Narrativa straniera Romanzi La bussola di Noè
 

La bussola di Noè La bussola di Noè

La bussola di Noè

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A sessant'anni Liam Pennywell - un uomo "in tono minore" con due matrimoni falliti alle spalle, tre figlie e un unico amico - è costretto a lasciare il suo lavoro da insegnante. Di fronte alla necessità di reinventarsi una vita, decide di iniziare dalla casa e trasloca da una palazzina in centro a un triste appartamento di periferia. Dopo la prima notte, però, aggredito da un ladro, si risveglia in un letto d'ospedale. Ossessionato dalla propria incapacità di ricostruire gli eventi e il volto dell'intruso, nello studio di un neurologo incontra Eunice, una donna ingenua e spontanea, dolce e paziente, molto più giovane di lui. Eunice è "ricordatrice di professione": fa da assistente a un anziano signore, fungendo per lui da "memoria esterna". Attratto da quella donna e dal suo mistero, Liam comincia a frequentarla e scopre che le giornate che aveva immaginato di dedicare a letture solitarie, sprofondato nella sua sedia a dondolo, possono riempirsi di sentimenti dimenticati e della presenza a volte ingombrante di una famiglia chiassosa, con diciottenni iperattivi e un nipotino curioso di vedere il mondo con occhi diversi da quelli dei suoi genitori bigotti.



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La bussola di Noè 2018-12-01 04:26:47 68
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68 Opinione inserita da 68    01 Dicembre, 2018
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Il cerchio della vita

Un capolinea sentimentale e lavorativo, non per raggiunto limite di età, con l’ esaurimento di speranze e prospettive, assecondando momenti quieti e silenziosi in un’ umile ed ultima dimora.
Il sessantenne Liam percorre con lentezza i propri giorni, quietato da un silenzio necessario, costretto a lasciare il proprio lavoro di insegnante, due matrimoni alle spalle, tre figlie, una fragilità di fondo ed una totale rassegnazione sentimentale.
Gli eventi consegneranno cambiamenti inaspettati, incidenti delittuosi, incontri non preventivati. Ecco una giovane donna, una ragazza normale, ingenua, semplice, trasparente, Eunice, la “ vittoriosa “, di professione “ ricordatrice “, colei che riporta sulla retta via persone affette da traumi mnesici.
Una attrazione singolare, inspiegabile, tremendamente banale e per questo unica, duplicità opposta e parallela, quanto basta per abituarsi a stare con qualcuno in un giuoco sentimentale irresponsabile per differenza di età, doveri coniugali, scomode verità.
Un idillio sbollito rapidamente, frutto della inattuabilità di una fragilità specchio delle reciproche debolezze. Ma una semplice attività professionale genererà ricordi sentimentali, famigliari, riportando parti di se’ non vissute, ignorate, rimosse, una concatenazione di eventi generanti un’ altra storia, l’ accettazione dell’ inevitabile scorrere del tempo nelle irrinunciabili stagioni della vita.
Spesso i ricordi sono associati ad una perdita, il dolore consegna a riflessione e cambiamento, quale il senso di tutto quello che si è dimenticato, l’ infanzia, la giovinezza, il primo matrimonio, il secondo matrimonio, e come sono cresciute le proprie figlie?
In fondo si è sempre sofferto di amnesie e si è rimasti assenti dalla propria vita, così pieni di se’ e imbrigliati in un passato malevolo, ignari del momento.
Vecchi volti riesumati, ricordi riaffiorati in una una nuova-vecchia forma, unica, diversa, guardata con occhi diversi.
Ed allora si scopre un desiderio di condivisione affettiva, di abitudini consolidate, di una solitudine quanto mai necessaria e consolatoria, accompagnata dalla lentezza di gesti e parole, pensate, ripetute, metabolizzate, risolte.
E’ il piacere della comunanza e la gioia di un silenzio meditato, in quell’ angolo di mondo che è divenuto il proprio mondo. L’ epilogo riporterà l’ incipit, con un’ altra consapevolezza, in mezzo il fiume dell’ esistenza.
Un romanzo dagli intenti ammirevoli, un intreccio lieve e vivace come il respiro dei protagonisti, a volte un po’ pasticciato, inconcludente, un cicaleccio confuso, a contraddirne il senso agognato.
La lettura riporta a Catherine Dunne, a storie di ordinaria famigliarità, di incompiutezza , di solitudini inesplorate, la ricerca di una quadra sentimentale sovente incompleta ed insoddisfacente.

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