L'inventore di sogni
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Tra sogno e realtà
«E così incominciò a scrivere alcune delle avventure che gli capitavano mentre guardava dalla finestra o se ne stava sdraiato a fissare il cielo. Da grande diventò un inventore e scrittore di storie e visse una vita felice. In questo libro, troverete qualcuna delle imprese accadute dentro la testa di Peter, trascritte con fedeltà assoluta all’originale»
Composto da otto racconti tutti di breve durata e tutti accomunati da un unico denominatore comune, il giovane protagonista Peter, il libro è disponibile sia in una edizione illustrata che non. È un testo che ci presenta sin dal principio un giovane con la testa tra le nuvole e la fantasia smisurata. La sua è una famiglia come tante, con tante abitudini e tanti comportamenti ordinari che si ripetono improcrastinabili. Peter è talmente concentrato nella sua prospettiva da arrivare a dimenticarsi anche della sorella nell’autobus.
Lo scritto scorre rapido tra le mani del conoscitore in particolare per quel che riguarda i passaggi inerenti al meraviglioso esemplare felino (seppur non sempre felici), tuttavia, non riesce a conquistare completamente il lettore. Da un lato perché le situazioni immaginate tendono ad essere eccessive, dall’altro perché è difficile coglierne il lato divertente essendo questo prevaricato da una prospettiva un po’ troppo macabra.
Un volume da leggere con i più piccoli che convince soltanto a metà.
«Gli piaceva mettersi giù all’altezza di William e poi andargli vicino vicino con la faccia a guardare la sua, quella faccia straordinaria diversa e bellissima, con ciuffi di pelo nero che si aprivano a raggio intorno al musetto, e i baffi bianchi leggermente piegati all’in giù, e i peli del sopracciglio sparati dritti come antenne della televisione, e gli occhi verde chiaro con quelle fessure strette come porte socchiuse su un mondo nel quale Peter non sarebbe mai potuto entrare.»
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- sì
- no
Critica di un bambino al mondo adulto
Catalogato come libro di racconti per bambini e per ragazzi di prima adolescenza, il libro circola anche in edizioni finemente corredate di splendide illustrazioni.
Si tratta, in sostanza, di otto brevi racconti con unico protagonista Peter, un bambino di dieci anni. Il suo ritratto iniziale, offerto dall'autore, serve a fissarlo nella nostra mente come il classico bambino con la testa fra le nuvole, il resto dell'opera a esemplificare le sue incursioni oniriche nel vissuto quotidiano.
Una famiglia qualunque, abitudini e comportamenti stereotipati dal modus vivendi contemporaneo molto borghese e fin troppo scontato e Peter con le sue visioni ipercritiche.
Una qualsiasi scena quotidiana, nella sua ripetitività o anche nella sua straordinarietà, avvia lentamente
lo spunto per il passaggio di dimensione, quella del sogno ad occhi aperti, e lì la realtà viene trasfigurata.
In tali passaggi e nei successivi rientri di dimensione ho scorto il lato più gradevole della narrazione. Nel resto, pur consapevole che il bambino-lettore sarà estremamente divertito dalle situazioni immaginate da Peter, non vi ho trovato altro se non un probabile retaggio di un'autobiografica propensione all'immaginare con un gusto tendente al macabro (vedi "Svanillina", pomata che permette l'annullamento della famiglia) o, ancora peggio al sadico o al mito del bambino stile giustiziere dell'umanità.
Unica nota di piacevolezza nel racconto "Il gatto" di cui consiglio la lettura, soprattutto se, come me li amate, i gatti. Lì, il sentimento di fratellanza bambino-gatto misto al sogno e al brusco rientro nella realtà, oltre alla fantasia onirica di grande potenza descrittiva, mi hanno piacevolmente sorpresa ed emozionata.
Libro per bambini? Valutate voi.
Per me potrebbe esserlo se l'animo conserva ancora la capacità di leggere e di sognare in questi termini o, e qui mi salvo, se lo leggerete insieme ai vostri bimbi ma senza alcun approccio critico e semplicemente per giocare con la fantasia.
Indicazioni utili
uscire ogni tanto da se stessi è educativo
Secondo Wikipedia, “L’inventore di sogni” è un libro per bambini. Il suo autore, Ian McEwan, in genere scrive tutt’altro che libri per bambini (sempre Wikipedia ci informa che è soprannominato “Ian macabro”, tanto per dare l’idea del personaggio). Dunque, “L’inventore di sogni” è per bambini nel senso che è breve, facile da leggere e il protagonista ha undici anni.
Inizia così: “Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile. Lui però non capiva in che senso. Non scaraventava le bottiglie di latte contro il muro del giardino, non si rovesciava in testa il ketchup facendo finta che fosse sangue [...]. Mangiava di tutto, tranne, s’intende il pesce, le uova il formaggio e tutte le verdure eccetto le patate [...].“
Ma a Peter piace stare zitto, e gli piace stare da solo, e questo i grandi non lo capiscono. Peter sta immobile con lo sguardo perso nel vuoto, intento a creare mondi fantastici. Perché Peter è un daydreamer, un inventore di sogni.
I suoi sogni ad occhi aperti sono magici e irreali, ma non così assurdi. Spesso, ad esempio, Peter sogna di essere un altro: il Gatto William, il cuginetto neonato, oppure un “grande”, un se stesso di vent’anni con i peli sulle mani. Quando diventa un altro, Peter capisce molte cose.
Ad esempio, capita che la sorella Kate con una bacchetta magica lo trasformi nel cuginetto Kenneth: “... la sua attenzione fu attratta da un bel cubetto giallo che aveva accanto al piede. Giallo, giallo, giallo, gridava il cubetto. Lo sollevò portandoselo alla bocca e con tutta la sensibilità di labbra, gengive e denti ne esplorò il sapore legnoso, gialloso e cubettoso, finché non fu soddisfatto”. Per fortuna il vero Peter sogna solo di essere un neonato, senza mangiarsi veramente i cubetti di legno, ma quando il sogno ad occhi aperti svanisce, l’odiato incomprensibile cuginetto che si mette in bocca qualunque cosa gli diventa un po’ meno odioso e incomprensibile, anzi quasi simpatico. Uscire un po’ da se stessi e sognare di essere un altro è un esercizio quanto mai educativo. Bisognerebbe farlo anche da adulti, su prescrizione medica.