La baracca dei tristi piaceri
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La baracca dei tristi piaceri
Ho scaricato questo romanzo perché in super offerta, era da molto che volevo leggerlo, ho da un po’ abbandonato questi generi di libri sull’argomento olocausto ne ho letti molti ma questo tratta un argomento che non conoscevo approfonditamente quindi ci sono “ricascata”.
Frau Kiesel racconta la sua storia a una scrittrice Sveva per darle la possibilità di scrivere un romanzo su un argomento ancora tabu nella Germania moderna che ha preso decisamente le distanze dalla strage compiuta dai nazisti. E’ una giovane ragazza quando s’innamora di Uwe, giovane ebreo, sarà proprio questo amore a portarla in campo di concentramento dove si offre volontaria per “scontare la sua pena” in un bordello per prigionieri e giovani nazisti annoiati . Gli uomini arrivavano, denutriti, esausti per il lavoro forzato ma pronti a spendere i loro 2 marchi per un quarto d’ora di sesso, per le SS invece i servizi erano gratuiti . Un’esperienza che cambierà la vita di frau Kiesel per sempre, impedendole di vivere la sua femminilità e i suoi sentimenti anche una volta libera adulta e sposata ad un uomo amorevole.
Devo essere sincera questo libro ha solo sfiorato il mio cuore, non è riuscito a commuovermi o ad emozionarmi particolarmente, sarà lo stile delicato che poco si addice a questo argomento o non so, forse sono davvero satura di questi romanzi sta di fatto che non mi ha convinta del tutto. Molti personaggi sono solo abbozzati, compaiono , sembrano importanti al fine del romanzo ma poi se ne perdono subito le tracce. Mi aspettavo di più, non voglio pensare che il mio cuore si sia indurito così tanto preferisco credere che Helga Schneider non sia stata abbastanza brava a farvi breccia.
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HOMO HOMINI LUPUS
Frau Kiesel, un'anziana tedesca "pura" sopravvissuta ai campi di concentramento di Ravensbruck e Buchenwald, racconta la sua triste storia come prigioniera "privilegiata" nel Sonderbau, il bordello di Buchenwald.
La sua colpa? Essere fidanzata con un ebreo tedesco.
Racconta la sua storia all'ambiziosa scrittrice italo-tedesca Sveva il cui compito è di raccogliere la sua testimonianza e sriverci poi un libro.
E' una storia scioccante considerando la scarsa diffusione di notizie in merito ai bordelli nel lager.
Il libro, nelle sue 200 pagine, ti immerge dubito nelle vicende del campo lasciando poco spazio ad avvenimenti esterni che avrebbero deviato inutilmente l'attenzione.
L'unica pecca è che essendo un argomento così d'impatto e drammatico, il linguaggio è poco crudo e viene usata una sorta di delicatezza nel descrivere le cose che non crede facesse parte del comportamento nei lager.
E' "una testimonianza di come il senso dell'uomo era stato violato durante il regime di Hitler; di come il valore assoluto della vita e della dignità dell'individuo era stato brutalmente calpestato dai nazisti".
Sei lì che leggi e sei incredulo, inorridito, indignato ma allo stesso tempo neanche lontanamente vicino a capire l'orrore che è stato.
Poi ti ritrovi davanti a un passaggio come questo "Ogni volta che vedevo quel trabiccolo stracolmo di cadaveri, mi sembrava che gridasse scandalo al cielo. A un cielo dal quale un Dio immobile e distratto non era riuscito a dare un solo segno della sua presenza al campo. Un padreterno dall'inconcepibile tolleranza del male. No, io non ho mai notato il benchè minimo segno della presenza di Dio a Buchenwald!" e ti chiedi come possa essere stato possibile e ti rendi conto che Dio non c'entra niente e nessuno aveva più ragione di Hobbes quando diceva "homo homini lupus" ... l'uomo è lupo di se stesso.
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Sesso nei lager
Sei una schifosa ebrea,sei intoccabile …..però una botta te la do lo stesso.
Perdonate la crudezza,ma è di questo che qui si parla:i bordelli nei campi di concentramento.
Alcune detenute venivano scelte per prostituirsi.
I clienti erano di due tipi:altri detenuti che dovevano pagare per quindici minuti di piacere,o membri delle ss.
Sui primi non mi soffermerei:il sesso è intrinseco nella vita e posso comprendere che ci si attacchi ad ogni istinto naturale in certe situazioni.
Sono i secondi che mi allibiscono:sto facendo una guerra mondiale,sto cercando di eliminare la tua “razza”dall’universo e vengo a letto con te.
Già.
L’ennesima contraddizione di una ideologia che alla sua base non aveva nessuna idea.
Divagazioni strettamente personali a parte ci sono due dati rilevanti in questo romanzo:il primo è appunto quello di portare alla luce un fatto non particolarmente conosciuto.Il secondo è che l’autrice è figlia di una donna delle ss.
Attenzione:non una che è entrata a farne parte per compiacere il regime.No.La madre voleva indossare la divisa nera,voleva appartenere a quella follia semi-collettiva.A tal punto da non rinnegarla nemmeno dopo la sconfitta.
A tal punto da abbandonare i suoi figli pur di farne parte.
Eliminati questi due fattori,che a mio avviso restano comunque essenziali,il libro non mi ha colpita particolarmente.
Mi è sembrato un po’raffazzonato,messo insieme da una penna certamente delicata,ma non particolarmente abile.Lascia inconcluse tutta una serie di storie parallele e non è abbastanza crudo da colpire al cuore.
Perché storie del genere devono farti male.
Il dolore è il minimo che si deve provare quando abbiamo il privilegio di poterci limitare a leggere.