La compagnia dei teatranti
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Bonsai
Sembra un racconto bonsai, cento pagine molto scorrevoli. La storia è meno banale di quello che potrebbe sembrare, si celebra il ritorno alla libertà , per quanto casuale e provvisorio, di un gruppo di detenuti. Questi scoprono che il sentirsi di nuovo utili, di nuovo parte di una comunità è persino più importante della possibilità di prolungare la fuga. Al ritorno in carcere ritorneranno alla loro apatia di tutti i giorni, intervallata da rari momenti di gioia durante le rappresentazioni teatrali in carcere. Il tempo a disposizione verrà utilizzato da uno dei personaggi per darsi al possibilità di capire e di conoscere chi condivide la sua condanna.
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La compagnia dei teatranti
Gli ospiti di un istituto penitenziario in Germania, detenuti per reati vari, non gravi, un giorno hanno la gradita sorpresa di vedere esibirsi, all'interno del carcere, una compagnia teatrale. Durante la pausa della rappresentazione, una dozzina di detenuti si impossessa del pullman e scappa dal carcere. Si rifugiano in una cittadina che sta festeggiando una sagra locale. Scambiati per veri teatranti vengono accolti con entusiasmo e offrono, loro stessi, detenuti in fuga, giornate di gioia e di arricchimento culturale alla popolazione della città. Tutto inevitabilmente finirà dopo qualche giorno con la cattura dei fuggiaschi e il ritorno in carcere sarà un contrasto molto forte con questi giorni di libertà.
Il tema, è molto interessante e ho letto il libro per questo; la forza dell'immaginazione, il potere della fantasia contrapposti alla privazione, ma in un libricino di centodieci pagine che si legge in un paio d'ore di una storia che fatica a stare in piedi, mi è sembrato tutto un po' solo accennato e non sviluppato, storia, personaggi e tema, il tutto scritto con una metrica e un lessico che non mi ha conquistato.
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