La cerimonia del massaggio
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Ma chi era veramente Clive?
“Ma chi era veramente Clive?”
Una commemorazione funebre per Clive, trentacinquenne massaggiatore del mondo dello spettacolo inglese, morto misteriosamente in Sud America.
Il fior fiore del bel mondo, riunito lì per ricordare ognuno a modo suo una persona che li collega tutti per essere stato amante della maggior parte di loro, uomini e donne.
E infine, il maestro delle cerimonie, il prete Jolliffe, anche lui legato a Clive nella maniera meno consona al suo voto da sacerdote, gioviale e credente a modo suo.
Di Clive si sa ben poco e Alan Bennett non ci pensa nemmeno a dire tutto subito, lascia che ci perdiamo in un vortice di starlette della televisione, presentatori e giornalisti, venuti lì più per dire “Guarda chi c’è seduto lì!” che per compiangere le mani d’oro dell’amato Clive.
La scrittura è fresca, sobria e solo apparentemente salottiera, in pieno humor inglese che non risparmia stoccate ai vari personaggi, neppure a padre Jolliffe, forse più protagonista dello stesso massaggiatore: Bennett fa da cronista, ma ad accompagnarci durante la lettura sono le impressioni e i pensieri del prete, che tenta di barcamenarsi tra la religiosità dell’evento e i ricordi ben più intimi che lui, come tutti quanti, condivide sul defunto.
Unico che vorrebbe distinguersi dalla folla è l’arcidiacono Treacher, lì per giudicare l’operato di padre Jolliffe, ma viene irrimediabilmente trascinato dall’autore nel vortice di ironia pungente che agisce impietosa fino al finale, l’ennesima riprova che Bennet non si fa scrupoli a bistrattare un po’ le autorità religiose, trattando tematiche che tuttora fanno storcere il naso, come l’omosessualità e l’AIDS.
Alla fine “tutti i nodi vengono al pettine”, i dettagli più scabrosi degli incontri intimi di Clive con i presenti riemergono, ma il massaggiatore delle celebrità, anche da morto, continua a creare tanti problemi quanta attrazione nei presenti.
Lo consiglio molto, è breve, senza una sbavatura e assolutamente divertente: Bennett è il maestro della risata senza esagerare e imparziale nel maltrattare con un sorriso tutti i suoi personagg
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La cerimonia del massaggio
Conoscevo già Alan Bennet per aver letto anni fa "Nudi e crudi", per cui sono stata subito attratta da questo libro e non ne sono rimasta delusa. Questo piccolo "tesoro", pur nella sua brevità, ha mille sfaccettature a cominciare dal titolo originale - The Laying on of Hands - che risulta essere un gioco di parole (non reso dal titolo italiano) tra consacrazione, cerimonia in senso ecclesiastico e l'imposizione delle mani in senso taumaturgico. Infatti, il defunto Clive è il protagonista di un funerale-celebrazione postumo a sei mesi dalla morte (avvenuta in circostanze poco chiare in Perù come scopriremo) al quale partecipano tutti i suoi numerosi clienti-amanti essendo lui un massaggiatore-gigolò.
Bennet fa sue le tre unità aristoteliche (questo testo renderebbe benissimo in teatro) poiché la scena si svolge tutta in una chiesa anglicana nell'arco di circa quattro ore, tanto dura la funzione, durante le quali le sorprese non mancano. L'autore, facendoci ridere col suo humour per tutto il libro, ci offre comunque delle tematiche importanti e d'attualità su cui riflettere: l'AIDS, l'omosessualità nella Chiesa ma soprattutto la quasi negazione della morte, vista come un qualcosa "altro" a noi da esorcizzare, propria dei nostri tempi.
A baluardo dell'ortodossia religiosa Bennet mette l'arcidiacono Treacher in contrapposizione con l'officiante padre Jolliffe (notare i cognomi!) che comunque, nel finale, verrà anche lui "contaminato" dalla vita segreta e dissoluta di Clive.
Questo libro è praticamente perfetto soprattutto perché, nel mare delle nostre risate, non si salva nessuno!!
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UN FUNERALE MOLTO CONDIVISO.
Piangere o ridere? E' stato questo il mio problema durante la lettura di questo breve e intensa narrazione.
Il racconto si svolge in una chiesa anglosassone durante un funerale che sa più di cerimonia e che ha una parvenza di teatralità.
L'arcidiacono Treacher è lì, in incognita, per osservare e registrare l'evento e lui rappresenta la norma, la dignità e l'autocontrollo ( nei confronti di una chiesa che va cambiando?) e io per lui provo una particolare comprensione, perchè vive alcuni dissidi , che sono anche i miei...Fatto sta che è certo che quando lui morirà, qualcuno tirerà un sospiro di sollievo...
Tutti i presenti (ognuno dei quali credeva di far parte di un gruppo ristretto) scoprono di essere in compagnia di una variegata moltitudine di persone, tra le quali molte quelle di spicco nello spettacolo e di un certo rilievo sociale.
E tutti , compreso padre Jolliffe...o meglio forse Geoffre, avevano avuto un legame molto prodondo col defunto...ma che legame!
Ad un certo punto la situazione scappa di mano al predicatore e inizia il bello!
Molte persone intervengono per rivelare dettagli intimi e piccanti relativi al defunto Cleave...al suo corpo...
La situazione oltre che creare vari imbarazzi, suscita dapprima un gran timore per poi passare ad un sospirato sollievo...leggere per credere!
E' un libro che mi ha stupito per come viene presentato l'omosessualità, della quale non fa scampo l'ambiente ecclesiastico.
Ci sono momenti di pura comicità, in primis per me quello che riguarda la vecchietta che presenzia ad ogni funerale per ottenerne qualcosa di vantaggioso; in questa situazione, assume un ruolo da celebrità.
Simpaticissimi i dettagli relativi alle associazioni mentali fatte dalle persone poco avezze alla chiesa ( scambiare un'acquasantiera per un posacenere??? )
Leggendo ho rammentato l'ultima messa in occasione della festa delle palme a cui ho partecipato, durante la quale una mamma per prendere un rametto d'olivo per il suo bambino gli ha detto: "guarda che ti prendo l'alberello". E mi son ritrovata a pensare a quanto ormai certe persone siano lontane da certe conoscenze religiose.
Un altro aneddoto a cui il libro mi ha portato a pensare è una "storiella barzelletta" che mia sorella mi raccontava da piccola e che riguardava appunto una chiesa anglosassone e che mi faceva ridere da matti.
Concludo questa mio scritto , con un pensiero per quest'autore che mi ha incuriosita per la sua capacità comica, per la sua serenità e normalità nel presentarci certe realtà...tanto che sono stata indotta a pensare che ne fosse ben a conoscenza , quasi intima, tanta è stata la sua magnaminità e benevolenza...
Quanto mi piacerebbe aver un confronto d'opinioni...spero vivamente che qualcuno prenda in considerazione la lettura di questo libricino, che si legge in un batter d'occhio...ma che è davvero unico...Mai mi sarei immaginata di leggere una cosa simile.
Un libro che mi ha risvegliata magistralmente su una realtà, sulla quale io non ho posto mai più di tanto interesse e attenzione.
Credo proprio che continuerò la mia conoscenza di questo autore, che mi ha letteralmente affascinato per la sua creatività e capacità d'ironia.
Buona lettura e ...ma si, dai...buon divertimento!...Lo so, si tratta di un funerale....ma che funerale ragazzi!!!
Pia
"In piedi"-disse il sacerdote...Eh si, ormai nessuno conosce più i vari momenti del rito di una messa...e se lui non lo avesse detto, tutti se ne starebbero stati seduti...
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