La bastarda della Carolina
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Uomini brutali e donne resistenti
Un libro forte, intenso, doloroso e vero.
Per come l'ho vissuto io, prima ancora di essere un libro sulla violenza domestica, sugli abusi sessuali su minori, sulla vita (amara) di chi nasce in una famiglia povera e disadattata del Sud degli Stati Uniti, prima di tutto questo...è la storia di una bambina che perde sua madre.
La perde nonostante l'amore.
Un amore immenso che non si spezzerà mai, ma che, allo stesso tempo, non sarà sufficiente a proteggerla, a salvarla da quelle mani troppo grandi e troppo pesanti...
Le mani che la picchiano brutalmente e che le rubano l'innocenza della sua acerba intimità, sono le stesse mani che accarezzano sua madre.
Una madre che ama sua figlia, ma che non sa restarle accanto.
Bone, la piccola bastarda senza padre, cresce negli anni '50 in una grande famiglia tanto sgangherata quanto unita, che si stringe intorno ad ogni componente in difficoltà, sempre pronta a dare sostegno e amore.
Gente di pochi mezzi, che trova sempre il modo di andare avanti, uomini un po' pazzi, ubriaconi, rissosi, disposti a qualsiasi lavoro pur di guadagnare due soldi, ma capaci di dimostrarsi saggi e protettivi al momento giusto.
Disposti a tutto, anche a sporcarsi le mani di sangue, per difendere chi amano.
Donne consumate dalla fatica e dai figli, sfilacciate da una vita difficile, svuotate dal dolore, ma piene di storie da raccontare.
Uomini brutali e donne resistenti...
Bone cresce e si rifugia in mezzo a tutti loro, tra amore e crudeltà, rabbia e senso di colpa.
Romanzo semi-autobiografico che, per la sua durezza e il suo modo diretto di affrontare temi scottanti, fu molto criticato e, addirittura, messo all'indice in diverse scuole di diversi stati.
Ah, l'America puritana...
La Allison ha fatto dono, della sua storia e della sua vita, a tutti coloro che cercano di dare un senso a ciò che senso non ha, e che ancora sono incapaci di liberarsi del fardello di una colpa che non hanno mai avuto.
"Se impariamo cosa significa sopravvivere a un abuso, saremo più capaci di aiutare coloro che sono ancora intrappolati nel mondo segreto e vergognoso della violenza fisica e sessuale".
Duro, feroce e amorevole, specchio di una scrittrice indomita, testarda e resiliente, ma capace di grande compassione.
Scritto (e tradotto) incredibilmente bene.
In una parola: bellissimo.
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Una violenta resilienza femminile
Dorothy Allison con La bastarda della Carolina confeziona:
“un piccolo gioiello di resilienza attraverso una scrittura impavida e soprattutto sincera, che scava scava fino a sfiorare l’autentico”.
La scrittrice negli Usa è paragonata a William Faulkner e Flannery O’Connor, e con questo testo, che narra di abusi e di terrore, giunge in Italia dopo un quarto di secolo, e raggiunge un livello di narrazione splendido. Il libro pubblicato per la prima volta nel 1992, fu bandito dalle scuole, perché troppo crudo. A suo favore si schierarono autori importanti come Stephen King.
Protagonista della vicenda raccontata è Ruth Ann Boatwright detta Bone, che è stata registrata alla nascita come “bastarda”, perché il nome del padre era sconosciuto alla zia e alla nonna che l’avevano iscritta all’anagrafe. La madre ha solo sedici anni, e successivamente sposerà un uomo che, dopo averle dato un’altra figlia, morirà in un incidente. Incontrerà Glen Waddell, e lei, sola e disperata, accetta il suo corteggiamento. Tutti lo dissuadono da quell’uomo, ma lei non riesce a cogliere la realtà e quando si renderà conto di chi è quell’uomo e di ciò che è capace di fare sarà troppo tardi.
Il testo è violento e brutale La descrizione di Bone che subisce le violenze del patrigno, le cinghiate e i pugni sono una botta diretta allo stomaco di chi legge. Pare quasi di sentire le urla della piccola bambina. E’ una lettura cruda, devastante, che non concede nulla. Ho faticato a leggere questo libro, soprattutto per il senso di violenza che viene narrato in modo perfetto, ma che è in sé a dir poco sconvolgente.