L'isola
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Kalimera
Il villaggio cretese di Plaka e l’isola di Spinalonga sono separate da un piccolo braccio di mare: la distanza tra le due terre è davvero piccola, eppure, per anni, è stata incolmabile. In un passato non troppo lontano, infatti, chi era obbligato a percorrere quel breve tragitto, doveva, in pochi attimi, dare addio alla vita condotta fino a quel momento, ai progetti per il proprio futuro, a familiari e conoscenti, facendosi forza per affrontare un’esistenza completamente nuova e avara di speranze: Spinalonga, per tutta la prima metà del Novecento, è stata un lebbrosario. Ne “L’isola”, Victoria Hislop, attraverso la storia della famiglia Petrakis, prova a raccontarci stralci di quotidianità degli abitanti del piccolo villaggio di pescatori e quella dei malati confinati. La narrazione, che si svolge in 457 pagine ricche di fatti e sentimenti, a volte, sembra correre troppo: avrei preferito che l’autrice si fosse fermata in alcuni punti per far luce su qualche dettaglio in più di alcune vicende. I personaggi presentati sono molti: anche qui mi sarebbe piaciuto avere una conoscenza un po’ più profonda di alcuni di essi. Tuttavia, una buona lettura che ha il merito di riferirci parte della storia di Creta e di stupirci nel narrarci come gli abitanti di Spinalonga non si siano lasciati andare alla disperazione, ma abbiano tentato di dare un nuovo significato alla loro vita, seppur fortemente condizionata dalla malattia. Ritengo, inoltre, che la parte migliore di questo romanzo sia la descrizione di una meravigliosa terra, la Grecia, con i suoi colori, con i suoi fiori, con gli odori degli ulivi e del timo, con la musica vera protagonista delle feste, con i sapori dei piatti tradizionali. Consiglio, quindi, la lettura a chi ama viaggiare utilizzando i comuni mezzi di trasporto … o, semplicemente, le pagine di un libro.