L'opera galleggiante
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Sì, galleggia
Il racconto è fatto in prima persona dal protagonista Toddy. Per buona parte del libro Tod si presenta come un cinico, e la narrazione è piacevole e divertente. Del resto è anche un avvocato, il mestiere ideale per un cinico. La metafora della barca (che dà il titolo al libro) cara all'autore è nella storia la metafora di mille cose diverse. E' l'oggetto materiale che a un certo punto il protagonista decide di costruire con le sue mani rimediando a errore su errore fino ad arrivare a un esemplare che sta a galla sì e no e di cui ci fa una minuziosa descrizione. E' anche il contenitore dello spettacolo "l'opera galleggiante" che chiude il libro, contenitore fatto a mano dal suo proprietario in perfetta analogia con la barca costruita da Tod. Anche questo improvvisato artigiano di tutto si intendeva meno che di navi quando si è cimentato nella costruzione e anche questa barca suggerisce l'idea di precarietà e di incertezza. La barca malriuscita ma galleggiante è infatti importante: simboleggia per l'autore il romanzo stesso, inizialmente rifiutato da mille editori, e dentro il romanzo, relativamente al protagonista, simboleggia in primis i rapporti umani e poi la sua intera vita. Generalizzando, la vita di qualsiasi uomo.
Tutti i rapporti imbastiti dal protagonista hanno qualcosa in sé di sbagliato: con il padre il dialogo è insufficiente e la comprensione reciproca scarsa, con la sua prima ragazza Betty si generano equivoci spiacevoli soprattutto quando Toddy in occasione del loro primo rapporto si abbandona a una ilarità incontenibile, e con il migliore amico e sua moglie June c'è una spiacevole falsità dovuta al famoso rapporto triangolare. Tale rapporto è accettato, anzi deciso e voluto da tutti i vertici del triangolo di comune accordo (forse più passivamente da Tod) e porta in sé i germi per la sua rovina , come Toddy stesso riesce a prevedere con grande chiarezza e lungimiranza.
Ma allora perché Tod, se tiene alle persone, accetta che le cose prendano sempre una certa piega che porterà alla distruzione di affetti e relazioni? Sostanzialmente perché è un cinico e coglie il meglio per sé di ogni situazione. Una persona che arriva a capire che nella vita tutto è indifferente, che non ci sono valori assoluti, che niente vale la pena, ha infatti due strade davanti o il cinismo o la santità. Beh, ci sarebbe la terza strada, il suicidio, presa anch'essa in considerazione per buona parte del romanzo. Ma alla fine se niente vale la pena, non vale la pena nemmeno lo sforzo del suicidio (strada percorsa dal padre di Toddy, dal "giovane" amico di Toddy, e presa in considerazione da Toddy stesso). Perciò meglio lasciare che la vita proceda come una barca più o meno galleggiante trascinata dalla corrente lungo il fiume della vita. Verso la fine del libro Tod mostrerà per un attimo un'altra faccia, più sensibile. Nella vita ognuno è un attore e recita diversi ruoli. Certo, per un attimo Tod ci sembrerà una persona diversa, attaccato per lo meno a June e preoccupato per gli amici, che rincorre il padre morto suicida nel tentativo di capire il suo gesto, affezionato a Jeanette, la figlia del triangolo, la "loro" figlia, un plurale che comprende due padri. Probabilmente è solo l'ulteriore metamorfosi da cinico a santo, un passaggio di stato che implica un cambiamento energetico minimo visto che i presupposti per i due stati dell'essere sono identici: l'assoluta indifferenza a tutto.
Indicazioni utili
Non stupitevi dell'accostamento, questo libro unisce riflessioni filosofiche (soprattutto nella parte finale) e uno spirito goliardico (parte iniziale) apparentemente inconciliabili.