L'imprevedibile viaggio di Harold Fry
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Pellegrino
Harold, pensionato inglese, in crisi con la moglie, solo e pieno di rimorsi riceve una lettera. Una collega di vent'anni prima, gli annuncia di essere in fin di vita a causa di un tumore e lo saluta. L'anziano le risponde con un banale biglietto e si avvia verso la vicina posta. ma, arrivato lì decide di proseguire verso la successiva, e non si ferma più per mille chilometri. Decide infatti di andare a salutare di persona l'amica, illudendosi di farlo per proluingarle la vita. in realtà è più una fuga da tutto quanto c'è di irrisolto nella sua di vita.
Mi è piacouta molto l'idea di questo libro. Trovo anch'io che il camminare, lo stare all'aria aperta o l'inventarsi uno scopo per alzarsi tutti i giorni sia terpeutico. Le lunghe ore di solitudine sono servite ad Harold per riflettere sul suo passato, i suoi rimorsi, le discussioni non fatte, i momenti di timore che lo hanno bloccato. Gli incontri con personaggi di tutti i tipi gli hanno fatto ridimensionare le sue paure ed i suoi drammi. Mi è paciuto anche che l'autrice non si sia lasciata attirare dalla facile idea di un finale strappalacrime con guarigioni miracolose, spettacolari incontrii ed improvvisi ed indolori riconciliazioni comiugali.
Nel complesso volume simpatico che può essere letto con leggerezza, ma a chi voglia prendersi del tempo per rifletterci lascia qualcosa. A me per esempio ha fatto rinvigorire l'idea che accarezzo da tempo di fare un lungo viaggio a piedi.
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In viaggio con Harold!
Insieme ad Harold ho intrapreso un viaggio, che non è stato solo geografico, bensì un viaggio spirituale, un viaggio in cui Fry ha ritrovato se stesso e ha capito cosa vuole dalla vita, anche se arrivato ad una certa età. Harold se ne va di casa con la speranza nel cuore di salvare la sua ex collega, lasciando sua moglie a casa da sola, con le sue angosce e tristezza. Un viaggio che serve ad Harold per pensare a lui e al suo passato, per capire cosa c'è che non va nel suo matrimonio. Colpa di sua moglie? Colpa di lui? La colpa è un pò di tutte e due....lui che non ha dato mai grande affetto al figlio,lasciando le cose così come stavano e non cercando mai di migliorare la situazione... Viene pesata l'importanza delle parole dette e non dette, di ogni minimo gesto, di ogni sguardo e, quando Harold incontra gente nuova durante il suo lungo viaggio, non le giudica mai, ma le considera uniche e proprio la piccolezza della gente stessa lo riempiono di meraviglia e tenerezza! Comprende così momenti della sua vita come se fossero appena accaduti e così è pure per sua moglie. Un libro che sicuramente ha lasciato qualcosa nel mio cuore!
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Scarpe da vela
E' inevitabile già dal primo capitolo di questo romanzo, pensare a Forrest Gump. Ed immaginare questo vecchietto che affronta un viaggio, in teoria senza senso, per dare un senso a tante cose della propria vita. Molto, tremendamente umane queste pagine. Harold esce di casa per spedire una lettera a una ex collega che sta per morire. Di buca in buca non la spedisce mai e, quasi senza rendersene conto, inizia questo viaggio, un piede dopo l'altro, verso il Nord dell'Inghilterra per andare a trovarla. Ed il nastro di strada che gli si srotola davanti gli permette, attraverso i contatti umani con le persone che incontra, di far luce anche dentro se stesso. Libro un pò noioso nella lettura, perchè lento lento lento, ma dà scintille di calore umano.
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un pescorso, il ciclo della vita
per colpa di molti impegni ho impiegato quasi due settimane a leggere questo libro... sono quindi maturata piano piano assieme ad Harold, Maureen, David e Queenie. ho percoso con Harold moltissimi chilometri, venendo a conoscenza dell'umanità che risiede in ogni persona e delle difficoltà che ognuno deve affrontare nella vita. ho ammirato assieme ad Harold la bellezza della natura, delle colline inglesi e dei fiori profumati. Ho assisstito assieme ad Harold alla trascuratezza delle città e alla trascuratezza delle persone che si lasciano andare, pensando di non essere parte di un grande ciclo, ora positivo ora negativo che coinvolge tutti gli esseri umani e tutti gli animali. ho ascoltato insieme a Harold il silenzio carico di parole non dette e di lacrime, ho vissuto l'abbandono e l'amore di Maureen e atteso insieme a Queenie la fine del viaggio. ho capito che il cancro non può essere sconfitto (come purtroppo già sapevo) ma ho capito che la fede salva l'anima delle persone, ci rende felici e disponibili ad accogliere, ci rende temerari e autosufficenti, ci ringiovanisce e ci fa maturare... tutto questo perchè i piedi stanchi di Harold Fry non si sono mai fermati.
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Bella l'idea, ma.....
Molto accattivante l'idea di questo simpatico vecchietto che un giorno esce di casa per spedire una lettera ad un'amica di vecchia data, purtroppo gravemente malata, ma secondo me poteva essere sviluppata molto meglio!! avrebbe potuto essere una storia intrigante e coinvolgente e invece si è rivelata piuttosto deludente. Oltrepassata la metà della narrazione Harold Fry non era neanche ad un terzo del suo viaggio, poi improvvisamente, come se la scrittrice si fosse resa conto che si stava dilungando troppo, ci siamo ritrovati alla fine del viaggio! Alle prolisse descrizioni e ai lunghi (e vuoti) dialoghi della prima parte del racconto sono stati sostituiti veloci "primi piani" dell'ambiente e dei compagni di viaggio del protagonista.
Al viaggio reale doveva, inoltre, affiancarsi un viaggio interiore di coloro che, oltre ad Harold, si sarebbero ritrovati a camminare lungo l'itinerario, ma in realtà la netta scissione tra l'uno e l'altro ha reso la lettura poco scorrevole e piuttosto noiosa e ripetitiva...
Insomma...mi aspettavo un gran romanzo, mi aveva subito colpito l'originalità dell'argomento..in realtà si è rivelato un acquisto di poco valore....Peccato!!