La bambina che salvava i libri
Letteratura straniera
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Opinioni inserite: 7
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La bambina e la morte
Devo dire che è il libro più ironico e pungente che abbia letto finora riguardante le vicissitudini di ebrei e tedeschi negli anni terribili di Hitler.
Una scrittura molto scorrevole e piena di dettagli. Unica pecca che si dilunga troppo, qualche pagina in meno e sarebbe stato perfetto. Infatti a metà mi sono trovata ad annoiarmi e abbandonarlo per un pò.
Ma una storia raccontata dalla morte, dove la protagonista è una bambina dolcissima in un era di terrore, diventa qualcosa di davvero speciale da leggere.
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- no
Un inno alla poesia della vita decantato dalla...
Leggo, molto, tanto, troppo. Da quando ho un lettore e-book leggo anche di
più. E più si fa una cosa, più si affinano i gusti in materia e, lo ammetto,
sto diventando davvero snob in materia di libri e pochi riescono davvero ad
ammaliarmi e restare nella mia libreria (vera, intendo, perché i libri che
poi mi piacciono li compro cartacei).
La bambina che salvava i libri (per una volta tanto il cinema ha sfornato un
titolo migliore con Storia di una ladra di libri) è uno di quei libri che
bisogna custodire.
E' un gioiello nato dalla penna di Markus Zusak dove viene narrata la storia
di Liesel, figlia di comunisti in una Germania votata al nazismo, padre non
pervenuto, madre fuggitiva e fratello morto. Liesel verrà cresciuta da Hans
e Rosa in un piccolo paesino tedesco, stringendo un forte legame con
l'amichetto Rudy e con l'ebreo Max, nascosto nella cantina di casa.
E la vita di Liesel nella sua straordinaria quotidianità diventa una poesia
alla vita stessa e all'umanità. Poesia è la sintonia sussurrata tra lei e il
suo papà; poesia sono gli insulti gridati dalla mamma che nascondono invece
un affetto grandissimo; poesia sono le scorribande e le gare con Rudy;
poesia sono le notti passate in cantina a leggere per far sopravvivere Max;
poesia sono i furti dei libri che Liesel attua per "amore" della lettura e
di Max.
Ed è ancora più sconcertante che tale inno alla vita sia narrato dalla Morte
stessa che tante volte ha incrociato e sfiorato Liesel e che altrettante
volte è rimasta commossa da quel piccolo cuore.
Consiglio a tutti questo libro scritto in maniera superba e consiglio a
tutti di vedere anche il film che, per una volta tanto, ha retto il
confronto con le pagine scritte e ha saputo portare in immagini la stessa
poesia che Zusak ci ha fatto leggere.
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La bambina che salvava i libri
Una bambina tedesca, una ladra di libri, i duri anni della seconda guerra mondiale in Germania. Ecco come può riassumersi questo libro. Ma c'è molto di più... e nonostante la storia sia semplice e scorrevole, con uno stile di scrittura quasi allegro rispetto ai temi trattati, riesce ad emozionare. Originalissima la voce narrante: la morte! La morte impersonata come se fosse una donna che svolge il proprio lavoro di raccoglitrice di anime e intanto racconta questa storia, perché le è rimasta impressa nella mente e nel cuore (sì, la morte ha un cuore!). La storia di Liesel, la bambina tedesca che ruba i libri, è una storia che ti entra dentro piano piano, quasi con indifferenza all'inzio, ma poi con violenza rivendica l'attenzione del lettore, fino ad un finale in cui è impossibile frenare le lacrime. Sono ben 563 pagine, ma scorrono via come l'acqua di un fiume. I capitoli sono brevi e a volte inframezzati dagli interventi della voce narrante che aggiunge dei dettagli simpatici per stemperare un po' il clima, che altrimenti sarebbe drammatico, ma che con maestria riesce a non esserlo, o almeno non fino al finale...!
Ho apprezzato poi il fatto che durante i dialoghi a volte venga intervallata qualche piccola frase o parola in tedesco, così che si riesca davvero ad immaginarsi di essere lì, nella Germania nazista; altrimenti la vicenda si sarebbe potuta svolgere ovunque, ma quei dettagli non lasciano dubbi.
In definitiva devo dire che è piaciuto molto, anche se ammetto che iniziata la lettura avevo qualche remora, ma come ho già spiegato questa storia non ti entra nel cuore subito, ma lo fa con circospezione e quando meno te l'aspetti ti accorgi di non poter fare a meno di lei.
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Come le piume di un pulcino
Un libro delicato e morbido "come le piume di un pulcino" ma con la forza della Vita narrata dalla Morte.
I temi sono quelli del nazismo e del razzismo, nella cornice della seconda guerra mondiale. Ma non lasciatevi ingannare.
La trama ti avvolge come una coperta di lana, calda ma ruvida, la voce narrante ti fa vivere il sentimento della pietà, i protagonisti sono così ben delineati che ti sembra di averli accanto e di conoscerli.
La prospettiva è un punto di forza: da una parte la Morte, impersonificata in un modo completamente diverso rispetto a come ci viene insegnata ora: una Morte intesa come Angelo, l'angelo della morte, un ruolo che "è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare".
Altra prospettiva, quella della protagonista principale, la bambina che vive la durezza della guerra con i suoi occhi, incantati e disincantati insieme. E che in mezzo al dramma, alla fame, al freddo, alla povertà, alla morte dei suoi cari, al pericolo (anche consapevole), continua ad essere una bambina forte, che non si lascia rubare la sua infanzia. Ma che anzi dona.
Unico neo: la traduzione italiana del titolo del libro: Liesel i libri li RUBAVA, li aveva SEMPRE RUBATI, li RUBAVA PER SE', anche quando le erano stati offerti. Non li salvava. Perché un personaggio così non poteva rinunciare alle proprie passioni e alle proprie idee, anche a costo di rischiare in prima persona.
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La bambina che *rubava* i libri
Questo libro mi è piaciuto molto: sia l'idea originale di avere la Morte come narratore; sia la storia, decisamente toccante; sia la prospettiva: i tedeschi vittime del regime nel loro stesso Paese. La bambina è un personaggio molto ben riuscito, a mio parere: è reale nei suoi pensieri e nelle sue reazioni, così come i personaggi che la circondano.
Contesto decisamente la scelta del traduttore e/o dell'editore di modificare il titolo, che in originale è "The Book Thief", ovvero "La Ladra Di Libri" - titolo peraltro mantenuto letteralmente in francese, tedesco e spagnolo.
Basta leggere il libro per chiedersi il perché di tale scelta, visto che la bambina i libri li ruba, non li salva affatto.
La recensione più sopra probabilmente opera un tentativo di giustificare questa traduzione errata, asserendo che "più che rubarli li salvava". Non è vero. Il primo libro viene rubato all'apprendista becchino, che lo aveva accidentalmente fatto cadere nella neve del cimitero. Il secondo libro viene rubato al rogo e, sebbene questo gesta possa effettivamente far pensare a un salvataggio, l'intenzione della bambina è di rubarlo. Per non parlare di tutti quelli che seguono, che vengono rubati con premeditazione e organizzazione.
Credo che i lettori italiani si meritino più fiducia dagli editori.
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La morte racconta...
La storia di una bambina ambientata in una tragica e triste Germania nazista viene narrata da un "personaggio" insolito, la morte. Una morte "umanizzata" che prova sentimenti e a volte anche simpatie nei confronti di noi esseri umani.
Questo libro riporta anche la storia di un ebreo fuggiasco e di un’ ordinaria cittadina tedesca durante la seconda guerra mondiale.
Da questo libro mi aspettavo qualcosa di più, purtroppo non ho trovato la profondità che mi aspettavo, anche se, la lettura risulta comunque piacevole.
Il libro è carino ma non ho amato i molteplici titoli, sottotitoli e titoletti che interrompono, a mio avviso, la fluidità del racconto.
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bambina che salvava i libri
E' la Morte "in persona" la voce narrante di questo libro, è lei a raccontarci la storia di Liesel, bimba tedesca con cui si trova ad avere a che fare troppo presto e in troppe occasioni... Sul nascere della Seconda Guerra Mondiale la bimba viene data in affidamento ad una coppia dopo aver perso il fratellino, e sul luogo della sua sepoltura raccoglie il primo di una serie di libri che la accompagneranno durante la crescita, l' amicizia con il vicino di casa , l' amore per il padre, la conoscenza con una persona speciale e , chiaramente, la guerra e la sua distruzione... Probabilmente mi aspettavo di + da questo romanzo, ma è comunque una lettura che consiglio per l' affetto che suscitano i protagonisti, su tutti Max, Rudy e Papà, e le pagine che descrivono la "sfilata" degli ebrei verso i campi di concentramento non sono certo le prime o le migliori, ma mettono comunque i brividi...