L'unica storia
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Recensione della Redazione QLibri
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Una, unica e irripetibile.
La vita d’ogni singolo individuo è in sé unica e irripetibile. Ogni vita è l’insieme di tante storie, ma tra tante storie ce n’è sempre una che conta più delle altre, che si ricorda, si racconta o si tace in un involontario processo di avvicinamento alla verità dei fatti che hanno fatto di noi ciò che siamo.
Da qui trae spunto il bellissimo romanzo di Julian Barnes, “L’unica storia”, un’opera che analizza con spietata veridicità l’animo e i sentimenti umani, senza nulla concedere a una soverchia indulgenza.
Diamo innanzitutto uno sguardo alla sopracoperta dell’edizione Einaudi: come sempre le copertine offrono al lettore spunti di riflessione assai importanti. La realizzazione è di Marco Campedelli ed è intitolata “Handwriting” . Essa riproduce a lapis su carta il titolo del romanzo “L’unica storia” in bella calligrafia, e sostituisce il titolo in stampatello cancellato da un tratto deciso e inequivocabile. Ciò rende immediatamente chiaro il pensiero che si vuole trasmettere: ogni storia è unica come unica è la vita, come unica e significativa è la grafia di ogni individuo.
Il romanzo è diviso in tre parti e anche questa scelta non è casuale. La narrazione della prima parte è affidata allo stesso narratore protagonista della storia, che racconta come, giovane diciannovenne, si innamori di una cinquantenne e venga completamente preso dal fascino di lei e dall’audacia di una relazione così trasgressiva.
Nella seconda parte del romanzo, il capitolo Due, il narratore, Paul, comincia a prendere le distanze da sé come protagonista, alternando sempre più spesso la seconda persona alla prima, come a voler raccontare e spiegare a se stesso i fatti in un tentativo di maggiore obiettività. I fatti narrati mostrano un crescendo di dolorose esperienze e perciò stesso un maggiore distacco dal protagonista diviene assolutamente funzionale al romanzo.
La terza parte, infine, il capitolo Tre, è in terza persona. Il narratore personaggio scompare, i fatti sono presentati nella loro realtà, nell’intento di dare massima credibilità alla storia e allo stesso tempo di offrire una possibilità di riscatto al protagonista.
Ciò per quanto riguarda la struttura del romanzo. Per quanto attiene al contenuto, anche in questo romanzo, come ne “Il senso di una fine”, l’elemento dominante è il tempo. Il tempo che coincide con la vita dell'uomo e la condiziona, il tempo come accumulo generato dal movimento, il tempo che ci vede giovani e poi inesorabilmente vecchi. Il tempo domina tutto, trasforma le persone e i sentimenti, esalta e avvilisce le relazioni, alimenta e distrugge l’amore. E al concetto del tempo è legata la funzione della memoria che permette di rivivere il passato con nostalgia ma con più equilibrato e corretto distacco.
Non è questo il solito romanzo di iniziazione sessuale, non è questa la solita breve storia di una passione fuori dagli schemi, non siamo di fronte al giovane laureato e a una Mrs Robinson, né Paul e il semplice giovane seduttore, non a caso spesso si accenna a lui come “bel ami”, qui siamo di fronte ad un approfondito esame dell’animo umano, di come esso reagisce nelle varie stagioni della vita di fronte all’amore che non sempre si presenta nel suo aspetto più convenzionale e tradizionale.
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Dietro le apparenze
Atmosfera molto british in un libro che narra la storia d’amore fra un ragazzo di 19 anni ed una donna sposata di 48 anni, in anni in cui avere un toy-boy non era così “di moda” com’è oggi. Il racconto è diviso in tre parti, che potrebbero essere tre set di una partita di tennis, visto che i due protagonisti si sono incontrati la prima volta proprio su un campo da tennis. E’ interessante la scelta stilistica di cambiare la voce narrante, esternalizzandola nella seconda e nella terza parte. Quasi a voler far capire, con una voce terza indipendente, che questa storia non è stata un capriccio, ma una storia vera, che ha superato anche difficoltà impreviste, come l’alcolismo, perché dietro a questo rapporto c’è sempre stato un sentimento bello ed importante. Ognuno di noi ha UNA storia d’amore nella vita. La loro è questa e ce la offrono, senza paura di essere giudicati, mettendo in luce tutte le reciproche debolezze. I personaggi secondari sono tanti, ma tutti sfumati, sembrano tutti grigi tanto spiccano i due protagonisti ed il legame, vero, che li lega.
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Unicità di un amore per sempre
Che cosa intende rappresentare e definire il romanzo, una storia, una vita, la verità, una certa idea dell’ amore.? Di certo non un sentimento volubile, bensì quell’ amore, l’ unico, il più importante, di cui non si parla, ma che sappiamo rimanere lì, per sempre, a determinare ogni momento a venire.
Susan è stata la prima e sola persona che Paul abbia amato, una donna di quarantotto anni che poteva essere sua madre, lui, diciottenne imbevuto del sapere dei libri ma acerbo della vita, un classico piccolo-borghese con la smania di crescere, ha riversato se stesso in una soave e dirompente trappola di lusinghe e catastrofismi senza possedere nulla, se non quei momenti.
Una relazione durata dodici anni, con protagonisti oggi per lo più morti o dispersi, nella prima parte narrata in prima persona e a memoria, nessun diario, solo un’ idea di semplicità del rapporto ed una commistione più o meno riuscita di amore e sesso.
Momenti vissuti intensamente, in piena rivoluzione sessuale, una relazione anacronistica anche per l’ epoca, imbevuta di unicità e rimpianti feroci.
Chi è stata realmente Susan per Paul ? Una confidente, una guida, un surrogato materno, una bugia, una compagna, una donna con il sapere della vita ricondotto alla propria indole, che parlava di se’ senza esigere una risposta, che sapeva ridere, con cui discorrere di tutto conservando una certa timidezza, semplicemente è stata la vita di Paul a differenza del resto.
Due amanti perfetti, l’ uno la visione del mondo dell’ altro, il candore di lei, la presunzione di lui, l’ ingenuità di lei, il cattivo gusto di lui.
Un affetto irrefrenabile accompagnato da silenzi parlanti, desideri, tacita responsabilità, attesa, convivenza, inganno e la sconsideratezza della gioventù, lasciando al presente ogni attimo di vita vissuta.
Oggi, a distanza di anni ed al tramonto della esistenza, la memoria di Paul abbraccia un sentimento ancora vivido, che vive ed accetta un mondo ristretto e considera la propria esistenza diversamente. È qui che nel romanzo si utilizza la seconda e poi la terza persona, in un progressivo distacco, un uomo maturo che riflette su altro conservando la bellezza di un’ anima libera e di quel sentimento che lo ha cambiato per sempre.
Il primo amore segna una vita, i successivi saranno diversi, il tempo e l’ inaffidabilità della memoria come sempre scandiscono i giorni ricordandoci, in un ritorno al Barnes di “ Il senso di una fine “ e di “ Il Pappagallo di Flaubert “ che ogni risposta è scritta in ciò che siamo e siamo stati, nella nostra storia e nella singola percezione e lettura dei fatti.
Ed allora la vita non è semplice somma ma moltiplicazione di eventi, alla ricerca di un significato primario. Paul sa che spazio e tempo determinano un amore, che ogni cosa è vera e falsa e quanto questo sentimento non è mai insensato, ma sempre se stesso.
Oggi, nello suo stato di serenità, non fa fatica ad immaginare le cose in tutt’altro modo da come si erano svolte, fatti e sentimenti decisamente diversi che potrebbero riscrivere tutt’altra storia, o leggerla con altri occhi.
Allora, quando la situazione si era fatta insostenibile ( l’ alcolismo irrinunciabile di Susan, il suo violento matrimonio protratto ) non aveva provato rimpianto per avere restituito l’ amata alla propria famiglia, forse senso di colpa, rimorso, più semplicemente non era riuscito a salvarla e perciò doveva salvare se stesso, tra coraggio e vigliaccheria.
In quel momento aveva scoperto che il suo amore era finito, gli era stato sottratto, a poco a poco, imbrattato di rabbia, pena e vergogna..
Ed allora in un discutibile tentativo di fare chiarezza laddove non c’è perché il tempo e la percezione del tempo sono due cose diverse intimamente connesse alle stagioni mutevoli della vita ed alla precarietà della stessa, il sentimento come unica voce guida, leggiamo e riflettiamo….
….” la nostra memoria emotiva è in mutamento continuo. Parole, gesti, non possono essere rimossi ed il cuore del nostro cuore non dimentica quello che ci ha cambiati per sempre.
Forse è impossibile catturare l’ amore in una definizione, ma in una storia.
Si’, l’ amore era stato un totale disastro per lui… “