L'ultima estate
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Recensione della Redazione QLibri
Raùl e il mistero di quell'ultima estate
«Il dolore fisico è come un subdolo rettile. […] Compare dal nulla, ti resta nel corpo finché vuole, a volte per sempre, e alla fine, se sei fortunato, se ne va di nascosto, senza nemmeno salutarti.»
È estate, siamo in Sud Italia e più precisamente tra quei luoghi incantevoli che caratterizzano e rendono unica la Costiera Amalfitana. Un gruppo di turisti di origine americana si trova a soggiornare in un albergo del luogo a causa di un guasto alla loro imbarcazione. È qui che il gruppo composto da Mark, Basil, Emma, Claire, Angelica, Paul, Margot e Oscar incontra Raùl, un uomo originario del Perù che visitava il paesino ogni estate sin da quando era piccolo, molto più grande di loro, indicativamente dell’età di una sessantina d’anni, che trascorre i primi giorni del loro arrivo nella struttura in totale solitudine con il suo taccuino, osservandoli da lontano ma senza mai avvicinarsi. È dopo aver visto Mark ancora dolorante alla spalla che decide di compiere il primo passo e, con quello che sembra essere un gesto magico, toccandola riesce a guarirlo. A questo primo elemento di mistero si aggiunge il fatto che quest’uomo indecifrabile sembra conoscerli da tempo, sembra conoscere di informazioni che caratterizzano il vissuto di ciascuno e che ne riportano alla luce le crepe più oscure, gli amori da tempo immemore celati, i legami spezzati. Tra tutti, però, la sua attenzione si focalizza su Margot che subito diffida delle sue parole che rivelano quello che avrebbe potuto essere il suo nome di battesimo, Maria. Mentre i giorni passano e gli americani sono sempre più inclini a legare con Raùl, ella persiste nell’istinto di mantenerlo a distanza, di rifuggire a quel fascino che la attrae inconsciamente a lui. Inaspettato ha luogo un pranzo con lui, una chance che viene concessa a cui segue un secondo pranzo e una serie di passeggiate e di momenti di condivisione.
«Perché? Perché nessuno vuole accettare chi è veramente, ecco perché. Tutti reclamano per sé l’io che ritengono migliore, sperando di essere amati per ciò che non sono e non potranno mai essere. E il piccolo miracolo della vita, minuscolo e al contempo imponderabile, è imbattersi in persone che ci vedono per come siamo e ci vogliono proprio per quello – e di solito sono anche quelle che disprezziamo di più, che accogliamo nelle nostre vite con risentimento, sdegno e infinita apatia, a volte perfino odio. Se due individui si amano per ciò che sono davvero, per loro il tempo si ferma, e se per caso non muoiono insieme nello stesso istante, chi sopravvive non si riprende mai, non dimentica mai, e anzi continua ad aspettare finché non ritroverà l’altro tra chissà quante vite. Per citare le parole di Shakespeare, e ciascuno fu il tutto dell’altro. La persona amata ritorna sempre. L’attesa, però, è straziante: si aspetta non solo di vivere, ma anche di morire insieme. Vedete, è la vita a essere transitoria, non l’amore.»
Chi è davvero Raùl? Che sia un ciarlatano? Che abbia preso informazioni su di loro online? Oppure, nelle sue parole, nelle sue rivelazioni, vi è un fondo di verità che si cela in un passato radicato in un tempo che è stato scandito da quattro decenni? Arriverà il momento della verità e sarà in questo istante che tutti i tasselli combaceranno e ritorneranno al loro posto rivelando al lettore che dietro le apparenze, che dietro all’impossibile, si cela il possibile, si cela una bellissima e intensa storia d’amore che supera la morte, che supera gli ostacoli, che va oltre l’odio, il disprezzo e le incomprensioni.
Una storia, quella proposta da André Aciman che si fa semplicemente divorare, che si legge con piacere e che porta il conoscitore a essere trasportato nei meandri del tempo, del piacere, del legame affettivo. A tratti, e soprattutto nel finale, la vicenda può ricordare “Storia di due anime” di Alex Landragin ma la maestria dell’autore è anche quella di saper prendere i dovuti intervalli e di sapersi differenziare offrendo a chi legge un titolo originale nel suo genere e adatto ai sognatori e agli animi più sensibili che cercano storie e amori senza tempo.
Un titolo di grande piacevolezza, rapido nella lettura, godibilissimo. Da leggere.
«Perché si ha bisogno di chiedere, perché si ha bisogno di sapere, perché temo il peggio.»
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Attesa per sempre...
Un’ unione atemporale accarezzando il volto di un amore estremo e totalizzante, che oltrepassa la vita terrena, sentimento maturato nell’oggi, pochi momenti in attesa di riabbracciare, chissà quando, l’altra parte di se’.
Una località marina nel Sud dell’ Italia, la fisicità di luoghi ricchi di arte e di storia, gusti e sapori, un hotel, otto amici in vacanza, sole, mare, bagni, divertimento. Di giorno nuotano ed escono in barca, la sera vanno a divertirsi in uno dei tanti locali in collina.
Un strano individuo sulla sessantina, snello, distinto, ben vestito, solitario, imperscrutabile, sempre gioviale, avvolto nel mistero del proprio silenzio, un osservatore a distanza.
L’ avvicinamento improvviso, la conoscenza, poche parole a scoperchiare dettagli del proprio passato, una nitida visione dell’oggi e un’ improbabile cartolina del domani.
Mago o imbroglione, investigatore o persona informata dei fatti, niente di tutto questo, quando a parlare sono i sentimenti che rivelano altro e riportano in superficie un io sofferente.
“ Per me non sei una sconosciuta “, dichiarazione improvvisa che tutto cambia, isola e separa, una nuova storia con origini lontane, costruita su odio e indifferenza, il sapore di una vicinanza che sa di passione e che si perde in una tragica fatalità, agghiacciati dall’ impensabile.
Anni di attesa, dolore, solitudine, la ricerca di quella parte di se’ che oltrepassi i confini del tempo, un luogo preciso che sa di storia e di sentimenti.
La memoria riaccende una comunanza, sensazioni già viste, l’oggi non può continuare e non può arrestare il presente. Corpi in prestito in attesa di ritrovarsi, chissà quando, così uguali e diversi, un’ attesa che nel frattempo pare cancellare ogni senso e quella precisa conoscenza dei fatti che a nulla serve senza rivolgersi ai sentimenti.
...” È la vita a essere transitoria, non l’ amore “..., ciò che conta è ...” stabilire un contatto, trovare connessioni “.... In fondo che cosa ce ne facciamo di tutte queste vite se ognuno di noi è condannato alla solitudine e non ci siamo mai detti la parola “ amore “?
Un romanzo senza tempo, una storia d’ amore che ha negato l’ amore, che insegue la purezza di un gesto scansando ogni logica temporale. Un viaggio lampo all’ interno di un sogno nutrendosi del proprio ricordo, quella perfezione imperfetta che continua a rigettare e ad accettare, suo malgrado, l’ umana caducità.