne e sovraccarico dei succhi concupiscenti dell’ adolescenza, una cameriera ( Norma ) inaccessibile, ingenua e sognatrice, con la parte migliore di se’ nascosta dietro i suoi occhi.
E poi i passeggeri della corriera Sweetheart, a cominciare dalla famiglia Pitchard, padre, madre e figlia, imprenditori e borghesi che vivono nella totale ignoranza della propria vicendevole vita affettiva, senza un vero affiatamento se non nel rispetto delle apparenze con legami ed amicizie sconosciuti e nascosti.
C’è una femme fatale, tale Camille, che finge di essere quello che gli altri vogliono che sia ma che è troppo esperta nell’ arte della vita, imbrattata dagli sguardi lascivi e dai turpi desideri maschili e stracolma del disprezzo e dell’ invidia femminile per potersi abbandonare alla semplice verità.
C’è un commesso viaggiatore ( Ernest Horton ), un reduce di guerra che parla continuamente d’ affari e si circonda di oggetti stravaganti ed un certo Van Bruins, un vecchio squallido ed insopportabile, che si astiene da qualsiasi rapporto umano se non per lamentarsi e dare inutili consigli.
E poi il viaggio su quell’ autobus che fa servizio dalla Svolta dei Ribelli a San Juan, sulla costa californiana del Pacifico, uno strano viaggio, in cui ogni cosa è andata storta sin dall’ inizio, tra nuvole che accumulano una grigia minaccia sull’ altra, una oscurità turchina che cala sulla campagna ed un fiume instabile e precoce, morto per una parte dell’ anno e mortale per l’ altra. Un percorso ad ostacoli che svela relazioni e personaggi spogliati di tutto e la verità, accompagnata da attesa, inganno, preoccupazione, noia, si mostrerà in tutta la propria umanità .
Attori consumati, un sistema relazionale che scoperchia interiorità nascoste, negate, una certa meschinità, egoismi, voluttà, desiderio di conoscenza, ansie evidenti, bugie, false identità, mentre qualcuno riflette sul proprio passato in un paese che non è il proprio e con un’ idea di fuga nella testa, qualcun altro vorrebbe evadere dalla famiglia sopraffatto dai propri desideri, c’è chi non sa cosa sarà del proprio domani e chi, rimasto solo, affoga nell’ alcool il dolore di una vita sepolta in campagna e ridotta ad un lavoraccio schifoso.
Si respirano sentimenti e relazioni nascenti, abbandoni precoci, gioiosi ritorni, persino l’ atroce sapore della sofferenza e della morte nella amara constatazione di come la gente invecchiando abbia timore di cose sempre più insignificanti e di come tutti noi siamo, per una volta almeno, degli avventurieri nella vita.
Steinbeck descrive un universo umano immutabile e cangiante, intriso di realismo sottile e sagace ironia, immerso nella forza devastante del paesaggio ed in un viaggio reale e relazionale che riporta a verità sepolte, alla propria essenza, ad un semplice soffio e senso vitale.
Tutto accade in un giorno non qualunque, ciascuno si è esposto, svelato e non sarà più lo stesso, c’è chi è cambiato, anche ritornando alla vita di sempre, qualcun altro forse ripartirà.
Ed allora ci si può domandare: …” quanto tempo posso fare durare questa giornata. Come un bastoncino di liquirizia devo attaccarmi a questo giorno fino a che non ne avrò un altro altrettanto bello “….
finché compare un gruppetto di luci, sperdute e solitarie nella notte, remote, fredde e tremule ed una voce che annuncia: …” Ecco la’ San Juan, davanti a noi”…

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La corriera stravagante 2015-09-04 14:39:33 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    04 Settembre, 2015
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Un autobus carico di.. varia umanità

Un gruppo di persone, piuttosto variegate, si ritrovano bloccate per alcune ore in un'area desolata. Non è l'inizio di un libro stile tranquillo week- end di paura. E' l'inizio di un romanzo intenso, pieno di emozioni, capace di essere ironico, ma anche di scavare in profondità nell'animo umano.
Queste persone sono i gestori e dipendenti di un ristorante in mezzo al nulla, che si occupano anche del servizio di bus navetta tra due delle linee principali, vicino al confine tra la California ed il Messico. A loro si aggiungono alcuni viaggiatori per lavoro o piacere. A causa del cattivo tempo e di alcuni ponti poco sicuri si trovano intrappolati sull'autobus. La ristrettezza dello spazio, la bellezza del paesaggio, il clima di attesa e preoccupazione legato al trovarsi in mezzo ad un violento acquazzone li spingono a riflettere, sognare, confidarsi e tentare di programmare il futuro.
La trama è piuttosto semplice, forse banale. La maestria di Steinbeck è quella di prendere queste persone una alla volta e darcene una descrizione più che accurata. Con l'abilità di un lanciatore di coltelli l'autore sceglie con cura tra le armi a disposizione e le lancia andando dirito al centro. il suo centro è quello di darci dapprima una descrizione fisica dei protagonisti talmente accurata da farceli vedere davanti. Poi passa al loro carattere, ai loro pensieri, ai loro commenti sui compagni di avventura. Anche in questo caso tutto ci appare davanti come fosse un dipinto. Nonostante la difficoltà data dalla presenza di numerosi soggetti ognuno dei quali è il protagonista principale, non perdiamo mai il filo del discorso. Ogni tessera va al suo posto appena lo scrittore ce la posa davanti. Il risultato è un puzzle fatto da una varia umanità con un passato interessante un presente ben pianificato ed un futuro incerto come quello di tutti noi. Ciò che hanno in comune è la voglia di libertà, di trasgressione o più semplicemente di scegliere in autonomia.
Il viaggio finisce, semplicemente quando intravediamo le luci della città di destinazione. Cosa ne sarà di questo carico nessuno ce lo dirà. Forse tutto sarà come prima e questo viaggio rimarrà nella memoria solo del lettore

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