L'impostore
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Il bugiardo che dice la verità
”Come qualunque buon bugiardo sa, una menzogna ha successo soltanto se è impastata con la verità”.
Nel 2005, a ben ottantaquattro anni, Enric Marco viene smascherato e, da esempio per il suo paese, diventa l’impostore, il grande maledetto. Javier Cercas, dieci anni dopo, decide di scrivere (dopo un periodo di riflessione) un libro su di lui. Il suo obiettivo è quello di scoprire fino a che punto le menzogne di Marco sono arrivate e soprattutto perché ha deciso di farlo.
Per chi non avesse sentito parlare di questo scandalo, nel 2005, Enric Marco viene smascherato e le sue menzogne vengono alla luce. Per molti anni si era fatto passare per un internato nel campo di Flussenbürg e per antifranchista, quando in realtà non era mai stato nessuna delle due cose.
Cercas si è scelto un compito non facile, in primis perché il caso Marco ha fatto fare brutta figura a tantissima gente (autorità, giornalisti, politici e colleghi), secondo e non meno importante, va considerato che Marco è un grande bugiardo e come tale si può correre il rischio di cadere nella sua “rete”.
Sulle tracce di un uomo che ha come principale colpa quello di aver fatto parte della maggioranza e di aver detto sempre “SI”, quando in realtà si è fatto spacciare per uno della minoranza che diceva “NO”.
La domanda sorge spontanea, come ha fatto a fare tutto questo? Semplice, Marco aveva scoperto che il potere del passato domina il presente ed il futuro; il nostro protagonista si era reinventato nel momento giusto, aspettando i tempi giusti e soprattutto “condendo” le sue bugie con parte di verità.
Cercas ha fatto un buon lavoro. È il primo romanzo che leggo di quest’autore spagnolo ed anche se all’inizio ero un po’ perplessa sullo stile e la linea scelta dall’autore, pagina dopo pagina mi ha coinvolto e mi ha fatto porre molti interrogativi.
Uno dei momenti più toccanti è quando l’autore, dopo aver smascherato molte bugie di Marco, gli chiede la verità su un fatto in particolare su cui non è riuscito a trovare documenti, ed un uomo con più di novant’anni gli risponde con: “Per favore, lasciami qualcosa”.
È un libro che consiglio, anche se non è per tutti. Non è leggero, è particolare e riflessivo. Appena finito, ho avuto bisogno di una lettura leggere per rilassare il cervello!
Buona lettura!