L'incantesimo
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Il Fascino del Mistero
Si legge con interesse e soprattutto con una curiosità in costante crescendo, questa particolare storia, scritta con stile fresco, brillante e capace di adattarsi a tutte le situazioni e a tutti gli stati d’animo.
L’autore presenta una vicenda sicuramente fuori dagli schemi, le vite di due personaggi, completamente diversi, vissuti in epoche diverse e città diverse, si intrecciano; due vite che nulla apparentemente hanno in comune se non un interesse che attira l’uno verso l’altro, una passione che segna le loro esistenze: sono entrambi attratti dal fascino della magia, dello spettacolo, del circo; il gioco di prestigio è una menzogna, un inganno che fin dall’antichità attrae lo spettatore, il quale sa di essere ingannato ma segue con maniacale attenzione tutti i movimenti del mago-demiurgo che fa sparire e apparire oggetti, animali, persone. Le regole della realtà sono annullate e l’arte del prestigiatore diventa evasione, fuga dalla mediocrità del quotidiano verso il fascino del mistero. Potrebbe essere simile anche all’attività dello scrittore, anche lui si basa sulla menzogna e noi leggiamo le sue storie inventate e ci crediamo sempre, ma che bello crederci!
Due bambini, Mosche e Max, uno vive a Praga a metà del novecento, l’altro a Los Angeles in epoca attuale; entrambi scontenti, in modo diverso, entrambi ribelli e pronti a fuggire in cerca dei loro sogni; Mosche perde la madre e rimane con il padre che non è padre biologico ma il bambino non lo sa, ma lo intuisce; Max deve affrontare il divorzio sofferto dei genitori che lo adorano ma non lo capiscono. La fuga è l’unica soluzione, Mosche attratto dall’Uomo Mezzaluna (terribile e leggendario mago con metà volto coperto, forse perché deturpato), seguirà il mondo del circo che sotto il suo tendone colorato, nasconde i misteri e i segreti più profondi; Max invece va alla ricerca del grande prestigiatore Zabbatini che ha visto in una copertina di un vecchio disco e lo ritiene capace di magie d’amore; questo famoso illusionista si rivelerà vecchio e stanco della vita ma pronto a fare il suo ultimo spettacolo. Mosche fugge dal padre troppo severo, rabbino ebreo; Max dalla madre sola e depressa, fragile e insicura. L’autore alterna le avventure di Mosche e Max, nei vari paragrafi di cui è composto il romanzo, lasciando il lettore con il desiderio di seguire le due vicende che si dipanano e si intrecciano; in certi momenti le due vite sembrano in simmetria; i paragrafi si possono chiudere con una battuta umoristica, ma possono anche lasciare nel lettore un certo amaro in bocca che spinge ulteriormente a chiedersi come prosegue la storia. Oltre all’avventura e alla pungente ironia, l’opera presenta anche la formazione dei due protagonisti che crescono, affrontando varie esperienze, positive e negative.
Emozionante la scena di Mosche che, abituato al grigiore della sua povera abitazione e alle regole di un ‘patrigno’ rabbino intransigente e ostile al divertimento, assiste per la prima volta allo spettacolo circense colorato e allegro; accompagnato dal padre biologico e di nascosto dal rabbino, Mosche sente una gioia profonda, una irrefrenabile attrazione verso quel mondo e rimane incantato dalle illusioni magistralmente plasmate dall’Uomo Mezzaluna, affiancato dalla sua bellissima assistente principessa. Imparerà da lui a mentire e tacere quando è meglio non dire troppo, ma soprattutto da lui imparerà i più arditi trucchi della magia e dell’illusione.
Non mancano momenti drammatici e toccanti, il periodo storico è complesso e straziato da guerre e totalitarismi; lo scrittore con il solito stile chiaro, limpido e scorrevole, non risparmia nulla, dalle torture dei nazisti ai campi di concentramento, dalle leggi raziali, al terrore della dittatura, fino alla impietosa notte dei cristalli, alla quale Mosche, ebreo ma con documenti falsi, assiste impotente e allibito.
Talmente è brillante la penna dello scrittore e talmente curiosa la storia, che il lettore si trova a leggere con interesse anche pagine ‘sdolcinate’ e piene di passione amorosa; nonostante si possa parlare di una struttura neoilluminista e di uno sfondo storico coerente alla realtà, la magia stessa, alla quale non crede nessuno, neppure il veggente, riesce a risolvere un problema sentimentale, in apparenza irrisolvibile.
La storia finisce bene, anche se siamo a un funerale, è presente la forza della speranza, la vita, con le sue brutture e con le sue bassezze, con le sue gioie e con i suoi sorrisi, continua irrefrenabile.