Narrativa straniera Romanzi La città e le sue mura incerte
 

La città e le sue mura incerte La città e le sue mura incerte

La città e le sue mura incerte

Letteratura straniera

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Diciassette anni lui, sedici lei. Si sono conosciuti in occasione di un concorso letterario aperto alle scuole della circoscrizione. Lui ha sfidato la timidezza e le ha lasciato il suo indirizzo, proponendole di scambiarsi delle lettere. Non sopportava l’idea di non vederla piú. Vivono in città diverse e non hanno un posto per sé: ai loro sporadici incontri fa da sfondo il paesaggio urbano – i giardinetti, l’orto botanico, la stazione -, passeggiano in riva al mare o lungo il fiume, sospinti dalla promessa del futuro. È l’incanto del primo amore. Durante le interminabili chiacchierate, lei comincia a raccontargli di una città circondata da mura altissime, con un bel fiume, tre ponti di pietra, una torre di guardia, basse colline, un orologio senza lancette che sovrasta la piazza principale, unicorni dal mantello dorato, invisibili uccelli notturni. Qui le persone conducono un’esistenza frugale, ma senza privazioni. In realtà la vera lei è lí che vive, gli confida. Quella davanti a lui è soltanto un’immagine sbiadita, un’ombra, che ha preso il suo posto. Nella città dalle alte mura lei lavora in biblioteca: dalle cinque del pomeriggio fino alle dieci di sera aiuta il Lettore dei sogni. Sarà lui a ricoprire quel ruolo, gli dice, perché possiede i rari requisiti richiesti per la misteriosa funzione. Nei mesi in cui si frequentano, lui annota ogni dettaglio di quel luogo segreto che conoscono solo loro, e che vanno costruendo insieme. Poi, all’improvviso, la ragazza scompare. Per ritrovarla, lui dovrà spingersi oltre lo spazio e il tempo e sconfiggere le temibili barriere che li separano. Ma solo chi lo desidera con tutto il cuore può superare le alte mura ed entrare finalmente nella città. Mondi dalle sfumature oniriche, chimere intrise di malinconia, enigmatiche suggestioni che rapiscono e incantano: La città e le sue mura incerte è immerso nelle atmosfere ipnotiche e rarefatte che hanno reso celebre Murakami Haruki. Eppure si rivela anche un romanzo ben radicato nella realtà, una profonda riflessione sullo scorrere del tempo, sul rimpianto di ciò che abbiamo perduto, sugli sconfinamenti della verità, sul senso della nostra esistenza.



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La città e le sue mura incerte 2025-02-15 14:32:08 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    15 Febbraio, 2025
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Vuoti a rendere, mura e occasioni perdute

«Basta che tu lo desideri. Però non è semplice, sai desiderare qualcosa con tutto il cuore. Può darsi che ci voglia del tempo. E che lungo il percorso tu debba abbandonare tante cose. Cose preziose, a cui tieni. Non darti per vinto, però. Perché non c’è fretta, la città rimane lì, non sparisce.»

Haruki Murakami è uno di quegli autori che o si amano, o si odiano. Ultima sua fatica è “La città e le sue mura incerte”, titolo non immediato che si scopre poco alla volta ma che richiede anche una discreta dose di pazienza.
In apparenza siamo davanti a una storia d’amore, o almeno è così che ci viene presentata. Lei vive in una città dalle mura insormontabili e che non è segnata o tracciata su mappe. È un luogo che può essere trovato solo se ci si crede con tutto il cuore, con tutta l’intensità del caso. Poi, come se nulla fosse, ella sparisce. Lui per effetto cade nello sconforto e si risveglia in una vita catatonica, monotona, routinaria. Ha una casa in cui abita da tanto, un lavoro in editoria ormai assodato, una serie di abitudini improcrastinabili. Questa vita che è trascorsa lenta, adesso non gli basta più. Si risveglia all’improvviso ritrovandosi ora uomo adulto che torna a pensar al passato e a quella donna che gli ha fatto provare un sentimento fortissimo all’età di diciassette anni. Si rassegna perciò a vivere in solitudine, con quel che ha, di quel che ha. Il risvegliarsi lo porta a rimettere in gioco tutte le carte in tavola, lascia la casa, lascia il lavoro e decide di diventare bibliotecario in un microscopico paesino sconosciuto a Dio e situato in una montagna altrettanto ignota.
E se quella città che aveva scorto in adolescenza stesse tornando? E se quel desiderio fosse davvero a portata di mano ma il tempo per lui fosse ormai passato? È davvero passata quell’occasione? Altri sono pronti a prendere il suo posto?

«Non esiste nessuno che non abbia dei segreti. I segreti sono qualcosa di cui abbiamo bisogno, per vivere in questo mondo. Non è così?»

“La città e le sue mura incerte” di Haruki Murakami è molto più di una storia d’amore. Si tratta di una storia di perdita, di vuoto, di un vuoto che in nessun modo può essere colmato. È la storia di un vuoto con cui si può solo imparare a convivere. È una storia tra fantastico e onirico che solletica e accarezza con l’intensità di una lama tagliente e che ci riporta in quel realismo magico proprio del narratore.
A tornare sono proprio le ambientazioni che abbiamo conosciuto in “La fine del mondo e il paese delle meraviglie”. Tornano le mura, tornano le ombre, tornano i guardiani, i sogni, lo sdoppiamento tra due mondi, il ruolo cardine del bibliotecario, la forza delle parole. La sensazione, tuttavia, è quella del déja-vu e questo a causa del fatto che l’autore torna a soffermarsi su un’idea già trattata ed elaborata seppur non fino a fondo stante la necessità di tornarvi sopra. Il lettore non ne è subito consapevole e dunque è affascinato e al contempo respinto dal narrato. Il retrogusto che lascia è quella di un qualcosa di già scritto, di una riscrittura in toto. Sono presenti anche tutti quei temi – dal modo di narrare la donna e il sesso passando per una prosa chiara con elementi onirci ed ancora protagonisti in procinto di cambiare la propria vita, confusone tra realtà, un finale aperto –, che da sempre ne caratterizzano le opere.

«No, ho mormorato fra me, al mondo non c’è niente di perfetto. Se una cosa ha una forma – qualsiasi cosa, di qualunque genere –, ha sempre un angolo morto che diventa il suo punto debole.»

Un libro, “La città e le sue mura incerte”, da leggere con un approccio asettico, senza aspettative, altrimenti non riuscirà a soddisfarle. Al contempo può essere un buon modo per avvicinarsi a Murakami anche se, certamente, non può annoverarsi tra i lavori più riusciti. Si sente l’esigenza dello scrittore di tornare su un tema che non era stato esaminato in ogni sua sfaccettatura, ma il ritmo è lento, non accelera, procede in modo costante e segue la canonica penna ricca di dettagli e prolissa che da sempre caratterizza il giapponese. Senza lode, senza infamia.

«Ho cercato per anni le parole giuste per spiegare a me stesso quello che vidi quella notte. Ho letto tanti libri, ascoltato i discorsi di tanti saggi. Ma le parole che cercavo non le ho trovate. E senza poterla esprimere con le parole giuste o le frasi adatte, la mia angoscia è diventata sempre più profonda. Il dolore era sempre con me. Ero come un uomo che cerca l’acqua nel deserto.»

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La città e le sue mura incerte 2024-10-17 06:00:34 68
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68 Opinione inserita da 68    17 Ottobre, 2024
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Mondi trasversali

…“ È calato il buio. Un buio infinitamente profondo e dolce”…

Cuore e coscienza, il se’ e la propria ombra, sogno e realtà, amore e desiderio, l’ ultimo romanzo di Haruki Murakami rivisita temi conosciuti in un’ alternanza non lineare e metatemporale che insegue una felicità solo assaporata, improvvisamente sfumata, fortemente agognata.
Due adolescenti uniti dalla passione per la scrittura iniziano una frequentazione basata su rari incontri, lettere, passeggiate, ascolto, silenzio, un mondo interiore da svelare reciprocamente, l’ invenzione di una città dalle alte mura, popolata da unicorni, un luogo con una biblioteca senza libri e innumerevoli sogni da leggere, senza orologi, al cui ingresso e’ obbligatorio abbandonare la propria ombra, dal quale è impossibile evadere, una palude, un fiume, basse colline, un luogo senza tempo dove gli abitanti conducono una vita frugale.
È un mondo immaginario dove coltivare un senso di reciproca vicinanza, soggetto a rinunce, restrizioni, a un’ essenzialità che soggiace a regole precise.
Che ne sarà della propria ombra abbandonata, compagna di sempre, destinata a un esito infausto, a quale dei due mondi appartenere, alla realtà svuotata di amore o all’ immaginario edificato nel proprio cuore in cui leggere i sogni altrui, ignorando motivo e significato di tale compito?
Il protagonista vivrà un’ alternanza misteriosa tra un mondo e l’ altro, attribuendo un senso a ciò che senso non ha, se non leggendo nel proprio cuore e nei propri desideri più intimi.
Nella città dalle alte mura vige uno stato di eternità, impossibile attribuirle regole di umana precarietà, anni dopo il protagonista, ormai quarantenne, da tempo rientrato in un reale che lo ha svuotato dentro, abbandona una vita ordinaria fatta di solitudine, di silenzio, di non amore.
Rimasto al se’ diciassettenne, a quei momenti di eternità, al sapore della tisana lenitiva a dei dolci di mele, ricerca rifugio e conforto in una cittadina situata tra i monti impiegandosi in una biblioteca che racchiude misteriose sembianze e indizi particolari a ricordare la vecchia biblioteca nel cuore di giorni uguali a se stessi.
Un luogo dove svernare confrontandosi con il silenzio della propria ombra, con il fantasma di un ex direttore appassionato ed eccentrico, con un possibile nuovo amore, con un ragazzo di poche parole che presenta caratteristiche di eccezionalità, con il desiderio di fare ritorno nella vecchia biblioteca, anche se tutto non è come sembra e sono tante le cose dimenticate, alcune vivide, altre lontane.
Come creare una simbiosi che permetta di comunicare in silenzio, di vedere oltre, di percepire un mondo di fantasia che sente appartenergli?
Prosegue il viaggio del protagonista nella propria interiorità sostando tra reale e immaginario o, viceversa, ricercando la verità, il confine tra cuore e coscienza, il limite tra i due mondi, un luogo difficile da scovare ignorando il vero se’.
Come attraversare i due mondi, ritrovare una persona scomparsa, vivere in un luogo abbandonato dagli spiriti con i quali ha condiviso una parte della propria vita tra affetto e solidarietà?
Come coltivare un amore imperfetto in un tempo mancante, che gli ricorda altro, qualcuno che ha lasciato, ripensando a cosa ha atteso in tutti questi anni e alla presenza di un muro divisorio tra reale e immaginario?
Che sia un luogo mutevole, che cambia forma e consistenza in funzione delle circostanze e delle persone, forse la realtà è qualcosa da scegliere tra tante possibilità.


...” Il tuo cuore sta cercando una svolta, ne ha bisogno. La tua coscienza, però, non l’ha ancora percepito. Il cuore umano è difficile da comprendere”..

Un lungo romanzo che sa di fiaba, scritto, nella prima parte, nel 1980, riscritto completamente e completato tra il 2020 e il 2022, arricchito dalla propria infinita esperienza letteraria. Nel 1985 venne scritto La fine del mondo e il paese delle meraviglie che ne riprende temi e contenuti. Diviso in tre parti, è evidente una spaccatura tra la prima, percorsa da un flusso di inconsistenza tra sogno e realtà e il resto, ancorato a un reale indigesto e a una concretezza più vera.
La sensazione prevalente è di una ricerca ed esposizione che attinge alla propria poetica e ai temi ad essa più cari, lunghe digressione tra reale e immaginario, il potere dei sogni, mondi trasversali non riproducibili, l’ amore per la musica, l’ unicità e impalpabilità dei protagonisti, atmosfere ipnotiche, piuttosto fragile e frammentaria la costruzione dei personaggi in un quotidiano che possa legittimare e sostenere un costrutto così ampio.
Alla fine prevalgono riproduzione e scambio tra il se’ e la propria ombra, una lotta intestina tra cuore e coscienza, realtà e desiderio, tra il sogno di una vita e sogni ristretti, tra un reale percorso e sostenuto da innumerevoli possibilità e sentimenti difficili da comprendere.


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