La casa del sonno
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Storia folle per un libro folle
Ho trovato questi libro follo. Una ex casa alloggio per studenti, alcun dei quali sono in vario modo ossessionati dal sonno e dal dormire, diventa una clinica del sonno. a gesti5ral è uno di quelli ex studenti, convinto che il dormire sia una perdita di tempo che come una malattia viene debellata. I suoi crudeli esperimenti, fatti anche su se stesso sono volti proprio a liberare l'umanità da quel flagello. Attorno a lui chi ha paura di dormire, che non ci riesce, chi per amore si trasforma in qualcos'altro. Insomma un piccolo mondo triste solo e in cerca di soluzioni. Ho trovato interessante la storia, ben costruita con le informazioni dosate poco alla volta e degli intrecci azzardati, ma comunque efficaci e intriganti. Mi sembra, però che in alcune pagine regni il caos, con troppo di tutto: troppe informazioni, troppe emozioni, troppi personaggi. Un abbondanza di quelle pesanti che distraggono il lettore complicando , lasciandolo a divagare in stradine secondarie che lo allontanano dalla trama principale.
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ENGLISH STYLE
Un libro improntato in maniera originale e interessante che ci trasporta dentro la mente dei vari personaggi. All’ inizio si è un po’ in confusione ma quando si riesce ad entrare nel meccanismo c’è un bel gioco di intrecci che intriga. Un romanzo ben fatto con sprazzi di scene molto belle. Non è un libro che è entrato nei miei preferiti ma è stato una bella lettura interessante. Caratterizza bene i personaggi e intreccia una bella storia.
Una lettura con uno stile grigio, un po’ soffocante, un po’ inglese per concludere. Si avverte un senso di claustrofobia e nuvolosità leggendo queste pagine e immagino che questo fosse l’intento dell’autore; ci è riuscito molto bene. L’emozione da recepire deve essere questa e può piacere o opprimere.
Sono rappresentate bene le psicologie dei personaggi con tutti i lori pensieri e ti fa entrare dentro il romanzo. E’ un andirivieni di salti temporali e di personaggi ma se si entra nel meccanismo può essere una lettura davvero interessante.
Non è un libro che consiglierei a chi vuole iniziare una lettura tanto per.
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Sogno, sonno e realtà
Sarah soffre di narcolessia, fatica a distinguere sogno e realtà e spesso li confonde. Robert, afflitto dal proprio poetico romanticismo, è innamorato di lei così profondamente da decidere di stravolgere la propria natura. Terry, accanito cinefilo alla ricerca della pellicola perfetta, è ormai completamente insonne, ma dodici anni prima aveva bisogno di 14 ore di sonno. Gregory, studioso dei disturbi ipnotici trasformati in sperimentazioni pericolose, per un breve periodo ha frequentato Sarah. Veronica, gay, passionale, amante del teatro, a sua volta è stata da lei amata .
Questi i protagonisti di " La casa del sonno ", caleidoscopica giostra sentimentale e relazionale tra sogno, sonno e realtà di un gruppo di studenti le cui vite saranno segnate, spezzate, indirizzate da intrecci pericolosi, situazioni paradossali, tragici eventi vissuti in un arco temporale separato da dodici anni ( tra gli anni '80 e '90 ).
Sullo sfondo la spoglia bellezza di Ashdown, enorme, grigia, imponente, a picco sull' oceano, per anni sede universitaria, poi trasformata in una clinica specializzata nei disturbi del sonno.
È un gruppo ristretto che viaggia in una condivisione apparente, in realtà alla ricerca di un senso di se' negato dalla propria essenza. Vite caotiche che accidentalmente o volontariamente si incontrano, si scontrano, si lasciano e si ritrovano, a volte indirizzate altrove e perse in un futuro senza speranza.
Storie di unicità, frammentate, paradossali, incredibili, vere, possibili o presunte, che alternano sferzante comicità e dialoghi paradossali a profonda fragilita' e ricchezza emotiva con attimi di commozione.
Sarah ne è l' epicentro narrativo, figura complessa, prigioniera dei propri sogni, che confonde e non distingue dalla vita reale, scambiandoli per allucinazioni. Quei sogni aiutano ad eludere la realtà ma divengono problemi insormontabili se vissuti come realmente accaduti.
Pagine che alternano una precisa narrazione temporale ( i capitoli pari ambientati nel 1996, i dispari nel 1983-84 ), di fatto senza tempo ( nelle emozioni e nei luoghi dell' animo ) inseguendo meccanismi causa- effetto ed una comunanza, le vere e presunte relazioni sentimentali dei protagonisti.
C' è un prima ed un dopo, nel mezzo la vita, ogni singolo evento ha lasciato e lascerà una traccia indelebile.
Vi è un tema dominante, il senso dell' esistenza in parte determinata ed indirizzata da un destino contrario e funesto ed in parte dalle nostre scelte, voluttuose, incostanti, pericolose, guidate prima dall' inesperienza giovanile e da desideri fluttuanti, poi da una stanca maturità e da svaniti sogni.
C' è un altro tema, altrettanto importante, il fluire del tempo dalla giovinezza all' età adulta tra sogno e realtà, chi abbracciato ad un sonno voluto e rigenerante ( il primo Terry ) , chi colpito da una narcosi diurna improvvisa ed inconsapevole ( Sarah ), chi rigettando qualsiasi idea ipnoinducente che annebbi coscienza e conoscenza ( il secondo Terry e Gregory ).
Un quesito ricorrente ritorna, quanto il sonno ( ed i sogni ) indirizzi ogni vita, e quanto per contro sia da essa indirizzato.
Permane una nostalgica presenza di attimi smarriti e non ritrovati, di scelte spesso sbagliate, e di come la casualità ( sliding doors ) indirizzi gli eventi, insieme alla mutevole percezione degli stessi ( soggettività ) che può generare punti di non ritorno. L' equilibrio o la prevalenza dell' una e dell'' altra caratterizzerà ogni esistenza.
La disperante individualità di testi come " Donna per caso " e " L' amore non guasta " qui assume i toni della coralità e di intrecci complicati e contorti, con l' impressione che i personaggi continuino a viaggiare in una socialità non condivisa, intrisa di individualismo, generando singole piccole trame all' interno di un' unica storia, la vita.
Tutti gli eventi alla fine convergono a chiarire la trama, una incredibile serie di cause ed effetti sovente accidentali a determinare vicinanze e distanze.
Ma ciascuno, fondamentalmente, continua a domandarsi che cosa sia realmente accaduto e che cosa il destino riservera' alla propria storia, indeciso e rapito da realtà, sogno e sonno.
La realtà vive di alti e bassi, desideri e speranze, c' è chi ne ha fatto esperienza e si salverà, chi no, chi cercherà una possibile fuga, chi prenderà strade diverse per scelta e necessità.
I sogni, in fondo, potrebbero rivelare la propria essenza, perché non sono mai bugiardi, mentre il sonno essere una malattia e farci sentire indifesi, labili, con il corpo flaccido.
Ecco che di colpo il ricordo del passato sconfina nel presente, il tempo pare fermarsi insinuando tante inattese convergenze, più semplicemente potremmo affermare che la giovinezza è passata e l' età adulta mostra percorsi e pensieri diversi, una nuova linea all' orizzonte.
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La casa del sonno
Un impianto narrativo elaborato che incrocia due piani temporali è il contenitore di una galleria di personaggi problematici e fuori dagli schemi di una vita scandita da ritmi regolari.
“La casa del sonno” non brilla per digeribilità contenutistica, richiede un pizzico di fatica e concentrazione per non perdersi tra le pagine, per non deragliare dai tanti filoni narrativi che si avvolgono e si svolgono prima di confluire nella creazione di un unico gomitolo.
É banale affermare che tutto ruota attorno al concetto di sonno e veglia, gli spunti sottesi sono numerosi, i temi toccano la vita e la morte, il reale ed il sogno, le diverse maniere di percepire tutto ciò che è esterno a noi.
L'impegno profuso da Coe nel cogliere in maniera originale le sfumature del pianeta uomo è percepibile, unitamente ad un registro narrativo graffiante; tuttavia alcuni snodi soffrono di una certa lentezza e vacuità, rendendo la storia a tratti un po' paludosa.
In sostanza si tratta di un romanzo che necessita di essere digerito lentamente, non può essere affrontato di petto da un lettore che esiga nitidezza subito e comunque.
Il messaggio affidato da Coe alla sua storia non è unidirezionale, non è monocromatico, non mostra pretesa di dover dare verità e certezze assolute; rispecchia la vita, seppur con quel pizzico di fantasia letteraria, dove non sempre le tessere del mosaico trovano il proprio posto, dove l'amore si mescola a dolore, la sofferenza alla speranza, la comprensione alla disperazione.
Un testo amaro, dalle tinte fosche, a cavallo tra follia e normalità.
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Un bellissimo viaggio nel mondo del sonno
Personaggi particolari che si distinguono dalla massa per le loro profonde problematiche rappresentati nelle loro più intime caratteristiche senza particolare evoluzione ma con una precisione ed una profondità che te li fa sentire amici. Storie intrecciate che trovano tutte il posto perfetto alla conclusione della storia come pezzi di un puzzle, e questo rincorrere la storia ti lascia ad essa legata fino all'ultima parola dell'ultima pagina dove rimani con il sospiro a mezz'aria.
Coe è stato bravissimo nel percorrere le diverse problematiche che caratterizzano il sonno , dalla narcolessia di Sarah alla voglia folle di non dormire di Terry fino all'ossessione inquietante di Gregory amante feticista dell' occhio che in un'analisi psicologica arzigogolata e sinceramente poco condivisibile sembra rappresentare l' Io (occh'io). Una storia raccontata seguendo le 4 fasi del sonno da più punti di vista diversi, ognuno appartenente ad un personaggio diverso anche se quello di Sarah probabilmente risulta il più preponderante; durante una sua chiacchierata con uno psicologo ripercorre la sua storia che si intreccia con la "amichevole e terribile" Veronica e con il suo fedele amico innamorato perdutamente di lei , Robert che farebbe di tutto e farà di tutto per compiacere la sua Sarah. Tramite salti temporali non anticipati di circa 10 anni alle volte ci si trova persi nell'intreccio della storia, ma Coe si dimostra un abile maestro nel riportare ordine nel caos , nel dare una giusta spiegazione a tutte le stranezze che si possono incontrare man mano nel libro, e personaggi che possono sembrare particolari in realtà si dimostrano essenziali e cruciali nello sviluppo della storia.
E' un libro che ho amato molto perché riesce tramite una tematica quella del sonno, che potrebbe sembrare noiosa a primo impatto, a raccontare una storia bellissima fatta di amore e di follia tramite personaggi tutti molto problematici ma tutti molto belli nonostante il freddo cinismo e la disumanizzazione totale di Gregory.
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Tu, ombra e grazia, muovi correnti in me...
Sarah, Robert / Cleo Madison, Gregory / dott. Dudden, Terry, Veronica, Ruby: sono i protagonisti di questo delizioso intreccio narrativo a cavallo fra i primi anni '80 e gli anni '90, ambientato in gran parte in quella casa del sonno prima residenza universitaria e poi clinica per la cura della narcolessia. E' un romanzo corale, in cui ogni personaggio è protagonista ed è tratteggiato con cura dall'autore, con uno stile snello, sobrio, mai pesante. Fra tutti, meritano a mio parere particolare menzione Sarah e Robert, fra cui si crea un ambiguo rapporto di amicizia / amore. E' amore sicuramente quello che prova per lei Robert, fin da studente, fin da quella passeggiata sulla spiaggia; un amore incondizionato, che lo porterà a scelte estreme e non reversibili. Sarah invece è fin da subito confusa, prima di tutto sessualmente: è innamorata di Veronica, ma poi sposa un uomo; non ricambia l'amore di Robert, ma poi si rende conto di amarlo. Insomma: un gran bella lettura, che consiglio caldamente.
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Morfeo tra amori e ossessioni
Il sonno tra passato e presente, il sonno come ossessione sia nell'abbondanza che nel difetto. Coe utilizza, con sapienza, una piacevole ed intrigante tecnica di scrittura saltando e intrecciando due storie, una negli anni 80 e una negli anni 90, lasciando sempre in sospeso un capitolo allo scopo ti tenere viva l’attenzione su entrambe le direttrici.
La sovrapposizione dei luoghi, di personaggi e del tema di fondo sono il filo conduttore di "entrambe" le storie. Il sonno fonte di grandi gioie e grandi disperazioni, momento in cui l’uomo è più vulnerabile e più a contatto con la propria intimità, momento del ristoro o periodo interminabile. Nella clinica sorta al posto del vecchio dormitorio vengono studiati e curati i disturbi del sonno, la narcolessia e l’insonnia, e forse qualcos'altro?
I personaggi descritti e le loro storie formano un intreccio molto articolato, è un romanzo da seguire con attenzione, ma che è sicuramente in grado di catturarla, un romanzo che incuriosisce.
Bello lo stile narrativo e la costruzione dei dialoghi, molto concreti e a servizio della storia, non superflui. Apprezzabile il ritmo del racconto, pregevole il modo in cui passa da un decennio all'altro, di capitolo in capitolo fino alla fine.
E’ l’unico libro che ho letto di questo autore e credo che ne leggerò sicuramente altri, mi piace molto il suo stile e la sua pulizia.
Ashdown
“La casa del sonno” è sicuramente un libro molto particolare.
Il punto intono a cui ruotano le vite dei protagonisti di questo romanzo è Ashdown, soprannominata la casa del sonno in quanto dormitorio per studenti, poi diventata una clinica per combattere i disturbi del sonno.
La particolarità di questo romanzo è che si articola su due filoni temporali differenti: i capitoli dispari sono ambientati nel 1983/84, quelli pari nel 1996.
E così conosciamo i vari personaggi di questo racconto che si alternano nel punto di vista: Gregory, Veronica, Terry, Robert e Sarah, ma sarà solamente intorno a quest’ultima che si sviluppa la trama.
Leggere questo libro è stato un po’ come fare un puzzle: tassello dopo tassello, capitolo dopo capitolo, prende forma un’immagine, ma finché non ho messo l’ultimo tassello, e quindi non ho letto l’ultimo capitolo, non ero riuscita a comprendere tutto, ad avere l’intera visuale.
La suddivisione del libro ricalca la suddivisone delle fasi del sonno: Veglia, Fase 1, Fase 2, Fase 3, Fase 4, Sonno Rem, ma non c’è uno stacco tra una fase e quella successiva, anzi, alla fine dei capitoli c’è sempre una frase che rimane sospesa e che viene ripresa nel capitolo successivo con un significato (e in un contesto) completamente diverso, quasi a voler sottolineare l’ineluttabilità del destino dove nulla è lasciato al caso e dove tutto si crea grazie a una concatenazione di cause ed effetto…
Pagina dopo pagina il puzzle si compone e quello che ci sembrava incomprensibile trova una sua collocazione, un suo spazio, e tutto acquista senso.
Una lettura davvero interessante.
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La casa del sonno di Jonathan Coe
L’originalità de “La casa del sonno” di Jonathan Coe risiede nell’impianto strutturale e stilistico e nel contenuto che sottolinea lo smarrimento e l’incertezza che affliggono l’uomo nel suo eterno conflitto con la realtà che lo circonda.
Il romanzo si articola su due piani temporali diversi: nei capitoli dispari l’azione si svolge negli anni 80, mentre in quelli pari negli anni novanta. Spesso un capitolo termina con una frase tronca che continua nel capitolo successivo, sconvolgendo ogni regola temporale e sintattica. I protagonisti della vicenda sono così seguiti e descritti nella loro evoluzione caratteriale e fisica: l’ambiente in cui si ritrovano è Ashdown, una casa inizialmente adibita ad alloggio per studenti universitari e in seguito trasformata in clinica dove si effettuano esperimenti e ricerche sul sonno.
Il sonno è il punto di partenza per riflessioni sulla condizione umana. La fase del riposo, in cui la coscienza sospende temporaneamente la sua attività, per poi riprenderla ancora più dinamicamente, si pone come alternativa al mondo esterno, al punto da confondersi con esso, come nel caso di Sara, sofferente di narcolessia, i cui sogni sono talmente verosimili da indurla a credere che si tratti della sola realtà attendibile. Tutto è il contrario di tutto a Ashdown: ogni individuo è alla ricerca della propria identità e trascorre interi periodi ad essere se stesso e il contrario di se stesso. Tutto è indefinito e incerto, dall’amore al sesso, dal lavoro alla sperimentazione scientifica e linguistica. Al centro di questa sorta di trattato sulla attendibilità della realtà che ci circonda è il termine “eye”, occhio, come nella migliore tradizione letteraria anglosassone. Non a caso Shakespeare attribuì alla cecità di Lear la capacità di “vedere” e superare l’inganno, così come è estremamente significativo l’uso del verbo “see” nel “The turn of the screw” di Henry James nella sua accezione di “comprendere, capire”. Né si può ignorare l’occhio del Big Brother di Orwell. In linea con questa tradizione Coe conferisce a ciascuno dei suoi personaggi una capacità diversa di vedere e interpretare la realtà, accentuando in questo modo il senso di angoscia e di incertezza. D’altra parte le immagini che ci appaiono e che viviamo in sogno, soprattutto quelle della fase rem (rapid eye movement), altro non sono che un’alternativa alla realtà, non meno di quanto lo siano le immagini proiettate dalla finzione cinematografica. E qui Coe si abbandona ad una sorta di trattato sul cinema, per mezzo di uno dei suoi personaggi, Terry,che sogna di girare un film che durerà cinquant’anni e che si dilunga sul film perduto di Ortese, “Il sergente cesso”. Molte sono le citazioni di film italiani di grandi registi, come anche di film americani, sempre però in chiave satirica, come se al cinema si riconoscesse il grande ruolo di creare una realtà illusoria sostitutiva. In questo mondo, dunque, secondo Coe, non è più possibile distinguere tra intrattenimento e rappresentazione del reale: neanche il linguaggio riesce più a trovare una formula universale. E cito dallo stesso Coe: “il linguaggio è un’amante crudele e fedifraga, è un baro astuto dalle maniche pullulanti d’assi……. È un coltello nell’acqua.”
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Nessun dorma
Da molto tempo i romanzi di Jonathan Coe stazionavano sulla mia lista infinita "Libri da leggere", finché alcune recensioni trovate su QLibri non mi hanno riportato alla mente il suo nome: un viaggio immediato in biblioteca, qualche ora di lettura ed eccomi a scrivere la recensione su un libro che ho trovato molto interessante.
Coe è abile tessitore di un intreccio narrativo fatto di continui sbalzi temporali e cambiamenti di prospettiva dall'uno all'altro protagonista. Lo stesso autore avverte all'inizio del libro: "I capitoli dispari di questo romanzo sono ambientati per la maggior parte negli anni 1983-84. I capitoli pari sono ambientati nelle ultime due settimane del giugno 1996". Spesso le vicende dei personaggi non sono presentate in modo chiaro e diretto: la narrazione infatti fa accenno a ricordi e dialoghi che non trovano immediata spiegazione, ma vengono svelati nelle pagine successive. C'è da dire che, dopo un primo stupore, l'ansia e la curiosità generate da questo modo di narrare scemano in fretta, dato che non è poi così difficile immaginare quali potrebbero essere i chiarimenti futuri. Tuttavia la storia non risulta noiosa nel complesso: alle pagine riassuntive e ripetitive fanno da contraltare i numerosi mutamenti improvvisi e carichi di tensione.
Il tema portante di tutta la narrazione è chiaramente il sonno, insieme ai vari disturbi che possono caratterizzarlo e di cui sono affetti i protagonisti; ma oltre a costituire il legame indissolubile tra i personaggi, il sonno determina anche la struttura del romanzo: i capitoli sono infatti raggruppati in più ampie sequenze che si rifanno alle sue fasi - fase uno, fase due, fase tre, fase quattro e sonno REM. Mi viene così da assimilare le due attività "leggere" e "dormire": ad una prima fase di leggera sonnolenza in cui la mente stenta a lasciare la realtà, segue una fase di totale abbandono, ci si immerge in un'altra dimensione, presi da quanto raccontato in un romanzo. E poi la fase REM dove l'attività cerebrale è frenetica: si smania per raggiungere il finale e scoprire l'evoluzione dei fatti narrati; quando si arriva alla conclusione, ecco il risveglio un po' intorpidito e scombussolato, in cui si fa fatica a lasciare il mondo virtuale per tornare alla realtà. O almeno così immagino che possa essere un libro totalmente appassionante. Alla luce di questo paragone direi che leggere "La casa del sonno" è come fare una dormita ricca di sogni incerti e confusi, ma mai fastidiosi, che al risveglio appaiono persino affascinanti.
Intorno al tema centrale ruotano altri aspetti della vita dei protagonisti e della società, anche in questo caso alterati in nevrosi e varie ossessioni, così da conferire sempre al romanzo un senso di lieve inquietudine, sebbene non manchi nemmeno qualche episodio per sorridere. Per quanto riguarda lo stile di Coe, l'ho trovato gradevole e fluente; non si incontrano intoppi durante la lettura, che procede rapida e coinvolgente.
Che dire di più, non sarà forse un capolavoro ma secondo me non è nemmeno un libro da scartare. Lo consiglio se avete voglia di una storia che, a dispetto del titolo, non vi farà chiudere le palpebre dalla noia.