L'uomo è un grande fagiano nel mondo
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Recensione della Redazione QLibri
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Uomini come fagiani
Premio Nobel nel 2009 per la letteratura, Herta Muller è una scrittrice rumena da tempo residente a Berlino.
E' la prima volta che leggo una sua opera, trattasi di un romanzo breve in cui è lo stile soprattutto ad attirare l'attenzione. La prosa della Muller è asciutta, rigorosa ed essenziale, incute quasi soggezione. Le sue frasi secche assemblano una serie di capitoli brevi di velocissima lettura e sempre autoconclusivi, ambientati presso una comunità sassone stanziata in Romania, in cui si erge mesta la figura del mugnaio Windisch, in perenne attesa dei passaporti che permettano a lui e ai suoi famigliari di emigrare.
Nonostante il personaggio centrale sia maschile c'è presumibilmente qualcosa di autobiografico, ravvisabile nelle origini natie e nel percorso di vita affrontato dalla Muller, non soltanto per la "fuga" in terra straniera (in quanto "penna" poco gradita al governo rumeno), ma anche per il lavoro svolto da Amalie, la figlia del mugnaio, educatrice d' asilo come lo fu l'autrice.
La ragazza è protagonista di alcuni dei capitoli più significativi: diventa importante per capire il periodo, che pur restando vago lascia intuire lo strapotere crudele del regime di Ceausescu con i bimbi immediatamente indottrinati ad adorare come un padre il despota.
A seguire spicca l'abuso del potere militare e spirituale. La ragazza infatti, dopo decine di sacchi di farina portati dal padre al sindaco senza esito alcuno, viene data in pasto agli appetiti sessuali del poliziotto del paese e del parroco, in cambio dei tanto agognati visti per poter valicare i patrii confini.
Le due istituzioni sono la rappresentazione di un sistema opprimente qui mostrato in piccola scala e che attraverso la figura di Ceausescu tiene in pugno col terrore e il ricatto una nazione intera.
E' un libro con cui urge trovare una certa sintonia, la scrittura è semplice ma ricca di metafore e simbolismi, la particolarità spicca fin dall'immagine scelta per la copertina, mentre il fil rouge narrativo viene più volte riempito da situazioni in cui dimensione terrena e onirica si amalgamano dando l'idea di un popolo sull'orlo della sconfitta.
Il titolo fa riferimento ad un vecchio detto rumeno secondo il quale l'uomo è inadatto alla vita quanto il fagiano lo è al volo.