Narrativa straniera Romanzi La chiave di Sarah
 

La chiave di Sarah La chiave di Sarah

La chiave di Sarah

Letteratura straniera

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E' una notte d'estate come tante altre, a Parigi. La piccola Sarah è a casa con la sua famiglia, quando viene svegliata dall'irruzione della polizia francese e prelevata insieme ai genitori. Ha solo dieci anni, non capisce cosa sta succedendo, ma è atterrita e, prima di essere portata via, nasconde il fratello più piccolo in un armadio a muro che chiude a chiave. E' il 16 luglio del 1942. Sarah, insieme a migliaia di altri ebrei, viene rinchiusa nel Vélodrome d'Hiver, in attesa di essere deportata nei campi di concentramento in Germania. Ma il suo unico pensiero è tornare a liberare il fratellino. Sessant'anni dopo, Julia, una giornalista americana che vive a Parigi, deve fare un'inchiesta su quei drammatici fatti. Mette mano agli archivi, interroga i testimoni, va alla ricerca dei sopravvissuti, e le indagini la portano molto più lontano del previsto. Il destino di Julia si incrocia fatalmente con quello della piccola Sarah, la cui vita è legata alla sua più di quanto lei possa immaginare. Che fine ha fatto quella bambina? Cosa è davvero successo in quei giorni? Quello che Julia scopre cambierà per sempre la sua esistenza.



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La chiave di Sarah 2015-11-24 10:09:40 Cristina
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Opinione inserita da Cristina    24 Novembre, 2015

Bello e molto commovente

Mi sono innamorata di questo libro la prima volta che l'ho visto in una libreria. Qualche giorno fa ho finito di leggerlo, quindi ora posso esprimere la mia opinione.
Il libro è scritto molto bene ed è molto dettagliato. La storia tiene il lettore molto attaccato. Mi sono dovuta ricredere sul fatto che mi desse fastidio che (nei primi capitoli) ci sia l'affiancamento tra ciò che è successo nel luglio del '42 a Sarah e quello che succedeva a Julia ai giorni nostri. Tutto si è incastonato perfettamente come piccoli pezzi di un puzzle.
Un libro che mette i brividi e fa sentire molto in colpa su ciò che quella povera gente ha dovuto sopportare al Vel d'Hiv e non solo. Sono riuscita a mettermi nei panni di ogni singolo personaggio che si trova nella storia. Ho imparato anche che i colpevoli non sono stati solo i tedeschi ma tutti quanti.
Lo consiglio vivamente a chi ha "voglia" e coraggio di conoscere tutta la verità su un argomento che tutt'ora colpisce nel profondo.
Buona lettura!

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"Se questo è un uomo" e tutti gli altri libri che raccontano questa triste storia.
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La chiave di Sarah 2013-04-13 13:52:02 michy
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michy Opinione inserita da michy    13 Aprile, 2013
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LA STORIA DI SARA

E’ interessante leggere qualcosa di nuovo, qualcosa che non si conosce. Non capita spesso, soprattutto quando credi di sapere già tutto, perché l’hai studiato a scuola, perché l’hai visto nei documentari in televisione, perché l’hai letto sui giornali. E’ questo il caso della storia di Sara, inventata ma ispirata ad un fatto realmente accaduto a Parigi con il rastrellamento di uomini, donne e soprattutto bambini ebrei durante la seconda guerra mondiale. Un libro che non è fine a se stesso, ma che invoglia a cercare di saperne di più. Personalmente ho trovato una narrazione scorrevole, forse un po’ troppo forzata nel finale.

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La chiave di Sarah 2012-07-20 15:44:58 aeglos
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aeglos Opinione inserita da aeglos    20 Luglio, 2012
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UNO SGUARDO AL PASSATO

Proprio oggi ho finito di leggere questo libro e sono stata davvero contenta di averlo comperato.Rimarrà senz'altro uno dei miei libri preferiti, mi rimarranno ancora per tanto tempo impresse nella mente le scene...scene davvero raccappriccianti, tristi, un tragico epilogo della nostra storia, dove l'autrice del libro ha saputo dare il meglio di sè nel raccontare la triste storia degli ebrei e dell'Olocausto. Tiene in considerazione tutti i protagonisti, dà a loro il giusto peso e la giusta importanza, senza mai annoiare il lettore. Cosa che, invece, ho notato guardando il film...molte parti del libro purtroppo si sono perse....Quante lacrime versate in alcune pagine, immedesimandomi nei personaggi che purtroppo non hanno vissuto solo nel libro, ma la storia vera.....persone che hanno perso tutto, famiglia, averi, persone che sono morte davvero. Un libro che mi ha saputo dare tanto, insegnato l'orrore che si poteva provare in quel periodo e che io ora posso solo immaginare....

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La chiave di Sarah 2012-05-27 20:45:18 katia 73
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katia 73 Opinione inserita da katia 73    27 Mag, 2012
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La chiave di sarah

Questo è un altro libro che appartiene molto al genere che io prediligo, quindi l’ho letto, anzi divorato in poche sere , veramente una buona compagnia.
Julia è una donna americana che vive ormai a Parigi da molti anni, spostata con una figlia fa la giornalista per una rivista letta per di più da americani trapiantati come lei. Le viene assegnato un articolo sul rastrellamento degli ebrei nel 1942 a Parigi, migliaia di famiglie prelevate da casa dalla polizia francese per orine dei nazisti vengono prima condotti e richiusi nel Vélodrome d’Hiver per poi essere deportate nei campi di concentramento.
Julia scopre così la storia di Sarah, allora era solo una bambina di 10 anni, che all’arrivo della polizia nasconde il fratellino in un armadio a muro nella loro cameretta, sicura di poterlo poi venire a liberare, Sarah non sa ancora che il suo viaggio non durerà purtroppo solo poche ore e crede sia la cosa giusta da fare.
Per Julia si aprirà un nuovo mondo, e la sua missione sarà ritrovare questa bambina o parte della sua famiglia per dirle che nessuno ha dimenticato questo bruttissimo episodio della storia, di cui gli stessi francesi non vogliono parlare, come un’onta, una grande vergogna.

Il libro è veramente scorrevole, certo tratta un argomento molto duro ma è alternato con la vita di julia, e questo lo rende meno “pesante”, come se la storia del rastrellamento facesse da fondo alla storia di Julia e questo aspetto del libro mi è molto piaciuto.
Certo non è uno di quei romanzi che lascia un segno indelebile nel lettore ma sicuramente ne consiglio la lettura.


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La chiave di Sarah 2012-05-14 17:12:26 orchidea79
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orchidea79 Opinione inserita da orchidea79    14 Mag, 2012
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Zakhor. Al Tichkhac. Ricorda. Non dimenticare mai.

LA CHIAVE DI SARAH è un commovente romanzo basato su un avvenimento reale: il rastrellamento di migliaia di ebrei, da parte della polizia francese per ordine dei Tedeschi, condotti nel Velodromo d’Inverno, il 16 luglio 1942.
La narrazione inizia proprio in questo triste giorno del 1942, in cui la polizia irrompe in casa della bambina, Sarah Starzinsky (Sirka), protagonista delle vicende del passato, per portar via tutta la sua famiglia .
Ma la piccola, che all’epoca aveva dieci anni, non sa che la polizia è venuta per prenderli e portarli via da casa per sempre... così, credendo di tornar presto a casa, cerca di proteggere il fratellino Michel (4 anni), facendolo nascondere in un armadio che è il loro nascondiglio segreto: lo chiude a chiave, promettendogli di tornare presto...
Seguiremo quindi Sarah nella sua esperienza drammatica al Vel d'Hiv e incroceremo altre storie di personaggi - in particolare la giornalista Julia Jarmond, che vive a Parigi "ai nostri tempi" - che si ritroveranno uniti da segreti e dolori comuni, che metteranno faccia a faccia il passato e il presente.

Personalmente non conoscevo questo episodio della storia francese: un altro tassello che si va tristemente ad aggiungere alla tragedia e al dolore di milioni di persone innocenti alle quali fu tolto il diritto alla libertà, alla vita... in quel periodo nero che è la seconda guerra mondiale.
Zakhor. Al Tichkhac.
Ricorda. Non dimenticare mai.

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La chiave di Sarah 2012-02-06 14:11:31 nice_deah
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nice_deah Opinione inserita da nice_deah    06 Febbraio, 2012
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ricordi dolorosi

Mi sono accostata a questo libro con la consapevolezza che non sarebbe stato facile leggerlo snza provare dolore e orrore per ciò che è accaduto,di cui tutti non possiamo non negare l 'orrore della deportazione.
Già dalle prime pagine,non ho potuto fare a meno di piangere,nel leggere il doloroso racconto della piccola sara.Davvero straziante e commovente e a tratti drammatico.Mi sono davvero commossa mentre lo leggevo,ho fatto fatica anche per questo.Ma devo dire che alla fine qualcosa ti rimane dentro davvero.Bella poi la storia parallela in chiave moderna,dove una giornalista,fa di tuttoper andare a fondo della storia,anche facendo i conti con il propio dolore personale.
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La chiave di Sarah 2011-12-18 16:45:28 Ally79
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Ally79 Opinione inserita da Ally79    18 Dicembre, 2011
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Ricorda.Non dimenticare mai.

A breve distanza dalla lettura di “Avevano spento anche la luna”ho scelto nuovamente un libro su deportazioni,Olocausto e male.
Non è stato casuale ma assolutamente voluto.
Come tutti ho studiato quel periodo storico,letto classici del genere “Se questo è un uomo”,mi sono commossa dinanzi a “La vita è bella”o “Schindler’s list”.
Ma dopo il testo della Sepetys qualcosa in me è scattato e mi trovo presa da un desiderio di approfondimento.
Non me ne domando il perché,voglio semplicemente farlo.
La chiave di Sarah è un romanzo che prende spunto dai fatti di Vel' d'Hiv.
“Il 16 e 17 luglio 1942,13.152 ebrei furono arrestati a Parigi e nei dintorni,deportati ad Auschwitz e assassinati.Nel Vélodrome d'Hiver,che un tempo sorgeva in questo luogo,1129 uomini,2916 donne e 4115 bambini furono stipati in condizioni disumane dalla polizia di Vichy, per ordine degli invasori nazisti.Siano ringraziati coloro che tentarono di salvarli.
Passante, non dimenticare mai.”

Il libro limitandosi a prendere ispirazione non da un impatto emotivo particolarmente violento.
(Mi ricorda “Il profumo delle foglie di limone”.Le due storie non si somigliano ma in entrambe c’è l’ombra nera del nazismo che però segna solo fino a un certo punto chi legge.)
Qui si narra di Sarah,una piccola bambina di dieci anni,che viene prelevata dalla sua casa parigina con i genitori.Per salvare il fratellino dalla deportazione lo chiude nel loro nascondiglio segreto.Un armadio dove ci sono libri,una torcia e dell’acqua.Pensa cosi di dargli una possibilità.
In realtà lo condanna ad atroce fine.
“Per quanto sarebbe riuscito a sopravvivere suo fratello?
Forse la stava ancora aspettando.Aveva totale fiducia in lei.
Intollerabile il pensiero di lui che la stava aspettando,al buio.
Doveva aver fame,sete. L'acqua era probabilmente finita e anche la batteria della pila.Ma si disse che tutto sommato qualsiasi cosa era meglio del posto in cui si trovava lei. Meglio di quell'inferno, del tanfo, del caldo, della polvere, delle urla,
della gente che moriva.”

Grazie all’aiuto di due contadini francesi e di un poliziotto benevolo la piccola riesce a salvarsi e torna nella casa di famiglia dove ritrova il cadavere del bambino.
Nel 2002,in quello stesso appartamento si troverà a doversi trasferire Julia,giornalista americana trapiantata a Parigi per amore.A lei il merito di far riemergere questa vicenda e di lanciarsi sulle tracce del destino di Sarah.
Le storie delle due donne, cosi distanti nel tempo, si alternano di capitolo in capitolo.
E’ un romanzo scritto in modo lineare e semplice.
Non è indimenticabile,ma ha un merito:mi ha fatto conoscere un ulteriore parte dell’orrore che ignoravo.Noi non possiamo intervenire su ciò che accaduto e tutto sommato non ci spetta nemmeno.
Possiamo però fare una cosa:
Zakhor.Al Tichkah.Ricorda.Non dimenticare mai.
E allora ricordiamo.

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