La collina delle tigri
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Sarita Mandanna, nata e cresciuta in India, si è trasferita prima a Hong Kong e poi negli Stati Uniti. Oggi lavora nella finanza, tiene un master alla Wharton University e uno all’Indian Institute of Management. La collina delle tigri, ispirato all’infanzia trascorsa in India, è il suo primo romanzo.
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 4
un'epopea d'altri tempi
Si legge tutto d'un fiato...un libro bellissimo!!Un romanzone come oggi non se ne scrivono più: una lettura che attraversa un secolo di storia, costumi, cambiamenti, attraverso le vicissitudini di una famiglia indiana. La storia comincia a fine '800 e arriva a quasi metà del Novecento, passando per le antiche tradizioni indiane, il lento avvento della modernità e dell'europeizzazione, la prima guerra mondiale, Hitler e Gandhi. E sullo sfondo la vita...nascite, matrimoni, funerali e due travagliati amori che durano una vita intera: quello che lega la bellissima Devi a Machu, e l'amore che nutre il dolce Devanna per Devi. Ma l'amore è anche quello immenso per i figli, l'amore per la dolce nonna Tahy, l'amore rinuncia del reverendo Gundert per il proprio pupillo Dev, l'amore per la propria terra e le proprie radici. Non ci sono buoni o cattivi, ma solo personaggi con le loro fragilità e la loro forza inaspettata, i loro egoismi e i loro slanci di generosità. Nulla è scontato in questo libro:il lettore è coinvolto nelle vicende fino a sentirsene parte integrante, a partecipare emotivamente, in un crescendo di eventi e sorprese fino ad arrivare a commuoversi in un finale emozionante e del tutto inatteso!
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mio sole e mia luna
prima metà coinvolgente e appassionante; seconda metà un po' lenta ma nel complesso lettura piacevole e avvolgente. Sono sempre colpita dalle usanze di paesi lontani, che danno anche nei momenti di maggiore difficoltà soluzioni semplici, contro le quali non si combatte, seppur insensate. Gradevolissimo il fatto che l'autrice abbia mantenuto molti nomi in lingua originale,come "kunyi" per bambino. Trasmette l'amore per la famiglia, per le tradizioni e per i propri bambini, i propri soli e le proprie lune.
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Amore proibito
Il libro si apre con una bellissima immagine: centinaia di aironi che spiccano il volo proprio la mattina in cui Muthawa dà alla luce Devi, la sua prima figlia femmina. Siamo in India, nel 1878. Devi è una bambina che conquista il cuore di chiunque le stia attorno: il suo destino però è pieno di dolore e ostacoli. E’ la storia toccante di un amore proibito, di un cuore che ama un unico uomo, Machu, il cacciatore di tigri, anche se la vita porta Devi a sposare un uomo che detesta. Devi resta legata a Machu proprio grazie alla collina delle tigri, una piantagione di incredibile bellezza in cui Devi lavorerà, piangendo lacrime silenziose. E’ davvero toccante come Devi spende una vita intera per un solo istante di felicità. Romanzo d’atmosfera. Stile intimo. Storia romantica e ben orchestrata.
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un po' di pausa
Questo libro mi è stato regalato qualche giorno fa, da due care amiche. Il romanzo in sé è piacevole, ma è stato reso speciale dalla dedica: poche righe per scaldare il cuore con sincera amicizia.
La trama è abbastanza classica. Ambientato in India, a cavallo del 1900, protagonisti la fanciulla più bella e speciale dell’intera regione, l’eroe cacciatore, ovviamente bello come il sole e innamorato contraccambiato dalla ragazza, il povero terzo incomodo, la vecchia e saggia nonna della ragazza, e tutti i membri della famiglia che fanno da comparse. Ovviamente i due innamorati non possono stare assieme: le vicissitudini, i dolori, il duro lavoro per il riscatto allungano i tempi per raggiungere finalmente la serenità e la maturità.
La lettura è scorrevole, dopo aver preso un po’ di confidenza con i nomi indiani.
Le atmosfere sono ben costruite, i personaggi ben delineati e i luoghi descritti ottimamente. Leggendolo, viene in mente “L’ultima concubina”: molto simili nella struttura e nelle atmosfere, eppure molto diversi.
Un piacevole intermezzo che fa riposare la mente, senza bisogno di “psicanalizzare” i personaggi per “interiorizzare” chissà quali insegnamenti...
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Memorie di una geisha